di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06
Se scriviamo figli unici, qual è il primo pensiero che sorge nella tua mente? In merito a questo tema, le persone si pongono diverse domande.
Le più comuni sono, per esempio: come si sentono i figli unici? Come crescono i figli unici? Che problemi possono riscontrare nel percorso di crescita? Come comportarsi con i figli unici?
Ma anche come ci si sente a essere figli unici.
Tu sei figlio unico, figlia unica oppure hai fratelli e sorelle? Sei madre o padre di un figlio unico, di una figlia unica o hai avuto più bambini e bambine?
Un papà ci ha scritto un messaggio su Instagram chiedendoci se potessimo trattare il tema dei figli unici. Abbiamo subito colto l’occasione.
Rispetto alle domande che si pongono i genitori, scegliamo di rispondere a una in particolare: come educare i figli unici? In che modo possiamo essere adulti di supporto? Vediamo insieme alcuni aspetti dell’essere figli unici, sia dal punto di vista dei genitori, sia da quello di bambine e bambini, e alcune strategie educative.
Prima di entrare nel vivo della trattazione, sfatiamo un mito: i figli unici non crescono viziati, egoisti o narcisisti per via della loro condizione di essere unici. Su questo tema abbiamo a disposizione un’ampia bibliografia, ti lasciamo qualche link in calce all’articolo.
NB: per praticità linguistica ed evitare ridondanze, usiamo qui l’espressione figli unici, ma intendiamo anche il contesto femminile di figlie uniche.
Indice dell’articolo
È sempre più comune essere (e avere) figli unici
Tre elementi tipici dei figli unici
Le sfide dei genitori di figli unici
Come evitare troppe attenzioni verso i figli unici
Gestire i nostri sensi di colpa
È sempre più comune essere (e avere) figli unici
Scegliere di avere un figlio unico sta diventando sempre più comune nelle famiglie contemporanee. Un report Istat uscito del luglio 2024 dimostra che da tale anno al 2080 le famiglie aumenteranno di numero ma saranno sempre più piccole, composte da un solo genitore, generalmente la madre, e un figlio unico.
“Tra 20 anni ci sarà circa un milione di famiglie in più, ma saranno più frammentate. Meno coppie con figli, più coppie senza: entro il 2043 meno di una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà”.
Il report Istat delinea un quadro caratterizzato dall’aumento della speranza di vita e dall’instabilità coniugale, dal quale possiamo analizzare diverse sfide alle quali andremo incontro in futuro.
I genitori di un figlio unico si trovano spesso ad attraversare un territorio particolare, nel quale cercano di bilanciare attenzioni e aspettative per garantire una crescita sana ed equilibrata al loro bambino, alla loro bambina.
Per questi motivi condividiamo riflessioni e suggerimenti pratici per i genitori di figli unici, ed esploriamo i vantaggi e le fatiche di questa situazione familiare.
Tre elementi tipici dei figli unici
Molte persone considerano la condizione di figlio unico uno svantaggio per la crescita. Abbiamo letto alcuni studi psicologici recenti (e diversa letteratura di settore) che dimostrano i benefici dell’essere figlio unico. Ecco tre punti chiave che abbiamo estrapolato dalle fonti.
- L’attenzione esclusiva
Uno dei vantaggi più evidenti dell’essere figlio unico è la possibilità di ricevere l’attenzione completa dei genitori. Se sei figlio unico, lo sai bene.
Il bambino, la bambina, è destinatario/a dell’amore e delle cure dei genitori, aspetto che può avere un’incidenza favorevole sul suo sviluppo emotivo e cognitivo.
Nelle famiglie con più figli, può capitare che si creino – involontariamente – confronti tra le capacità e le caratteristiche dei fratelli/sorelle. Rischio che non esiste per il figlio unico.
- La concentrazione delle risorse
Un figlio unico beneficia di una concentrazione di risorse, sia in termini economici che di tempo. I genitori possono investire con maggiore facilità sia nell’istruzione, sia nel tempo trascorso insieme al bambino, alla bambina, e favorire l’ampiezza delle sue opportunità.
Avere un solo figlio, una sola figlia, consente a noi genitori di conciliare meglio la genitorialità con la carriera professionale e la vita di coppia. La conseguenza più probabile è la creazione di un ambiente familiare sereno e stabile, con ricadute favorevoli sul benessere del bambino, della bambina.
- L’indipendenza
I figli unici spesso sviluppano un’autonomia maggiore rispetto a chi ha un fratello o una sorella: imparano a cavarsela da soli in molte situazioni. L’indipendenza aiuta a sviluppare tre competenze.
- Capacità di problem solving: i figli unici hanno l’opportunità di allenare la capacità di risolvere problemi in autonomia.
- Senso di auto-efficacia: l’abitudine a risolvere problemi con le proprie risorse rafforza la fiducia nelle proprie capacità.
- Capacità di gestire la solitudine: imparano a trovare modi costruttivi per occupare il tempo.
I bambini e le bambine tendono anche a essere più sereni e rilassati nei rapporti con insegnanti e pari e mostrano una migliore proprietà di linguaggio perché trascorrono più tempo in compagnia degli adulti.
L’indipendenza acquisita dai figli unici li aiuta a sviluppare importanti abilità di vita e buone autonomie.
Ovvio, queste opportunità sono correlate allo stile educativo genitoriale: stili spazzaneve o elicottero, dove gli adulti tendono a spianare la strada alle minime difficoltà e ad accorrere in soccorso dei bambini per ogni inciampo, non favoriscono lo sviluppo di autonomia, autostima, solido senso di autoefficacia, capacità di problem solving.
La condizione di figlio unico può offrire dei vantaggi, ma dipendono molto da fattori socioeconomici, culturali, affettivo-relazionali.
Le sfide dei genitori di figli unici
Crescere un figlio unico comporta sfide uniche per i genitori. Sebbene questa situazione familiare offra dei vantaggi, è importante riconoscere le potenziali difficoltà che possono sorgere nel percorso di crescita. Condividiamo alcuni suggerimenti per affrontare e superare queste sfide.
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Evitare l’iperprotezione
È naturale per i genitori essere apprensivi, ma se l’attenzione diventa eccessiva può avere un impatto negativo sulla crescita del bambino, della bambina.
L’iperprotezione può:
- impedire al bambino/a di imparare ad affrontare le difficoltà con gradualità,
- ostacolare lo sviluppo dell’intelligenza emotiva,
- creare una dipendenza eccessiva dai genitori.
Per contrastare questa tendenza è fondamentale incoraggiare l’indipendenza e l’autonomia del figlio, della figlia. Per esempio, impariamo a permettere al bambino di svolgere compiti adatti alla sua età, come vestirsi, preparare le sue cose e fare i compiti in modo indipendente. Questo approccio aiuta a sviluppare le capacità necessarie per affrontare le sfide future.
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Gestire le aspettative
I figli unici devono spesso gestire aspettative elevate da parte dei genitori e dell’entourage familiare, ancora di più se sono anche nipoti unici. La famiglia può concentrare tutte le speranze e aspirazioni sul figlio unico.
Questa pressione può avere una ricaduta negativa sul benessere del bambino, della bambina, e provocare:
- paura eccessiva del fallimento,
- tendenza all’autocritica,
- ansia da prestazione.
È essenziale essere genitori consapevoli di queste aspettative e lavorare in modo attivo per mantenere un equilibrio tra aspettative realistiche e sostegno emotivo. Evitiamo di dare al bambino, alla bambina troppa rilevanza in casa: non dobbiamo indurlo a credere di essere l’unico essere speciale al mondo. Ricordiamo che, sebbene il figlio sia speciale per noi, lo è come lo sono tutti i bambini/e per i rispettivi genitori.
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Promuovere la socializzazione
Senza fratelli o sorelle con cui condividere esperienze quotidiane, i figli unici possono sentirsi isolati. Oggi le possibilità di socializzazione non mancano: dalla frequenza di un nido o scuola dell’infanzia, alle attività extrascolastiche ed extrafamiliari, bambini e bambine hanno diverse opportunità per intessere importanti relazioni amicali.
Cosa possiamo fare noi genitori per agevolare la socializzazione?
- Incoraggiamo l’interazione con altri bambini, bambine, attraverso attività extracurriculari, scuole o gruppi sociali.
- Creiamo opportunità per la condivisione con i coetanei al di fuori del contesto scolastico.
- Promuoviamo la partecipazione a laboratori creativi o attività sportive di squadra.
È importante iniziare il processo di socializzazione fin dai primi anni di vita e introdurre il bambino, la bambina, con gradualità, in diversi gruppi.
Come evitare troppe attenzioni verso i figli unici
Crescere un figlio unico richiede un equilibrio delicato tra attenzione e autonomia. Ecco tre pratiche strategie di aiuto da provare subito.
- Stabilire limiti chiari
Stabiliamo limiti chiari e coerenti per evitare di mettere il bambino, la bambina, sul piedistallo e proiettare su di lui/lei troppe aspettative. Concentriamoci su tre punti:
- diventiamo consapevoli dei rischi dell’iperprotezione e impegniamoci a scioglierli,
- evitiamo di essere troppo accondiscendenti,
- non idealizziamo il bambino, la bambina.
- Insegnare il valore dell’attesa
Quando un bambino, una bambina, ha sempre tutto – spesso prima ancora di chiederlo – perde l’opportunità di sviluppare importanti competenze. Per favorire l’apprendimento può essere utile:
- non soddisfare nell’immediato ogni sua richiesta,
- incoraggiare il bambino/a a esprimere a parole i suoi desideri invece di indicare ciò che vuole o addirittura anticiparlo senza che debba comunicare le proprie istanze interiori,
- creare situazioni in cui il bambino/a è nella condizione di dover aspettare il suo turno, in una modalità e un tempo che sia sostenibile per lui/lei; imparare ad aspettare può aiutare a sviluppare il senso della conquista e a comprendere che per raggiungere un obiettivo è necessario impegnarsi e seguire un percorso.
- Incoraggiare l’autonomia
Promuovere l’autonomia è essenziale per tutti i bambini, ancor più nel caso di figli unici. Iniziamo subito a:
- mostrare apprezzamento per gli sforzi e i progressi del bambino, indipendentemente dai risultati,
- dare al bambino/a la possibilità di essere autonomo nelle piccole cose adeguate alla sua età,
- permettere al bambino/a di prendere decisioni appropriate alle sue tappe di crescita,
- incoraggiare l’esplorazione di diverse attività senza imporre le proprie preferenze,
- riconoscere e rispettare gli interessi e le inclinazioni naturali del bambino,
- affidare al bambino/a piccoli compiti quotidiani.
Facciamo un passo indietro e permettiamo al figlio, alla figlia, di commettere errori. Attraverso l’esperienza diretta e la comprensione delle conseguenze delle proprie azioni, il bambino/a sviluppa consapevolezza e capacità di problem-solving.
Questo approccio favorisce la fiducia in sé e la capacità di prendere decisioni informate.
Incoraggiare l’autonomia significa coinvolgere il bambino/a in attività quotidiane come cucinare, pulire e mettere in ordine i giochi. Sono tutte esperienze che aiutano i piccoli ad acquisire nuove competenze, sentirsi riconosciuti e sviluppare il senso di auto-efficacia.
Gestire i nostri sensi di colpa
Il senso di colpa è un’emozione comune tra i genitori di figli unici. Molti lottano con sentimenti contrastanti, desiderano una famiglia più numerosa ma non hanno la possibilità di realizzare questo progetto per svariate ragioni.
Affrontiamo i sentimenti in modo costruttivo per il favorire il nostro benessere e quello di bambini e bambine. Lavoriamo su tre passaggi chiave.
- Accettare la scelta
Potremmo sentirci in colpa o inadeguati per non aver dato un fratellino o una sorellina a nostro figlio. Frasi come “Mi sento in colpa a non dare un fratellino a mio figlio” o “Ho sempre pensato a una famiglia numerosa, mi riempie di tristezza pensare che lei crescerà da sola” sono comuni.
La maggioranza dei genitori di figli unici non ha scelto questa situazione in modo volontario.
Le ragioni per avere un solo figlio sono molteplici e spesso complesse, per esempio:
- impossibilità economica,
- difficoltà nel concepimento,
- paura delle conseguenze di una seconda gravidanza,
- mancanza di una relazione stabile con il partner,
- problemi di salute fisica o mentale,
- desiderio non condiviso dal partner.
Accogliere la nostra situazione è il primo passo per attraversare il senso di colpa. Non c’è nulla di sbagliato nell’avere un solo figlio, una sola figlia, e trovare dentro di sé – nel caso anche facendosi aiutare – la forza interiore per resistere alle pressioni sociali che (ancora troppo spesso) vedono un limite nell’avere un figlio unico.
- Cercare il supporto di altri genitori
Condividere le nostre esperienze e preoccupazioni con altri genitori nella stessa situazione può essere di grande aiuto perché proviamo conforto nel sapere di non essere soli ad affrontare queste sfide. Partecipare a gruppi di supporto o forum online può offrire un’opportunità per scambiare esperienze e trovare sostegno emotivo.
Lavorare sul senso di colpa o di inadeguatezza richiede un processo di accettazione, focalizzazione sui motivi legittimi della propria scelta e sulla ricerca di supporto.
- Promuovere la condivisione
Possiamo agire anche rispetto al bambino, alla bambina, con strategie educative dedicate.
Per i figli unici imparare a condividere può essere una sfida. Favoriamo questa abilità sociale attraverso strategie educative appropriate.
- Organizziamo con regolarità incontri di gioco con altri bambini e bambine, creiamo opportunità di condivisione in un ambiente sicuro.
- Incoraggiamo il bambino/a a donare giocattoli che non usa più ma che sono ancora in buono stato.
- Stabiliamo limiti e regole che aiutino il bambino a modulare i suoi desideri e a considerare le esigenze degli altri.
- Favoriamo la partecipazione ad attività di gruppo, come sport di squadra o laboratori creativi, dove la condivisione è una componente naturale.
Manteniamo l’equilibrio tra l’affetto e il supporto da dare al proprio figlio ed evitiamo di sovraccaricare il bambino/a di aspettative eccessive.
Concentriamoci sul sostegno all’autorealizzazione e sull’incoraggiamento alla scoperta delle proprie capacità, talenti e passioni per aiutare i figli unici a sviluppare una buona autostima e fiducia in sé.
Un’ultima nota: diversi studi scientifici non hanno evidenziato svantaggi rispetto al percorso di sviluppo dei figli unici. Bambine e bambine possono crescere bene a prescindere dalla presenza di fratelli e sorelle. Ciò che conta è il ruolo consapevole dell’adulto-guida.
Se vuoi puoi ascoltare anche l’episodio del nostro Podcast:
Crescere figli unici: riflessioni e spunti per genitori consapevoli