“E’ maggio, il giardiniere ha dovuto abbattere uno splendido e secolare pruno nel giardino del nostro servizio. Ho scritto in Direzione perché voglio che quel tronco rimanga con noi per testimoniare arrampicate, equilibri e disequilibri, sedute a cavalcioni, salti, passaggi, resistenze. Dopo una serie di discussioni, si decide che il tronco rimane.”
Oggi, finalmente, da più parti, si rivendica il ruolo dell’esperienza diretta, della vita all’aperto, del puro movimento in sé e del piacere che ne consegue nell’esercitarlo nello sviluppo armonico dei bambini e delle bambine.
Le ricerche neuroscientifiche testimoniano che l’essenziale si gioca in questi primi sei anni: abbiamo quindi un ruolo fondamentale per sostenere “il desiderio di agire, di superarsi, la necessità dello sforzo” scriveva Aucouturier. Le sollecitazioni che il corpo incontra nel fuori, le ruvidità, gli inciampi rappresentano occasioni e possibilità uniche e diverse rispetto al dentro, per accompagnare la naturale psicomotricità dei bambini.
Nel nostro incontro esploreremo i movimenti del fuori attraverso le lenti psicomotorie, perché i gesti che si ripetono, giorno dopo giorno, diventano posture di pensiero, direzioni di senso.