Il temperamento al Nido/Scuola dell’Infanzia – PRIMA PARTE

Educazione e sviluppo infantile

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di Pf06

 

 

A partire dalle considerazioni già evidenziate nel precedente articolo sul temperamento, vediamo ora quali sono le implicazioni per il lavoro di educatori, educatrici e insegnanti al Nido/Scuola dell’Infanzia.

Un primo aspetto riguarda il supporto alla genitorialità. Il temperamento non è un aspetto molto conosciuto, soprattutto dai genitori, e quindi diventa importante che i professionisti possano condividere con loro queste informazioni, in modo da aiutare mamme e papà a comprendere meglio i propri bambini e bambine, imparando a leggere i loro comportamenti anche attraverso questa lente.

Infatti, la relazione educativa può essere molto impattata dai tratti di bambini e bambine e i genitori possono sentirsi facilmente sopraffatti dall’intensità delle loro reazioni: dal pianto inconsolabile, all’irritabilità, dalla frustrazione espressa in modo “esagerato” alla fatica di fronte ai nuovi stimoli, dall’irregolarità dei ritmi sonno-veglia e dell’alimentazione all’elevata attività motoria, etc. Sostenere quindi le famiglie, aiutandole a capire che il bambino “non lo fa apposta”, ma che è il suo temperamento ad influenzarne i comportamenti, può essere di conforto ed alleviare il senso di inadeguatezza profonda che potrebbe cogliere il genitore, soprattutto se si tratta del primo figlio.

Oltre al lavoro coi genitori, educatrici, educatori e insegnanti possono tenere conto dei tratti temperamentali dei bambini in sezione, durante la loro quotidianità.

Innanzitutto, possono comprendere il temperamento a partire dall’osservazione del loro modo di approcciare e gestire le diverse situazioni, per esempio focalizzando questi aspetti:

– la reazione dei bambini/e di fronte all’invito a svolgere nuove attività, o quando vengono presentati nuovi materiali;

– il tempo che serve ai bambini/e per re-inserirsi al Nido/Scuola dopo lunghe assenze (vacanze o malattia);

– la capacità dei bambini/e di concentrarsi e di portare a termine i propri progetti o le consegne;

– la reattività emotiva più o meno intensa di fronte alle frustrazioni e in generale alle diverse situazioni che possono creare fatica e difficoltà, così come anche di fronte alle situazioni piacevoli. Potremmo osservare, ad esempio, bambini che piangono in modo intenso di fronte a ogni frustrazione o contrarietà, o che si sovra-eccitano davanti ad una attività o situazione per loro piacevole, o, viceversa, bambini che hanno reazioni connotate da ritiro e chiusura.

Questi ultimi due elementi, ovvero capacità di concentrazione/persistenza e livello di reattività emotiva (che rimanda al tema della regolazione delle emozioni) rappresentano elementi molto significativi da osservare per la comprensione del temperamento dei bambini e sui quali è molto importante lavorare come educatori per favorire un maggior benessere nei contesti educativi e sostenere lo sviluppo cognitivo e socio-emotivo di bambini e bambine.

Oltre a ciò, educatrici, educatori e insegnanti possono osservare i parametri fisiologici, quindi soprattutto per i piccolissimi al Nido (ma non solo), focalizzarsi sui ritmi di sonno/veglia e dell’alimentazione, ponendo attenzione al modo in cui bambini e bambine vivono questi momenti.

Per esempio, si può osservare se il bambino/a ha una maggiore o minore fatica nei tempi di addormentamento, notando poi la quantità e qualità del sonno e il modo di risvegliarsi. Come sappiamo, vi sono bambini che faticano molto a lasciarsi andare al sonno e/o che piangono al risveglio; che hanno un sonno leggero e/o agitato, etc.

In merito all’alimentazione, possiamo osservare per esempio se il bambino/a ha ritmi più o meno regolari rispetto al senso di fame; quanto può attendere il cibo e le sue reazioni di fronte a tale eventuale attesa; la velocità e il modo in cui si nutre (o in cui desidera essere allattato o imboccato se piccolo/a); etc.

Sommando queste osservazioni alle altre di cui detto in precedenza, possiamo via via comprendere la tipologia temperamentale del bambino/a.

NB: sottolineiamo che l’intento non è quello di “incasellare” il bambino/a in uno schema rigido, ma quello di acquisire delle chiavi di lettura relativamente al suo stile comportamentale in modo da poterlo/a accompagnare al meglio lungo il suo percorso di crescita.

Una volta che l’adulto ha osservato le caratteristiche del bambino/a, sarà importante tenerne conto, sia per regolare al meglio la quotidianità in sezione, in accordo coi bisogni del bambino/a, sia per lavorare su di sè qualora faticasse nella relazione con lui/lei.

Infatti, dobbiamo tenere presente che, in base al concetto di goodness of fit, l’adulto può fare più o meno fatica a relazionarsi ad un altro soggetto anche in base al proprio personale temperamento. Per esempio, un adulto con una soglia sensoriale alta di attivazione potrebbe fare fatica a relazionarsi ad un bambino che, al contrario, nota tutto e reagisce a stimoli anche minimi, spazientendosi facilmente.

Proprio come i bambini, alcuni insegnanti sono precipitosi, attivi e impulsivi, altri riflessivi, tranquilli e lenti ad agire; ci sono docenti che si distraggono facilmente e docenti più attenti, quelli che si arrabbiano facilmente e quelli equilibrati e dal temperamento facile. Queste differenze influiscono sulle loro interazioni con gli alunni e contribuiscono a creare il clima affettivo della classe” (Keogh B.K.)

Sappiamo bene come nelle equipe educative vi siano bambini che magari creano fatica ad una educatrice ma non ad un’altra e viceversa. Ciò accade spesso proprio in base all’incrocio tra le caratteristiche temperamentali dell’una o dell’altra collega con quelle del bambino (oltre che per le proprie personali risonanze e “tasti dolenti”).

In tal senso, giocano un ruolo preminente anche le aspettative dell’adulto rispetto a bambini e bambine. Infatti, proprio a partire dalla maggiore o minore concordanza tra i due, e se l’insegnante non ha consapevolezza di questo aspetto, le attese verso il bambino/a possono condizionare l’atteggiamento adulto nei suoi confronti. Per esempio, se l’educatore ha un buon livello di concordanza col bambino/a, sarà più facilmente portato ad avere aspettative positive e realistiche verso di lui/lei ed a leggere e rispondere ai suoi bisogni e comportamenti in modo efficace.

Le percezioni e le aspettative degli insegnanti sono influenzate dal diverso temperamento individuale, che vengono tradotte in decisioni didattiche e gestionali particolari; soprattutto i fattori della reattività e dell’adattabilità sono risultati avere un’influenza particolare su tali decisioni, anche in ambito sociale” (Keogh B.K.)

A partire da queste prime riflessioni, vedremo ora nella SECONDA PARTE di questo articolo come tradurre tutto ciò nella pratica e quindi quali strategie ed accortezze utilizzare in sezione per favorire il benessere di bambini e bambine al Nido/Scuola.

 

 

 

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