di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06
Quando i bambini si picchiano da soli genitori spesso si spaventano, si preoccupano, provano ansia. Magari è capitato anche a te.
Una mamma che ci segue su Instagram ci ha mandato un messaggio chiedendo una spiegazione su questo tema: perché i bambini si picchiano da soli?
Nella fascia prescolare, soprattutto in quella 03, è tipico che bambini e bambine agiscano comportamenti definiti di autolesionismo infantile: si picchiano la testa da soli, sbattono la testa al muro o sul pavimento, si mordono un braccio o una mano.
Succede quando sono in preda a scoppi emotivi – detti in modo errato capricci – o crisi di rabbia. Noi preferiamo chiamarli crisi di stress.
Nei piccoli da 0 a 3 anni sono comportamenti che si manifestano con una certa relativa frequenza e scompaiono in modo naturale dopo i 3, 4 anni.
Successivamente non ci aspettiamo più che un bambino, una bambina in preda a rabbia o frustrazione si picchi la testa, sbatta la testa o si morda.
A questa età ci aspettiamo che bambini e bambine abbiano sviluppato sufficienti abilità, capacità e competenze sul piano socio-emotivo per essere capaci di comunicare attraverso le parole.
Vediamo insieme le possibili chiavi di lettura di questi comportamenti aggressivi per comprendere perché i bambini si picchiano da soli.
N.B. Lo scopo di questo contenuto non è diagnosticare disturbi comportamentali o affrontare questioni cliniche, ma fare divulgazione sulle condizioni che bambini e bambine in fascia 06 anni possono attraversare e che rientrano nelle fasi di sviluppo tipiche dell’età. Per qualsiasi dubbio consulta sempre il/la proprio/a pediatra di fiducia.
Indice dell’articolo
I bambini si picchiano da soli quando provano un’emozione intensa
Cinque motivi per cui i bambini si picchiano da soli
Come aiutare i bambini che si picchiano da soli
Per educare sono necessari anni di lavoro
I bambini si picchiano da soli quando provano un’emozione intensa
Nella fascia 03 possiamo osservare con una relativa frequenza che i bambini si picchiano da soli.
Questi atteggiamenti non sono segnali che indicano un disturbo comportamentale. A volte i genitori con cui ci confrontiamo sono molto preoccupati di fronte ai comportamenti aggressivi e riceviamo con regolarità richieste di chiarimento sul tema.
Si tratta però di situazioni che, isolate, non ci dovrebbero allertare, soprattutto se connesse a scoppi emotivi: di solito bambine e bambini li agiscono quando provano un’emozione intensa. Il picchiarsi sulla testa o il mordersi un braccio è il loro modo di attraversare l’emozione.
Se bambini e bambine agiscono questi comportamenti solo quando provano forti crisi emotive, e non ogni volta che le provano, non dovremmo preoccuparci.
Quando invece è necessario valutare con maggiore attenzione il livello di sviluppo socio-emotivo di bambini e bambine?
In due casi:
- quando le manifestazioni autolesioniste sono molto frequenti e bambini, bambine si picchiano in testa o sbattono la testa al muro con regolarità, anche senza attraversare emozioni intense;
- quando le bambine e i bambini si picchiano da soli nella fascia di età dai 4 anni in avanti.
In queste circostanze ti suggeriamo di confrontarti in primis con il pediatra e valutare insieme al, alla professionista eventuali approfondimenti con psicologi, psicoterapeuti, neuropsichiatri.
Prima di trarre conclusioni affrettate è importante escludere qualsiasi condizione clinica perché, per esempio, ci sono bambini e bambine che si picchiano sulla testa o sulle orecchie quando hanno forti otiti o si mordono mentre stanno mettendo i denti.
Cinque motivi per cui i bambini si picchiano da soli
Come mai un bambino o una bambina in età prescolare si picchia, si morde, si rotola per terra, sbatte la testa al muro, sul pavimento? Vediamo i possibili motivi.
- L’espressione emotiva legata alla frustrazione e alla rabbia
Bambini e bambine in fascia 03/06 sono giovani, inesperti, immaturi e non hanno ancora le capacità e le competenze che dovrebbe avere un adulto nella regolazione delle emozioni.
In preda a forti scoppi emotivi e a tempeste emotive, bambini e bambine vengono sopraffatti dalle sensazioni corporee e dal pacchetto ormonale che si scatena nel corpo.
Di fronte alla forza di queste sensazioni bambini e bambine utilizzano il linguaggio del corpo per cercare di regolare l’intensità delle emozioni: in modo istintivo e involontario possono colpirsi sulla testa o mordersi, sbattere la testa sul pavimento o al muro.
Sono modalità legate alla forza dell’emozione che il bambino o la bambina sta sperimentando, all’immaturità e alla scarsità di strumenti alternativi che ha a disposizione per far fronte a queste situazioni.
- Il sovraccarico sensoriale e il senso di sovrastimolazione
Possono capitare situazioni in cui bambini e bambine stanno attraversando un momento di sovraccarico sensoriale. Pensiamo, ad esempio, alla classica festa di compleanno ai gonfiabili: suoni, rumori di ogni tipo, persone in movimento, colori, sensazioni fisiche, situazioni da gestire da un punto di vista sociale, odori, texture di tessuti con cui il bambino viene in contatto, cibi dolcissimi e bevande gassate.
Sono elementi che possono sovraccaricare il sistema sensoriale.
Un bambino, una bambina – soverchiata/o dagli stimoli sensoriali che sta attraversando in quel momento – per cercare di regolarsi di fronte alla fatica di gestire tutte queste informazioni sensoriali potrebbe arrivare a mordersi o a colpirsi sulla testa per cercare di alleggerire la tensione nel corpo.
Colpire sé stessi è una forma di autoregolazione. Noi adulti ci spaventiamo – è normale – ma di fatto il bambino sta cercando di regolare il suo stato fisiologico/corporeo.
Puoi approfondire il tema della sensorialità in questo e-book gratuito: Neuroscienze per l’educazione. La teoria polivagale per i contesti 06 a cura di Silvia Iaccarino
- La sottostimolazione sensoriale
Quando la bambina, il bambino si annoia perché non riceve il cibo sensoriale di cui ha bisogno per soddisfare la sua fame sensoriale, si sente sottostimolato e potrebbe mordersi o picchiarsi sulla testa.
A volte bambini e bambine utilizzano la masturbazione per cercare di riempire la propria pancia sensoriale: cercano cibo per i loro bisogni sensoriali e potrebbero arrivare a masturbarsi (o picchiarsi, mordersi pizzicarsi) con l’obiettivo – inconsapevole e involontario – di provare a risvegliare e a saziare la propria necessità sensoriale, oltre che per regolare il proprio stato emotivo/fisiologico.
Bambini e bambine nella fascia 06 hanno un forte bisogno di nutrimento sensoriale per regolarsi, sviluppare il loro sé e costruire la loro identità.
Alcuni soggetti possono essere soverchiati con facilità dagli stimoli sensoriali: il picchiarsi da soli, il mordersi, il masturbarsi o il pizzicarsi potrebbero avere una correlazione con gli aspetti legati alla sensorialità.
- La paura, l’ansia e la preoccupazione
La maggior parte delle situazioni in cui i bambini si picchiano da soli sono legate a emozioni quali rabbia e frustrazione.
A volte bambini e bambine possono manifestare questi comportamenti quando si sentono spaventati, preoccupati, in ansia, agitati.
Anche per questa chiave di lettura la difficoltà nell’autoregolazione è un tema trasversale: bambini e bambine sono ancora immaturi e fanno ciò che possono, come possono per cercare di regolare le loro emozioni.
Quando i piccoli provano paura o ansia possono agire comportamenti che ai nostri occhi non sono adeguati e, in alcuni casi, possono anche essere rischiosi. Bambini e bambine non sanno ancora regolarsi in modo socialmente adeguato, raffinato e ricorrono a ciò che è alla loro portata: le manifestazioni corporee per provare a regolare le loro emozioni.
- Le sfide della comunicazione e la ricerca di attenzione e connessione
Bambine e bambini nella fascia 03 ma anche 3-6 possono avere delle difficoltà comunicative.
Nei più piccoli perché il linguaggio non è ancora sviluppato, nei più grandi potrebbero subentrare sfide legate alla fatica nel comunicare a parole quello che succede dentro di loro.
In questa fascia di età bambini e bambine comunicano attraverso il corpo e i comportamenti.
Quando l’emozione è molto intensa è più faticoso utilizzare le parole per far capire come ci si sente.
In altri casi bambini e bambine potrebbero mettere in atto in modo inconsapevole questi comportamenti come ricerca di attenzione rispetto alla necessità di connessione con l’adulto.
Non intendiamo la richiesta di attenzione in modo negativo pensando che il bambino, la bambina voglia solo attirare la nostra attenzione.
Bambini e bambine, soprattutto nella fascia 06 e ancora più nella fascia 03, hanno bisogno come l’aria, come l’acqua, come il cibo, di uno sguardo su di sé, di riconoscimento, di connessione.
Ciò che noi liquidiamo come ricerca di attenzione è qualcosa di molto più importante e complesso: è una richiesta di connessione. “Guardami, ho bisogno di te, aiutami”.
Non è una forma di manipolazione ma una reale necessità di aiuto e supporto che il bambino/a manifesta come può.
Usciamo dall’idea che il bambino o la bambina stia attirando l’attenzione e focalizziamoci sulla ricerca di connessione.
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Quando bambini e bambine si picchiano in testa (o si mordono o pizzicano)
Come aiutare i bambini che si picchiano da soli
In che modo possiamo aiutare i nostri bambini e bambine quando accadono questi comportamenti?
Proponiamo sette suggerimenti validi sia a casa che nei contesti educativi 06, utili non solo a mamma e papà ma anche a educatrici, educatori e insegnanti.
- Osservare
L’osservazione è sempre la prima azione da attivare, sia da genitori che da professionisti, per cercare di comprendere cosa sta succedendo quando il bambino, bambina o i bambini di cui ci prendiamo cura agiscono questi comportamenti.
Chiediamoci se ci sono delle ridondanze, delle situazioni ricorrenti: i bambini si picchiano da soli quando li portiamo alle feste di compleanno o al Luna Park? Potrebbero essere in sovraccarico sensoriale.
Cerchiamo di capire quando queste occorrenze accadono con maggiore frequenza e partiamo dagli elementi che si ripetono. Spesso il tema della sensorialità, della sovrastimolazione o sottostimolazione sensoriale sono le situazioni più frequenti che elicitano questo tipo di comportamenti.
Qui trovi un approfondimento significativo: Indicazioni utili per co-regolare le emozioni dei bambini e delle bambine
- Verificare la presenza di trigger e attivare strategie di supporto
Se comprendiamo le situazioni in cui con maggiore frequenza i bambini si picchiano da soli noteremo anche la presenza dei cosiddetti trigger, stimoli di innesco specifici.
Ampliare lo sguardo ci permette di individuare i pattern e gli elementi d’innesco di queste dinamiche e ricavare le informazioni utili a elaborare le strategie di aiuto.
Se ci accorgiamo che il bambino o la bambina agisce questi comportamenti quando è in sovraccarico sensoriale oppure in sottostimolazione, possiamo pianificare, progettare, pensare a strategie specifiche per quella situazione.
Per esempio: se alle feste di compleanno i nostri bambini e bambine a un certo punto non riescono più ad autoregolarsi, limitiamo il tempo di permanenza in luoghi troppo ricchi di stimoli.
Durante le consulenze con i genitori il tema delle feste di compleanno emerge con regolarità: spesso suggeriamo di proporre delle pause. Quando osservando il nostro bambino capiamo che sta per arrivare un’esplosione emotiva, potremmo dire: “Guarda Giovanni, Lucia, ho bisogno di andare in bagno, vieni con me, mi accompagni?” Cerchiamo di spezzare un attimo la situazione oppure, se la condizione lo concede, usciamo da quel contesto qualche minuto e poi rientriamo, in modo da costruire un percorso a step che diventi per il nostro bambino o bambina più digeribile.
Nel caso in cui i bambini si picchiano da soli per una sottostimolazione, è importante cercare di capire come aiutare il bambino o la bambina – coltivando i suoi interessi – a trovare qualcosa che coinvolga in modo che possa regolarsi meglio rispetto ai suoi bisogni sensoriali.
- Proporre modalità espressive alternative
Un altro elemento importante è insegnare a bambini e bambine altre forme di espressione del proprio stato emotivo.
Possiamo intervenire quando il bambino/a si è calmato: appena si tranquillizza possiamo parlare con lui/lei dell’esperienza appena vissuta e rispecchiare l’emozione.
“Caspita Giovanni, caspita Lucia, come ti sei arrabbiata, mamma mia, addirittura ci siamo morsicati il braccio, abbiamo picchiato la testa al muro. Come va? Come stai?” E poi mettiamo parole non solo sull’emozione che ha provato ma anche spiegando cosa può fare di diverso se dovesse capitare di nuovo.
Prima rispecchiamo l’emozione e poi troviamo delle alternative al comportamento autolesionista.
“Guarda, la prossima volta, dovesse ricapitarti questa cosa, invece che morderti il braccio, pizzicarti o picchiarti la testa, puoi fare …”.
Forniamo al bambino e alla bambina una serie di strategie e di tecniche che possano supportare, sostenere a regolare la propria emozione in una modalità differente.
Senza aspettarci che questo accada dall’oggi al domani. Ci vuole tempo prima che bambini e bambine imparino nuove modalità comportamentali e dovremo ripetere le cose più volte. Seminiamo, coltiviamo e nutriamo ogni giorno.
Mai nella vita potremo essere regolati, in bolla e capaci di applicare buone tecniche di regolazione emotiva sempre e in ogni situazione che incontriamo. È impossibile.
- Educare all’uso delle tecniche di regolazione emotiva
Cosa possiamo insegnare a bambini e bambine?
Esercizi di respirazione. La modalità bolle di sapone è molto semplice ed efficace perché prevede una corta ispirazione e una lunga espirazione che servono a regolare il nostro sistema nervoso.
È una tecnica che possiamo usare anche noi adulti. Nei momenti di tranquillità possiamo mostrarla a bambini e bambine facendo delle prove insieme, facendo finta di fare le bolle.
Quando osserviamo che il bambino/a sta andando in difficoltà emotiva e non c’è l’esplosione repentina, possiamo suggerire di respirare come se soffiassimo le bolle di sapone.
Il movimento. Muoversi aiuta moltissimo a regolare le emozioni. Nel libro di Daniel Siegel e di Tina Payne Bryson “12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino”, l’autore propone il muoversi per non perdersi, cioè usare il movimento per regolare la nostra neurofisiologia e quindi anche il nostro stato emotivo.
Il movimento facilita la secrezione di endorfine e produce un pacchetto ormonale favorevole: muoversi può essere utile per regolare le emozioni. Se la situazione lo permette proponiamo ai nostri bambini e bambine di correre, saltare, arrampicarsi.
L’autocontatto con il self-hug. Darsi un auto-abbraccio oppure, se il bambino/a accetta, abbracciarlo/a noi. Siccome non sempre l’adulto è presente per offrire un contatto fisico, insegniamo a bambine e bambine ad auto abbracciarsi, a stringersi forte. Li può aiutare molto.
Come trasmetterlo? Quando siamo a casa, diamo a bambini e bambine un cuscino da tenere davanti al petto e stringere forte. Possiamo poi suggerire loro, qualora non siamo a casa, anche solo di stringersi forte le braccia.
Più strategie di autoregolazione proponiamo a bambini e bambine che si picchiano da soli, più offriamo loro l’opportunità di scegliere quella più adatta alle esigenze e al contesto.
Anche ascoltare la musica può aiutare a rilassare il corpo, così come le espressioni creativo-artistiche.
Fare un disegno, manipolare le paste modellabili, fare un collage o anche solo degli scarabocchi su un foglio, aiuta a tornare in bolla.
È importante insegnare le tecniche di regolazione emotiva nei momenti della giornata più tranquilli, lontano dalle crisi emotive.
- Intervenire sul momento
Se vediamo che il bambino o la bambina si sta picchiando, mordendo, pizzicando, è molto importante intervenire per proteggerlo/la ed evitare che si faccia del male. Interrompiamo il comportamento, offriamo empatia. Sconsigliamo la punizione o tecniche come il time out.
È necessario interrompere il comportamento, fermare il bambino/a con empatia, con il rispecchiamento dell’emozione ma usando poche parole.
Questo non è il momento per dilungarsi con le spiegazioni perché il bambino/a non è in grado di prestare attenzione più di tanto a quello che gli stiamo dicendo. Può essere sufficiente dire qualcosa come: “Giovanni, Lucia vedo che ti stai picchiando la testa, ti fai male, aspetta!” Fermiamo il gesto e aiutiamo il bambino, la bambina a calmarsi.
Come?
- Regoliamo la fisiologia: possiamo agire in diversi modi e scegliere l’approccio più adatto al nostro bambino, bambina.
- In un secondo momento aggiungiamo parole.
- Regolare la fisiologia
Abbiamo a disposizione molteplici modalità, qui riportiamo alcuni esempi. Se il bambino, la bambina accetta il contatto fisico, lo/la abbracciamo forte con l’effetto squeezing: il bambino/a può essere stretto forte tra le nostre braccia per regolare il sistema nervoso e ritrovare la fisiologia.
Possiamo proporre di bere un bicchiere d’acqua, fare dei salti sul posto, respirare insieme con le bolle di sapone.
Alcuni bambini e bambine nella fascia 03 non si lasciano avvicinare subito e serve lasciare scorrere la tempesta emotiva.
Se non riusciamo a intervenire prima che si scateni la crisi di stress, la cosa più semplice da fare è lasciar scorrere l’emozione e fare in modo che il bambino, bambina non si faccia male.
A volte è sufficiente la nostra presenza calma e regolata.
Quando la tempesta emotiva comincia a scemare, bambini e bambine di solito accettano il contatto fisico e possiamo proporre l’abbraccio.
Se sentiamo che il corpo del bambino/a tra le nostre braccia è più tranquillo, possiamo aggiungere parole e aiutare il bambino e la bambina a comprendere l’esperienza che ha vissuto.
“Giovanni, Lucia, caspita eri veramente esausto dopo questa festa ai gonfiabili, eri talmente stanco che non sei riuscito a fare altro in quel momento lì che picchiare la testa, morderti. Lo capisco guarda è stato veramente un momento difficile, adesso è passato sono qui con te la prossima volta possiamo per esempio bere un po’ d’acqua, saltare, respirare con le bolle di sapone…”.
- Integrare l’esperienza emotiva
Quando la crisi è passata, verbalizziamo e aiutiamo i piccoli a integrare l’esperienza, offrendo delle soluzioni alternative per attraversare l’emozione.
Integrare l’esperienza significa narrare cosa è accaduto e offrire una chiave di lettura positiva.
“Ti sei arrabbiato tanto, ti sei morsicato, ti sei picchiato la testa, adesso è passato. Succede di arrabbiarsi anche forte, e poi ci si calma. Hai visto, ti sei calmato. Vedrai che la prossima volta pian piano andrà meglio. Saremo sempre più capaci di non morderci, pizzicarci, picchiarci la testa”.
Aiutiamo il bambino o la bambina ad attraversare la crisi emotiva con la nostra presenza empatica e anche silenziosa sul momento e a riservare le parole appena il bambino, la bambina si è tranquillizzato/a.
Per educare sono necessari anni di lavoro
I comportamenti che bambini e bambine manifestano nella prescolare – come mordersi, pizzicarsi, colpirsi la testa, picchiare la testa – sono tipici di questa età.
Non sono tanto i comportamenti in sé a doverci preoccupare, quanto la frequenza, intensità, durata con cui si verificano.
In caso di dubbi consultiamo sempre il pediatra di riferimento per un chiarimento, un confronto.
Non vogliamo illuderti: servono anni di lavoro prima che i bambini e le bambine imparino una buona autoregolazione, almeno 7-8 anni.
Nei primi anni di vita di nostro figlio, figlia, dobbiamo lavorare sodo. Ma non siamo da soli, non sei da solo o sola come genitore.
Il confronto con gli specialisti del settore, con il medico di fiducia è importante per escludere problematiche di rilievo.
Educatrici, educatori, insegnanti e gli altri professionisti che lavorano nei contesti 06 possono aiutarti a trovare le strategie educative migliori da agire quando i bambini si picchiano da soli.
L’obiettivo di PF06 è costruire una Comunità educante consapevole e attenta ai bisogni di bambini e bambine: oltre a fornire consulenze su misura ai genitori, invitiamo lettrici e lettori a partecipare alle conversazioni sui canali social, ambienti dove puoi contattarci e porre le tue domande.
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