di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06
Oggi parliamo dei momenti di passaggio a casa e nei contesti 06. Cosa sono? Quelle situazioni dove – tanto a casa, quanto al nido e alla scuola dell’infanzia – bambini e bambine si trovano nella condizione necessaria di transitare, passare da un’attività a un’altra, da una routine a un’altra, da un ambiente a un altro, da una persona a un’altra.
Perché è importante trattare questo argomento?
Molti bambini e bambine, sia nei contesti educativo-scolastici sia a casa, faticano a superare i momenti di transizione. E, spesso, questa fatica si traduce in comportamenti ed emozioni per noi adulti a volte faticosi da regolare.
Facciamo qualche esempio di momenti di passaggio a casa: alzarsi al mattino, prepararsi e vestirsi, uscire di casa, salire in auto e farsi allacciare il seggiolino, scendere dall’auto, entrare al nido e alla scuola dell’infanzia (così come uscire), accettare di tornare a casa dopo essere stati al parco, rincasare dopo una visita dai nonni, spegnere gli schermi, smettere di giocare per cenare.
Ecco altri esempi che interessano il nido e la scuola dell’infanzia: il distacco dai genitori durante l’ingresso, la difficoltà nel ricongiungimento all’uscita, il cambio di spazi tra un ambiente e un altro, uscire dalla sezione per andare in mensa a pranzare o andare in bagno.
Sono tutte esperienze di transizione tra due contesti, situazioni, persone differenti che possono destabilizzare bambini e bambine.
Vediamo insieme, con esempi pratici, quali sono i principali momenti di passaggio, come ci possiamo comportare in questi casi e che tipo di supporto possiamo dare a bambini e bambine per accompagnarli, accompagnarle nelle transizioni e alleggerire le fatiche.
Indice dell’articolo
I momenti di passaggio sembrano (ma non sono) semplici
I momenti di passaggio sono difficili anche per gli adulti
I momenti di passaggio al mattino
I momenti di passaggio la sera
I momenti di passaggio nei contesti 06
Consigli per accompagnare i bambini nei momenti di passaggio
Siamo umani, anche durante i momenti di passaggio
I momenti di passaggio sembrano (ma non sono) semplici
A noi adulti, i momenti di passaggio sembrano semplici. Però durante le transizioni bambini e bambine possono sperimentare fatica ed esprimere emozioni di frustrazione, rabbia, agitazione, ansia che possono manifestarsi con urla, pianto, protesta, opposizione, lancio degli oggetti, inibizioni, azioni aggressive.
Bambini e bambine in questi frangenti, soprattutto nella fascia 06, non hanno ancora sviluppato la capacità di comunicare a parole, e utilizzano il comportamento per lanciare dei segnali.
Il comportamento è un messaggio: bambini e bambine stanno esprimendo la loro fatica nella transizione attraverso comportamenti provocati dalle emozioni che sperimentano in questi frangenti.
Non tutti i bambini e bambine in fascia prescolare fanno fatica nei momenti di passaggio, ma molti sì. Nella nostra esperienza di supporto al nido, alla scuola dell’infanzia e a casa con i genitori raccogliamo con frequenza racconti di momenti veramente faticosi.
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I momenti di passaggio sono difficili anche per gli adulti
La maggior parte delle transizioni difficili vissute dai genitori si verificano la mattina, momento che rappresenta un continuo cambiamento.
Da quando svegliamo bambini e bambine a quando usciamo di casa, le transizioni si susseguono una dopo l’altra.
Anche per noi adulti svegliarsi e alzarsi dal letto può non essere facile. Pensiamo al lunedì mattina e alla tragedia della sveglia.
Quanti di noi dicono “Uh, oh, è lunedì aiuto!”? E quanti hanno bisogno almeno di un paio di caffè prima di poter rispondere con garbo alla domanda di un, una collega?
Noi grandi attraversiamo le nostre fatiche durante la transizione tra il sonno e la veglia. Questo momento è molto impegnativo a livello neurofisiologico perché implica il movimento dei nostri sistemi corporei e un cambiamento nel funzionamento degli Hertz a cui viaggia il nostro cervello.
Le onde cerebrali si modificano: passiamo dalle onde teta e delta del sonno fino alle onde beta della coscienza di veglia.
Per questo motivo alcuni adulti hanno bisogno di tempo per riprendere contatto con la quotidianità al risveglio.
E, se fatichiamo noi genitori, educatrici, educatori, insegnanti, pensiamo a quanto può essere difficile per bambini e bambine.
I momenti di passaggio al mattino
Rivediamo le dinamiche del mattino. C’è il risveglio, il cervello cambia funzionamento, le onde cerebrali si modificano, i sistemi corporei si attivano.
Viviamo una transizione unica: scendere dal letto, uscire dalle coperte (che fatica quando fuori fa freddo), mettersi in moto per andare in bagno, lavarsi, fare colazione, tornare in bagno per lavare i denti, vestirsi, uscire di casa. Sono tante azioni in sequenza.
I bambini altamente sensibili
Per bambini e bambine in età 06, e in particolare nello 03, sono passaggi complessi da attraversare.
Pianificare, avere bene in mente i processi che si susseguono, affrontarli potrebbe non essere facilissimo.
Per bambine e bambini altamente sensibili è ancora più complesso, perché hanno una sensibilità particolare: solo uscire dalle coperte se fuori fa freddo e lasciare il calduccio nel piumone può essere un problema.
Per non parlare dell’igiene personale. Se abbiamo una bambina, bambino altamente sensibile, per lui/lei diventa complesso anche lavarsi le mani, lavarsi i capelli, lavarsi i denti, vestirsi, sentire l’etichetta della felpa sulla pelle, il maglione che punge, l’elastico che stringe, la calza che fa le grinze.
Ti riconosci in queste situazioni?
Facciamo sempre tutto di fretta
E poi c’è il tema della fretta: al mattino siamo tutti di corsa, cerchiamo di stringere i tempi per uscire e tanti bambini e bambine patiscono questo senso di pressione che noi adulti imponiamo perché dobbiamo andare a lavorare.
E il tema del distacco?
Infine, la questione del distacco e della separazione.
Bambini e bambine, quando capiscono la routine del mattino, comprendono che lo svegliarsi e la sequenza di situazioni che si susseguono per prepararsi ad uscire sono il preludio della separazione dai genitori.
Il bambino, la bambina, sa che stiamo andando al nido, alla scuola dell’infanzia. Sa che dovrà salutare il genitore, vivrà un distacco.
Dal punto di vista emotivo la separazione può causare fatica, i piccoli hanno un dispendio di energia elevato per attraversare questi momenti.
Essere adulti ci permette di attraversare le transizioni con maggiore competenza, perché siamo in possesso di strumenti cognitivi, motori, emotivi grazie ai quali processiamo i cambiamenti con padronanza. Possiamo diventare delle guide.
Capire cosa c’è dietro ai momenti di passaggio è un modo per comprendere le fatiche dei bambini e delle bambine e accompagnarli ad attraversare le transizioni.
I momenti di passaggio la sera
Un altro momento di passaggio faticoso per i genitori è la sera. Quando è ora di andare a dormire si susseguono diverse routine prima del sonno.
Anche in questo caso è bene prestare attenzione al tema della separazione: andare a dormire significa per un bambino, una bambina, separarsi da mamma, papà, fratelli e sorelle. Staccarsi dal gioco, da un momento di compagnia.
In età prescolare il momento del sonno e del passaggio all’addormentamento può essere faticoso sia a livello emotivo, sia fisico. C’è un cambiamento nella neurofisiologia: il bambino, la bambina ha bisogno di rallentare, modificare il proprio ritmo per potersi approcciare al momento del sonno.
In media, nei contesti attuali bambini e bambine arrivano molto stanchi al momento tardo pomeridiano e serale. Questa forte stanchezza può rendere tutto più faticoso: quando un bambino è molto stanco fatica di più ad addormentarsi.
Succede anche a noi adulti: hai presente quelle sere in cui siamo talmente stanchi da non riuscire a prendere sonno? Circolano troppi ormoni che non sono favorevoli al rilassamento.
La creazione di routine prevedibili
Ci sono bambini e bambine che combattono con l’idea di andare a dormire in modo involontario: il corpo, la fisiologia e gli ormoni in circolazione non permettono a quel bambino, a quella bambina di rilassarsi e accogliere l’idea di addormentarsi.
Ti suggeriamo di creare routine serali fisse, prevedibili, e stabili per permettere a bambini e bambine, che ancora hanno un senso del tempo labile, di orientarsi durante i passaggi di accompagnamento al momento del sonno.
Le routine offrono maneggiabilità, prevedibilità, possibilità di suddividere le azioni per step. È importante cercare di aderire il più possibile a queste routine, a prescindere dalle fatiche che bambini e bambine possono sperimentare.
Spesso, per riuscire ad accompagnare al meglio figlie e figli al sonno, non bisogna tanto lavorare al momento della routine pre-nanna, ma ripercorrere la giornata: a volte è necessario rallentare i tempi, i ritmi, ridurre la quantità di stimoli e attività.
L’osservazione della giornata
Impariamo a osservare come i bambini e le bambine vivono la giornata per alleggerire la quantità di stimoli e attività ed evitare che arrivino la sera troppo stanchi.
I comportamenti che i piccoli attivano la sera – la lettura di una storia in più, la necessità di bere un bicchiere d’acqua, la pipì che scappa più volte – sono un’opportunità per riflettere su come possiamo rivedere le loro giornate ed evitare di focalizzarci solo sul momento del sonno.
Quando un bambino, una bambina, non vuole addormentarsi, non ci sta provocando né si sta opponendo: gli ormoni in circolazione nel sangue non favoriscono l’abbandono al sonno e la fatica ad addormentarsi è grande.
I momenti di passaggio nei contesti 06
Nei contesti educativo-scolastici 06 le transizioni sono innumerevoli. A partire dall’ingresso al nido o alla scuola dell’infanzia fino all’uscita pomeridiana, abbiamo una serie di momenti di passaggio caratterizzati da cambiamenti di ambienti, persone che si relazionano ai bambini/e, proposte educative, routine.
Alcuni bambini e bambine possono provare fatica perché il cambiamento di scenario sfida la capacità di riorientare il loro funzionamento nella nuova situazione.
I piccoli faticano a modificare il comportamento a seconda dell’ambiente, della proposta educativa, della persona.
Il body budget
In queste situazioni nei contesti educativi entra in gioco il tema del body budget o bilancio corporeo. È la riserva energetica che tutti noi abbiamo per affrontare le varie sfide della giornata e le relative transizioni.
Molti bambini e bambine – ma anche adulti – durante i momenti di passaggio effettuano un prelievo sul body budget, sul conto corrente energetico: l’entità di questo prelievo è soggettivo e in alcuni casi i piccoli manifestano una maggiore fatica.
Consigli per accompagnare i bambini nei momenti di passaggio
Proponiamo alcune strategie educative di ampio respiro che possono aiutarti ad accompagnare bambini e bambine durante le transizioni. Si possono adattare sia nei contesti educativo-scolastici, sia a casa.
Ascolta tutti gli esempi sui momenti di passaggio nel podcast: I momenti di passaggio che fatica!
- Capire quali sono i momenti di passaggio più faticosi
Può succedere che Giovanni, Lucia, faccia meno fatica ad alzarsi dal letto il lunedì e il giovedì, oppure che accolga il sonnellino pomeridiano al nido con maggiore facilità il venerdì. Lo osserviamo nella quotidianità durante le consulenze.
A volte ci sono bambini e bambine che il martedì e il mercoledì sono più in fatica. Quando lavoro con i genitori e facciamo un’analisi, scopriamo che quei giorni sono più impegnativi e ricchi di attività e l’eccessiva stanchezza impedisce il rilassamento sufficiente per addormentarsi.
Allarghiamo lo sguardo a 360° e cerchiamo di rintracciare in modo trasversale le ridondanze, i pattern, gli schemi che generano fatica e individuare cosa c’è di diverso.
Magari il bambino o la bambina non dorme le ore sufficienti, oppure la sera ha mangiato più leggero, il giorno prima ha avuto una giornata meno impegnativa e il giorno successivo al risveglio tutto va più liscio.
Questi aspetti ci possono fornire utili e importanti informazioni per dirigere la nostra azione educativa e il supporto per attraversare le transizioni.
Ogni caso è a sé, non esistono ricette universali. Possiamo ricavare spunti e orientamenti a partire dall’osservazione che ci supporta nella progettazione dell’aiuto.
- Elaborare l’aiuto concreto
Dopo aver osservato progettiamo dei possibili aiuti che supportino i bambini e le bambine. In linea generale è importante preavvisare i bambini/e delle transizioni. Per esempio, dire a nostro figlio o figlia: “Giovanni, Lucia, tra cinque minuti spegniamo la televisione, quando finisce questo episodio è il momento di spegnere, perché la cena è pronta, andiamo a lavarci le mani e ci prepariamo per mangiare”.
Diamo un avviso al bambino e alla bambina per aiutare a comprendere il momento di passaggio e orientare nella percezione del tempo.
Potrebbe essere utile avere sottomano una clessidra che ci supporta a livello visivo per cui il bambino o la bambina può osservare il tempo che passa.
L’importante è accompagnarli/le senza diventare pressanti.
- Creare una relazione e dare un aiuto individuale
Un altro aspetto importante dei momenti di passaggio è connettersi a livello relazionale col bambino e la bambina. Possiamo farlo a casa con i nostri figli e figlie ma anche al nido e alla scuola dell’infanzia con i soggetti che fanno più fatica.
Affianchiamoci a bambini e bambine, connettiamoci sul piano relazionale e aiutiamo a concludere l’attività che stavano svolgendo.
Forniamo un aiuto individuale a chi fa più fatica a superare quel particolare momento di passaggio: può essere importante un sorriso, uno sguardo empatico, un tocco dolce magari sulla mano per avere l’attenzione del bambino/a e dare un rimando “Che disegno interessante hai fatto, sei soddisfatta del tuo lavoro? Forse non hai ancora finito. Guarda se non l’hai finito non c’è problema lo mettiamo qui nel tuo casellario e quando torniamo dopo pranzo lo puoi terminare”.
- Rimanere centrati
Durante la fase di accompagnamento nei momenti di passaggio è importante per noi adulti rimanere centrati. Se trasmettiamo ansia e pressione a bambini e bambine, si sentiranno a disagio. Rimaniamo in equilibrio.
Se sappiamo che un bambino, bambina ha bisogno di più tempo per la transizione, anticipiamo i tempi degli avvisi e muoviamoci con maggiore distensione per non causare ansia.
- Favorire il contatto fisico
Il contatto fisico aiuta molto bambini e bambine durante i momenti di passaggio: possiamo tenere in braccio i piccoli, dare loro la mano oppure permettere ai pari di prendersi per mano per spostarsi dalla classe al bagno e poi alla sala mensa.
- Cantare
Un’attività che aiuta molto ad attraversare i momenti di passaggio è cantare insieme perché il canto è un potente strumento di regolazione del nostro sistema nervoso. Ci mette in bolla e favorisce una respirazione rilassata che calma il nostro corpo.
- Affidare dei compiti a bambini e bambine
Affidare un compito di responsabilità a bambini e bambine durante i momenti di passaggio è un supporto molto utile: “Guarda Giovanni, guarda Lucia, adesso andiamo in bagno, porti per favore questo pacchetto di pannolini mentre andiamo in là? Grazie”.
A casa, durante la transizione, possiamo chiedere al bambino/a se per piacere porta in bagno l’asciugamano, la confezione di sapone, shampoo o qualsiasi altra cosa.
Dare un compito e responsabilizzare bambini e bambine durante le transizioni è un modo per superarle con maggiore agilità.
- Proporre i lavori pesanti
Ai bambini e alle bambine piace far finta di saltare come canguri o come rane mentre si spostano da un ambiente all’altro. L’attività motoria intensa favorisce la regolazione.
Possiamo proporre questi momenti ludici anche a casa, proponendo ai nostri figli e figlie di andare in bagno per fare la doccia come se fossimo elefanti, serpenti, formiche: usiamo la fantasia.
Sono tutti esempi a costo zero, che non richiedono dispendio economico e che possiamo attivare in qualsiasi momento.
Siamo umani, anche durante i momenti di passaggio
Se il bambino, la bambina, nonostante tutto il nostro aiuto fa comunque fatica e ha un momento di disregolazione, il nostro compito è supportare e dare al bambino, alla bambina, la possibilità di esprimere la sua emozione.
Quando il piccolo si sarà calmato, possiamo mettere parole sull’accaduto: “Caspita Giovanni, caspita Lucia, per te è proprio tanto difficile svegliarti al mattino, è tanto difficile andare a dormire la sera, lo capisco, guarda sai che a volte succede anche a me? A volte sono talmente stanca la sera che non riesco ad addormentarmi e solo l’idea di andare a letto mi dà persino fastidio. Guarda può capitare a tutti, ci sono io qui con te, vedrai che adesso un po’ per volta andrà meglio e nel tempo impareremo a passare in mezzo a queste situazioni”.
Essere accoglienti nei confronti di bambini e bambine è importante, anche se non riusciremo ad agire sempre questi atteggiamenti perché ci sono situazioni che ci mettono alla prova, in particolare a casa.
Un’educatrice, un educatore, un’insegnante è un professionista e utilizza tutte le sue competenze professionali per superare i momenti di passaggio.
Un genitore è più coinvolto a livello affettivo, ed è facile vivere più di pancia alcune situazioni a causa della fretta del mattino o della stanchezza serale.
Non è un problema, non dobbiamo essere perfette e perfetti. È meglio essere nella possibilità di accompagnare i bambini e le bambine sapendo che ci sarà quella volta in cui non ce la facciamo, perdiamo la pazienza. Ma va bene, siamo umani. L’importante è riparare la rottura relazionale, usando la regola dei terzi che trovi qui: