I cani vanno al nido!

Educazione e sviluppo infantile

di Alma Perroni, coordinatrice SIUA (Scuola Interazione Uomo Animale) Lombardia e Patrizia Pillitteri, coordinatrice pedagogica servizi prima infanzia

Il titolo di questo articolo è corretto!

I cani vanno al nido per incontrare i bambini e condividere con loro momenti ludici in cui imparare anche qualcosa di nuovo. Si tratta di un progetto di Zooantropologia Didattica ideato appositamente per l’Asilo Nido “Il Giardino dei Glicini” di Baranzate.

La Zooantropologia è una scienza multidisciplinare che studia la relazione tra gli esseri umani e gli altri animali; una delle sue applicazione è proprio la didattica. L’incontro bambino-cane è sempre un momento che porta stupore, meraviglia e apre molteplici possibilità di incontro e di cambiamento.

I bambini dell’Asilo Nido “Il Giardino dei Glicini” hanno fatto la conoscenza di Mirta e Root.

Mirta è una cagnolina tutta nera e molto vivace, sempre pronta a farsi accarezzare o a rincorrere una pallina e Root è una biondina molto dolce e tranquilla ma che sa essere anche molto spiritosa! Mirta e Root sono accompagnate da Anna e Alma, operatrici in Interventi Assistiti con Animali e esperte in Zooantropologia Applicata; entrambe diplomate presso la Scuola di Interazione Uomo-Animale del Prof. Roberto Marchesini (SIUA).

Circa una trentina di bambini, divisi in due gruppi, hanno imparato come piace a un cane essere accarezzato, e dopo averlo sperimentato con l’aiuto di un peluche, attaccando delle crocette rosse dove non piace essere toccato e cuoricini blu dove invece la carezza è molto gradita; hanno potuto mettere in pratica le nuove conoscenze accarezzando Mirta e Root in modo corretto e piacevole per entrambe le specie.

Mirta dal pelo nero, corto e compatto; Root dal manto biondo, folto e morbido.

 

Accarezzare i cani in modo corretto è un’attività che ha un grande impatto sensoriale ed è in grado di suscitare emozioni primordiali legate al contatto e al tatto, senso che soprattutto per i bambini più piccoli è uno degli strumenti principali di conoscenza del mondo.

Il cane che diventa amico è uno spazio di incontro condiviso che apre infinite possibilità di sperimentare la diversità nella somiglianza.

La presenza del cane nello spazio normalmente dedicato solo ai bambini come il cortile dell’asilo lo trasforma in un luogo diverso, carico di aspettative dove ognuno di loro ha un suo ambiente dedicato e definito; i rispettivi posti rispettati e mai invasi: la copertina dei cani e il tappeto che ospita i piccoli umani.

L’incontro avviene in una zona franca appositamente dedicata e da cui si può tornare velocemente alla base sicura e dalle maestre. Alma e Anna sono l’anello che congiunge le due specie, il ponte che unisce o separa, le garanti, insieme alle educatrici, del benessere di tutti i partecipanti all’incontro.

Con il cane si può giocare lanciando una pallina e aspettare che venga riconsegnata al lanciatore o riposta nell’apposito cestino. E’ divertente osservare come usano il loro naso potente per trovare oggetti nascosti alla loro vista o osservarli mentre pensano a come fare per tirare fuori un premietto da una scatola misteriosa piena di cassetti e nascondigli. Bisogna stare fermi e non urlare quando Mirta passa in mezzo ai bambini, che con il loro piccolo corpo divengono ostacoli da saltare o tunnel da superare. E’ necessario fare silenzio per sentire Root che saluta orgogliosa con il suo “BAU” migliore.

I bambini hanno bisogno di un alleato non umano che gli permetta di sperimentare altro da sé e che trasversalmente insegni il rispetto per la diversità come portatrice di nuove possibilità; i laboratori di Zooantropologia Didattica sono il primo passo affinché si possa raggiungere l’obiettivo di educare i bambini attraverso la relazione con le altre specie.

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