Per “arte effimera” s’intende quel movimento artistico che ha prodotto, nella storia dell’arte, una prospettiva teorica e metodologica basata su alcuni concetti: l’azione vista come opera d’arte in sé; la preminenza del processo sul prodotto; la valorizzazione della trasgressione e dell’impertinenza; l’utilizzo di materiali inconsueti; il processo creativo come attività espressiva e liberatoria.
L’utilizzo in educazione di materiali non convenzionali (loose parts) nella prospettiva dell’arte effimera può generare riflessioni interessanti sul “fare dei bambini”, sulle modalità di lettura e interpretazione delle produzioni spontanee e dei relativi apprendimenti, nonché sulle azioni educative e prassi pedagogiche: la destrutturazione dei materiali e dello spazio, infatti, può avere come conseguenza, a certe condizioni, una progressiva destrutturazione degli schemi mentali adulti. Sul piano della progettazione pedagogica ciò significa l’adozione di una postura differente, di attesa non passiva, capace di cogliere la categoria dell’ effimero, di cercarlo e di sostenerlo: una sorta di “improvvisazione” educativa che si sofferma su tutti quegli apprendimenti che accadono al di fuori di quanto preventivamente predisposto e programmato. Apprendimenti “imprevisti”, vale a dire inattesi, e “impertinenti”, ovvero persino non coerenti, fuori dagli schemi (dell’adulto) eppure importanti, legittimi, ricchi.
Alcune delle questioni che verranno affrontate
L’effimero in educazione. I principi dell’arte effimera e la Teoria delle Loose Parts. Processi di conoscenza, creatività e gioco. Arte-scienza-bellezza. Lo spazio euristico. La comunità educante. L’adulto “destrutturato” e il bambino “intraprendente”. Documentare l’effimero.