Il temperamento – SECONDA PARTE

Educazione e sviluppo infantile

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06

 

 

CONTINUA DALLA PRIMA PARTE

 

A partire dalle nove dimensioni del temperamento evidenziate nella prima parte, così come le note musicali, possono esprimersi infinite combinazioni delle nove dimensioni stesse: al momento, sul Pianeta, quasi 8 miliardi di combinazioni differenti, tante quanti gli abitanti della Terra.

Possiamo osservare, per esempio, bambini/e che presentano regolarità nelle funzioni biologiche, prevalenza di approccio a situazioni e persone nuove, adattabilità ai cambiamenti, umore positivo, livello non elevato di intensità delle risposte agli stimoli.

Possiamo trovare anche, per esempio, bambini/e con un alto livello di attività motoria, reazioni di ritiro di fronte a situazioni nuove, risposte emotive di intensità elevata e una soglia sensoriale bassa di attivazione di fronte agli stimoli.

Possiamo incontrare ancora, ad esempio, bambini e bambine che manifestano reazioni di intensità media, regolarità del sonno e dei pasti, necessità di tempi ampi per adattarsi alle novità, alta distraibilità e livello di attività motoria basso.

Perché per noi che ci occupiamo di educazione (sia come genitori che come professionisti) è importante conoscere il temperamento?

Abbiamo detto che esso è influenzato dai fattori ambientali, i quali agiscono nel contribuire a modificare il comportamento del bambino/a.

L’ambiente fisico, in primis, può avere ripercussioni sul temperamento: per esempio, si è osservato che luoghi molto rumorosi e caotici possono facilmente elicitare un umore negativo in bambini e bambine di due anni. Per chi lavora nei servizi educativi, pertanto, è importante avere attenzione all’ambiente in cui bambini e bambine vivono. Attraverso l’osservazione possiamo comprendere le loro caratteristiche temperamentali e tenerne conto nel modo di proporre le novità, nell’allestimento dello spazio, nella scelta dei materiali da mettere a disposizione, nel monitoraggio degli stimoli sensoriali in termini di luci, suoni, odori, quantità di persone presenti nello spazio, etc. Talvolta, infatti, se non teniamo conto del temperamento dei bambini, possiamo rischiare di metterli noi in difficoltà, involontariamente, in quanto non consideriamo a sufficienza l’impatto che l’ambiente può avere su di loro.

Oltre all’ambiente fisico, incide anche l’ambiente relazionale e ciò accade in una bidirezionalità per cui l’ambiente condiziona il bambino/a, ma anche viceversa, in una circolarità di stimoli e risposte che si influenzano a vicenda.

Infatti, bambini e bambine, con il loro stile comportamentale, influenzano gli adulti che se ne occupano con risposte diverse e tali risposte, in modo circolare, entrano in gioco nelle traiettorie di sviluppo.

In tal senso si parla di goodness of fit (termine usato da Thomas e Chess, traducibile con “buona concordanza”) per indicare il modo in cui l’ambiente si adatta alle caratteristiche del bambino, tenendone conto e favorendo (o meno) il suo processo di adattamento all’ambiente stesso. Ciò significa che, per esempio, un bambino/a con una bassa soglia di attivazione di fronte agli stimoli (iper-sensibile) e reazioni emotive intense  può fiorire positivamente in un contesto che è in grado di accogliere e comprendere i suoi tratti, fornendo accudimento, stimoli e attività adatte a lui/lei ed a valorizzarne le caratteristiche.

Conoscere questa tematica ritengo sia utile per professionisti e genitori in quanto essi possono guardare ai comportamenti dei bambini e delle bambine con occhi diversi, avendo consapevolezza che le loro modalità comportamentali sono altamente influenzate da questo aspetto della loro soggettività, aiutandoli a leggerne le azioni in modo più neutrale, senza cadere in interpretazioni adultocentriche tipiche, come per esempio “mi sfida”, “lo fa apposta per farmi arrabbiare”, etc., oppure evitando etichette come “pigro”, “timido”, “aggressivo”, etc.

Per concludere, possiamo dire che, pur essendo il temperamento innato (su base genetica ed epigenetica), gli esiti di sviluppo di bambini e bambine sono influenzati da come questi interagiscono con l’ambiente di crescita, sia fisico che relazionale. E’ significativa la sensibilità degli adulti e la loro capacità di adattare l’ambiente fisico, nonchè le loro modalità di accudimento e lo stile educativo, in base al bambino/a che hanno di fronte, tenendone in considerazione la particolare soggettività, le sue preferenze, i suoi interessi, il suo modo personale di osservare, interpretare, interagire col mondo.

Per approfondire ulteriormente il tema, puoi leggere questo altro mio articolo che evidenzia come calare nella pratica al Nido ed alla Scuola dell’Infanzia queste conoscenze.

BIBLIOGRAFIA

Arace A., Psicologia della prima infanzia, Mondadori, Milano, 2010

Chess S., Thomas A., Conosci tuo figlio. Un’autorevole guida per i genitori di oggi, Giunti, Firenze, 2008

Keogh B.K., Impulsivi, introversi, emotivi, apatici. Comprendere e valorizzare il temperamento e le differenze individuali, Erickson, Trento, 2006

 

 

Argomenti:

Qualche suggerimento di lettura…

0
    0
    Carrello
    Il tuo carrello è vuotoTorna all'hompage