Il termine media education è diventato parte del nostro linguaggio con lo sviluppo tecnologico degli ultimi decenni.
In un mondo dove l’accesso al digitale è sempre più precoce, desideriamo condividere riflessioni importanti sul nostro ruolo di adulti-guida e sulla nostra respons-abilità nell’accompagnare bambini e bambine in un armonico percorso di crescita e con attenzione ai loro bisogni evolutivi.
Durante il Convegno 2024 di PF06 abbiamo fornito a genitori, educatrici, educatori, insegnanti, gli strumenti per navigare nella media education e ripensare il digitale.
Partecipando, metterai nel tuo bagaglio una mappa chiara, una bussola e un astrolabio per orientarti nella media education con consapevolezza e attenzione verso i bisogni di bambini e bambine.
Ripensare il digitale in età prescolare
Convegno 2024 sulla media education: informazioni pratiche
Agenda
La presenza costante del digitale nella nostra quotidianità implica un ripensamento delle categorie di analisi sul rapporto tra tecnologie e prima infanzia. Oltre il panico morale, sempre più diffuso, è importante costruire una nuova corresponsabilità educativa, che consideri i diritti dei bambini e delle bambine. Appare centrale l’individuazione di prassi pedagogiche che sviluppino il tema della comunità educante in riferimento alle potenzialità e ai rischi del digitale, a partire dal ruolo degli adulti. Sulla base di alcune sperimentazioni
attivate negli ultimi anni, si propone una riflessione sulla centralità dei Servizi per l’infanzia per favorire processi di sviluppo di cittadinanza digitale che siano inclusivi e responsabili e che prevengano i fenomeni di Povertà Educativa Digitale.
Il nostro tempo è contraddistinto da diversi fenomeni che incidono sul lavoro della scuola. È un tempo caratterizzato da quella che Bolter (2019) chiama plenitudine digitale: un continuum di microproduzioni, realizzate da singoli utenti, che abbatte la classica differenza tra cultura alta e bassa e ridisegna piuttosto l’economia testuale nella direzione della formazione di tante comunità di utenti ciascuna con i suoi valori e i suoi prodotti culturali di riferimento.
È anche un tempo improntato alla superdiversità, per usare una felice espressione di Davide Zoletto (2023). Si tratta di una diversità resa iperbolica dalla globalizzazione, dalla moltiplicazione delle culture, dalla presenza di molteplici linguaggi. Insegnare a “leggere e scrivere” non basta più: gli alfabeti da gestire sono molti, il sistema delle competenze si allarga a comprendere nuove attitudini, richiede di sviluppare New Literacies (Rivoltella, 2020).
E ancora è un tempo segnato dal protagonismo culturale dei dati, dal lavoro degli algoritmi, dalla pervasività dei sistemi di IA generativa. Si tratta di nuovi elementi della scena del consumo che interessano anche l’infanzia e che ridefiniscono in profondità il senso della nostra cittadinanza e la portata del nostro esercizio di pensiero critico. Proprio riguardo a quest’ultimo tratto si pongono le domande che stanno alla base di questo intervento. Ha senso portare l’Intelligenza Artificiale (IA) in sezione? Perché e come? Come si ridefiniscono i compiti dei Servizi e della scuola in questa prospettiva? E quale può essere il ruolo delle famiglie?
In un mondo dominato dall’iperconnessione, ci chiediamo spesso come guidare le nuove generazioni verso un uso consapevole della tecnologia. Ma prima di tutto, noi adulti come stiamo gestendo il nostro benessere digitale? Siamo capaci di orientarci e non perderci tra notifiche, email e social?
Attraverso un approccio di role play, rifletteremo sul nostro rapporto con il digitale e saremo invitati a confrontarci con le nostre abitudini. Scopriremo come ritrovare un punto fondamentale: l’equilibrio con gli strumenti digitali. Questo speech ci aiuterà a diventare un esempio concreto per bambini e bambine e a sviluppare una relazione più sana e consapevole con la tecnologia.
Nella società di oggi, la tecnologia e i dispositivi digitali sono presenti in modo massivo su tutto il nostro territorio, in tutte le case. Come educatori (famiglie e professionisti) quale cultura stiamo co-costruendo? Come, in una società così ampiamente digitalizzata, il modello educativo può custodire cure e attenzioni verso i bisogni evolutivi necessari per nutrire la nostra Umanità? Quale esempio noi adulti incarniamo dal punto di vista dei bambini? Quali vecchi e nuovi modi di stare insieme possiamo co-creare nella quotidianità?
Il bambino non è un piccolo adulto e la qualità degli stimoli educativi che riceve deve essere adeguata all’età. Questo distillato di puro buon senso ha in realtà profonde basi pedagogiche, ovvero riportare il bambino al centro del nostro agire e non rendere protagoniste specifiche conoscenze che vogliamo trasmettergli. Un sano impulso pedagogico nasce da una necessaria visione antropologica che evidenzia, nelle fasi evolutive dell’essere umano, il suo sviluppo neuro-sensoriale, le specifiche modalità di apprendimento adeguate all’età e le relative competenze da sviluppare. Il mero utilizzo di uno strumento digitale non necessariamente porta allo sviluppo di specifiche competenze umane, ecco perché suggeriamo un percorso analogico per conquistare le competenze previste dal DigComp (The Digital Competence Framework for Citizens) messo a punto dalla Comunità Europea.
Ci sono molti studiosi che oggi si occupano dei media, del digitale e del suo ruolo nell’educazione e nella formazione. Stiamo parlando di un fenomeno, di un processo, che sta trasformando in maniera sempre più sensibile non soltanto le forme della vita, non soltanto le forme del pensiero, non soltanto le forme comunicative, ma anche e soprattutto l’educazione. Un processo che purtroppo non sempre è accompagnato da una riflessione accurata sulle finalità e sul senso che deve accompagnare tale processo. In questo intervento intendiamo fissare alcuni elementi importanti che caratterizzano la nostra epoca, attraversando la ricaduta educativa non solo rispetto ai rischi ma anche sottolineando le opportunità che, una reale media education, può veicolare. Il fine è quello di arrivare ad una complessa consapevolezza educativa, situata nel vissuto concreto e quotidiano di genitori, educatori/insegnanti e bambini/ragazzi. Desideriamo riflettere, anche, su come sia possibile, pur vivendo in una società in rapida e continua trasformazione, mantenere e consolidare le dimensioni della nostra cultura, di ciò che ci rende umani (consapevoli, critici e creativi), senza enfatizzare solo i rischi del digitale oppure, al contrario, ignorarli.
Conosci le nostre attività formative?
Percorsi formativi 06 è un ente di formazione accreditato dal Ministero dell’Istruzione, punto di riferimento per migliaia di professioniste e professionisti del mondo educativo e non solo. Ci impegniamo a costruire e condividere pensieri e pratiche di qualità, per fare rete tra Servizi, operatori, territori. Desideriamo contribuire alla creazione di comunità educanti, dove gli attori in gioco possono diventare sempre più corresponsabili e collaborare in modo attivo gli uni con gli altri, a favore dei bambini e delle bambine.
Proponiamo corsi di formazione in diverse modalità e su tematiche significative dei contesti 06.
Dicono di noi
Per me è stato il primo convegno e son stati 2 giorni di scoperta, emozioni e voglia di saperne ancora di più!! Grazie! Grazie di cuore
Convegno veramente interessante!!!!nuovi spunti di riflessione…tante emozioni.. tante!!
Grazie mille a tutti
Un convegno meraviglioso..siete forti… siamo forti
Riserva il tuo posto a un prezzo speciale
- Nella quota sono compresi:
- - video dell'evento, accessibili fino al 31/05/2025;
- - materiale didattico;
- - ebook del convegno;
- - attestato di partecipazione (8 ore)
- Nella quota sono compresi:
- - partecipazione in presenza;
- - kit di benvenuto;
- - coffee break;
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