Separazione e figli: cosa fare con i bambini

Educazione e sviluppo infantile, Genitori
Separazione e figli: cosa fare - Percorsi Formativi 06

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06

Un tema delicato e oggetto di discussioni è quello della separazione e figli. Nel contesto sociale e culturale che stiamo vivendo sono sempre più frequenti le situazioni di separazione e divorzio delle coppie con bambini e bambine anche molto piccoli.

I motivi sono molteplici e non è nostro obiettivo analizzarli in questa sede.

Al contrario di ciò che professano le credenze abituali, la separazione o il divorzio dei genitori non rappresenta per forza un evento traumatico nel percorso di vita di un bambino, una bambina, sebbene sia senza dubbio un evento triste e spiacevole per tutta la famiglia.

Quando i genitori si separano o divorziano i figli e le figlie vivono emozioni dolorose, ma non significa automaticamente che siano traumatizzati.

Capita anche a noi educatrici, educatori e insegnanti di avere in classe bambini e bambine di genitori separati che richiedono la nostra attenzione e cura: le figure professionali possono aiutare le famiglie nel supportare le figlie e i figli nella separazione.

Siccome l’argomento separazione e figli – o divorzio e figli – desta diversi dubbi e preoccupazioni per l’equilibrio famigliare e la crescita di bambini e bambine, in questo articolo proponiamo alcune riflessioni sul coinvolgimento emotivo e vediamo insieme come attraversare l’evento.

 

Indice dell’articolo

I bambini di genitori separati e il coinvolgimento emotivo

Cosa dire ai bambini durante la separazione

Cinque suggerimenti pratici per attraversare la separazione con i bambini

Attraversare la separazione con consapevolezza

I bambini di genitori separati e il coinvolgimento emotivo

Parliamo di trauma quando gli individui non riescono a pensare, elaborare e di conseguenza superare i vissuti spiacevoli. Accade tanto ai piccoli, quanto agli adulti. Concentriamoci sui primi: se accompagniamo bambini e bambine sul piano emotivo, possono attraversare qualsiasi esperienza.

L’importante è che sia presente un adulto sensibile e responsivo al loro fianco – l’adulto guida – in grado di verbalizzare i vissuti e mettere parole sull’accaduto con l’obiettivo di aiutarli a strutturare un pensiero, una riflessione, sulle esperienze accadute.

Durante la separazione o il divorzio è rilevante focalizzarsi sull’approccio con cui i genitori gestiscono l’evento e le emozioni correlate, sia le loro che dei figli e delle figlie, e tenere in considerazione due aspetti:

  • il modo in cui continuare la relazione con il bambino, la bambina,
  • l’evitare di strumentalizzare i figli/e per agire una guerra reciproca.

Coinvolgere il figlio, la figlia, nelle questioni personali tra genitori è molto rischioso perché pone il piccolo in quello che viene definito conflitto di lealtà: di fatto è come se chiedessimo al bambino, alla bambina, di schierarsi dall’una o dall’altra parte.

Questa scelta è impossibile per il bambino/a in quanto ama entrambi i genitori: scegliere di parteggiare per l’uno o l’altro genera un disagio irrisolvibile, con potenziali conseguenze sul piano psicologico.

Per bambini e bambine il rapporto con i genitori dovrebbe essere libero e svincolato da eventuali rancori, recriminazioni, critiche esplicite o velate che caratterizzano il loro rapporto.

Di fronte al figlio, alla figlia, i genitori dovrebbero evitare di parlare male l’uno dell’altro e di agire comportamenti non verbali che esprimono un disagio verso l’altro genitore: i bambini sono abilissimi a decodificare ogni minimo gesto, postura, mimica facciale, tono di voce, prossemica e comprendono molto bene quando c’è qualcosa che non va.

Noi adulti dovremmo fare gli adulti ed essere in grado di attraversare le nostre emozioni lontano dallo sguardo attento di bambini e bambine, in modo da non coinvolgerli nelle nostre questioni.

Durante la separazione o il divorzio – e in molteplici situazioni famigliari – gli adulti hanno il compito di comprendere e riconoscere prima le loro emozioni e poi di aiutare bambini e bambine ad attraversare i loro stati emotivi.

Un adulto fermo, saldo e consapevole è più pronto a sostenere i piccoli.

 

Cosa dire ai bambini durante la separazione

Vediamo ora più da vicino alcuni punti importanti per affrontare al meglio questo delicato passaggio che può interessare il ciclo di vita di adulti e bambini, bambine.

Cosa possiamo dire ai piccoli in base alla loro età? Quali parole possiamo usare per spiegare la situazione?

Bambini e bambine di età inferiore ai 18-24 mesi

In questa fascia di età non è utile riversare su di loro un numero di parole eccessivo, spiegazioni, giustificazioni che risulterebbero poco comprensibili. I piccoli si renderanno davvero conto di cosa significa una separazione o un divorzio nel momento in cui un genitore non sarà più in casa.

È importante stare vicino a bambini e bambine e far percepire la nostra presenza rassicurante e spiegare loro con parole molto semplici e concrete il nuovo assetto abitativo.

Bambini e bambine dai 24 mesi

Dopo i 24 mesi possiamo usare parole semplici per spiegare l’evento, senza esagerare con concetti troppo complessi. Per esempio, potremmo dire una frase simile a: “Mamma e papà hanno deciso di vivere in due case diverse. Questa decisione non ha a che fare con te o con qualcosa che tu hai detto o hai fatto. È una nostra decisione. Continueremo ad amarti sempre e ci prenderemo sempre cura di te, tutti e due”.

Successivamente, quando l’altro genitore cambia casa potremmo dire, per esempio: “Domani la mamma/il papà andrà a vivere nell’altra casa. Poi tu starai un po’ qui con me e un po’ nell’altra casa con la mamma/il papà”.

Con bambini e bambine molto piccoli – sotto i 3 anni – può essere utile aspettare a comunicare la notizia della separazione fino a quando la nuova casa è pronta.

Informare oggi un bambino/a così piccolo della separazione e aspettare mesi prima che uno dei due genitori si trasferisca, può rendere faticosa la comprensione dell’evento. È più semplice aspettare e dare al bambino/a la notizia poco tempo prima del trasferimento.

Suggeriamo di portare il piccolo a vedere la nuova sistemazione e il posto che abbiamo riservato per lui o lei.

Bambini e bambine dai 3 ai 6 anni

A volte i bambini e le bambine in età prescolare 3-6 anni possono esprimere a parole il desiderio che mamma e papà tornino a vivere insieme, soprattutto se i genitori hanno impostato uno stile educativo adeguato e piacevole. In questa fascia di età può essere difficile capire perché i genitori non vivono più insieme. Di fronte a tali affermazioni, possiamo rispondere: “Capiamo che il tuo desiderio sarebbe quello di rivederci vivere insieme, ma questo non è possibile. Entrambi ti amiamo molto e continueremo a prenderci cura di te. Ma abbiamo fatto questa scelta e non vivremo più nella stessa casa”.

Qualora il bambino, la bambina, esprimesse preoccupazione in merito all’abbandono, i genitori possono rassicurarlo/a con parole come: “Mamma e papà ti vorranno sempre bene e non ti abbandoneranno mai, anche se non viviamo più insieme. Saremo sempre qui per te e con te”.

 

Cinque suggerimenti pratici per attraversare la separazione con i bambini

La separazione dei genitori è un evento delicato da attraversare a prescindere dall’età di bambini e bambine. Certo, più sono piccoli, più è complesso spiegarne le motivazioni.

Condividiamo cinque suggerimenti pratici per i genitori che si trovano in questa situazione, da adattare al proprio contesto famigliare.

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  1. Donare sicurezza affettiva

Bambini e bambine hanno bisogno di sapere che, anche se i genitori non vivono più insieme, saranno sempre e comunque presenti nella loro vita, a prescindere da qualsiasi condizione. Ciò significa che necessitano di continuare a godere di una stabile sicurezza affettiva e di vedere con continuità i genitori, nei tempi e modi che i genitori stessi decideranno durante la separazione.

 

  1. Normalizzare il passaggio da una casa all’altra

Il fatto che il bambino transiti su due abitazioni differenti può diventare una risorsa e non rappresentare uno svantaggio: è compito degli adulti focalizzare i punti di forza della situazione, evidenziarli al figlio, alla figlia, e accogliere la sua eventuale fatica nel passaggio da un luogo all’altro.

Questo momento di transizione può essere difficile per alcuni bambini e bambine: il problema può non risiedere nel mancato desiderio di vedere la mamma o il papà o di trascorrere del tempo insieme a un genitore. Il problema, a volte, è solo il cambiamento di situazione.

In questi casi è importante che i genitori non utilizzino la fatica del bambino/a per agire contro il partner e mettere cattivi pensieri su come accompagni emotivamente il figlio/a in questa fase.

Cosa possiamo fare? Soprattutto per i bambini e le bambine in età prescolare, suggeriamo di creare un semplice rituale di saluto alla mamma/al papà e anche alla casa.  Può essere un buon sostegno per il piccolo: per esempio, il genitore affida al bambino/a un suo oggetto che deve custodire con sé e poi restituire alla visita successiva.

Consentiamo al bambino, alla bambina, di portare con sé l’eventuale oggetto transizionale, il talismano, donato dall’ex partner.

 

  1. Introdurre routine stabili e prevedibili

I genitori possono personalizzare lo spazio in cui vivrà il bambino/a a seconda dei suoi gusti. Può essere utile creare e mantenere in ciascuna casa delle routine stabili e prevedibili, soprattutto per i piccoli sotto i 3 anni. È meglio se le routine sono simili in tutte e due le case ma, se ciò non fosse possibile, l’importante è che in ogni abitazione sia presente un orizzonte di prevedibilità nella sequenza degli eventi.

 

  1. Usare il calendario

Per supportare i bambini e le bambine in età prescolare nella comprensione dello scorrere del tempo, anche affettivo, che intercorre tra una visita e l’altra, può rivelarsi utile posizionare in ciascuna abitazione un calendario con delle caselline. Qui possiamo segnare, per esempio con un cuoricino, il giorno in cui si tornerà da mamma o da papà e, giorno per giorno, barrare ciascuna casella in modo che i piccoli possano rendersi conto del tempo che passa con un supporto visivo. Se poi i genitori appendono accanto al calendario una foto dell’ex partner, è ancora più semplice per il bambino/a concretizzare la situazione.

 

  1. Proporre le videochiamate e accogliere le emozioni

Abbiamo l’opportunità di effettuare chiamate e videochiamate. Se il bambino/a manifesta emozioni di tristezza e nostalgia per l’altro genitore è normale, si tratta di stati d’animo appropriati alla situazione che non sono per forza indice di trauma, ma di una sana espressione di sé.

È importante accogliere ogni emozione e trasmetterne al piccolo la normalità: “Sei triste, ti manca la mamma/il papà…è normale…piangi pure, io sono qui con te…poi vedrai che andrà meglio”.

È altrettanto normale e comprensibile che un genitore si senta dispiaciuto di fronte a questi vissuti del figlio/a. Evitiamo di ingigantirli, preda dei sensi di colpa, e ricordiamo che non stiamo parlando di traumi se il bambino/a è accolto e accompagnato nella sua digestione emotiva. Anzi, è proprio grazie al fatto che il piccolo può esprimere le sue emozioni che lo preserviamo dal trauma.

 

Attraversare la separazione con consapevolezza

A volte, anche se i genitori mettono in pratica questi suggerimenti, i bambini e le bambine possono manifestare la loro fatica e il loro dispiacere in molteplici modi, per lo più non verbali e di ordine comportamentale.

Per esempio, potremmo osservare:

  • maggiore frequenza di pianti, crisi di rabbia, irritabilità, aggressività,
  • comportamenti inibiti o, al contrario iperattivi, non in senso clinico,
  • regressioni nel mangiare, nel dormire, nel controllo sfinterico,
  • fatica nel distacco anche per andare al nido/ a scuola,
  • somatizzazioni come mal di testa, mal di pancia,
  • incubi notturni,
  • nuove paure.

 

È fondamentale che i genitori diano del tempo ai bambini e alle bambine e si diano tempo per attraversare con consapevolezza il divorzio o la separazione insieme ai piccoli.

Consigliamo di continuare con costanza ad agire buone pratiche educative e sostenere il figlio, la figlia, sul piano emotivo. Un po’ per volta il tempo, insieme a noi adulti, farà il suo lavoro.

Non possiamo pensare che un passaggio di vita così significativo si risolva con un rapido cambio di pagina: gli adulti-guida in questa situazione è importante si dotino di calma, costanza e pazienza.

Un ultimo suggerimento: impariamo ad avere consapevolezza dei nostri vissuti. Se un genitore si rende conto di essere in grande fatica nel gestire le sue emozioni o quelle del figlio, della figlia, farsi accompagnare da un professionista può rivelarsi un aiuto indispensabile per superare la situazione con serenità senza compromettere il benessere di bambini e bambine. Allo stesso modo, se osserviamo segnali significativi di disagio del bambino/a, confrontiamoci col pediatra e valutiamo di rivolgerci a una/o psicoterapeuta dell’età evolutiva.

Attraversa insieme a noi la separazione: chiedi un aiuto

 

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Il dolore dei bambini, articolo di Silvia Iaccarino

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Qualche suggerimento di lettura…

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