Alcuni importanti cambiamenti legati alla situazione emergenziale ma anche ad aspetti storico-sociali e normativi sollecitano i servizi educativi ad un ripensamento della modalità organizzativa, riportando l’attenzione sul modello del gruppo eterogeneo per età, oggetto di ricerca e formazione nei servizi sin dagli anni Ottanta.
Il concetto di “classe eterogenea per età”, tuttavia, va ben oltre motivazioni organizzative ed emergenziali, portando in primo piano la riflessione sui meccanismi di apprendimento di bambini e bambine, e sugli strumenti più adeguati per favorirne la crescita e il benessere. In particolare, si fonda sull’assunto che i bisogni e le fasi di sviluppo dei bambini sono differenti anche all’interno di un gruppo di coetanei, che gli apprendimenti dovrebbero essere pensati in modo individualizzato e non secondo una programmazione standardizzata e a priori. Inoltre, riporta in primo piano il concetto di apprendimento sociale (Vygotsky) e la possibilità, per i bambini, di imparare gli uni dagli altri.
Senza tali riflessioni si corre il rischio di svilire il significato della scelta di eterogeneità e di ridurlo a una semplice etichetta che non va a modificare il metodo di lavoro all’interno delle classi.
Il corso si propone di portare la riflessione sulle seguenti questioni: aspettative e ruolo dell’adulto nei gruppi misti per età; apprendimento legato allo sviluppo e come costruzione personale e sociale; apprendimento legato al fare e al gioco libero; ambiente come contesto euristico; guadagni formativi dei gruppi eterogenei per età; ruolo dell’osservazione e della documentazione.