di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06
La paura del dottore è un tema che riguarda la sfera della relazione educativa con bambini e bambine, in particolare nella fascia 06.
Il camice bianco incute timore, tanto a noi adulti quanto ai piccoli e alle piccole.
Andare dal dottore è, purtroppo, un’esperienza abbastanza frequente nei primi anni di vita perché bambini e bambine si ammalano spesso, soprattutto nello 03.
La tosse, il raffreddore, le coliche, problemi intestinali (e chi più ne ha, più ne metta) sono disturbi tipici dello 06 che è giusto non sottovalutare.
Ora, in che modo possiamo individuare alcune strategie di aiuto per accompagnare bambini e bambine nell’esperienza dal medico e aiutarli a superare la paura del dottore?
Ne parliamo in questo articolo.
Indice dell’articolo
La paura del dottore in età adulta
Dieci strategie per aiutare i bambini ad attraversare la paura del dottore
- Avvisare e spiegare
- Considerare la sensibilità del bambino, bambina
- Normalizzare le emozioni
- Utilizzare un approccio ludico
- Proporre un oggetto da supporto
- Proporre pratiche di respirazione consapevole e immaginazione guidata
- Progettare un piano
- Mantenere il piano
- Coinvolgere i bambini e offrire un ruolo decisionale
- Confrontarci con i bambini
Bibliografia sulla paura del dottore
La visita dal medico può essere per bambini e bambine un momento poco piacevole, in particolare quando devono sottoporsi a un prelievo del sangue, a un vaccino o a un esame un po’invasivo.
In queste situazioni avere degli spunti e delle indicazioni su come comportarsi può essere utile per alleggerire l’esperienza della visita medica dal pediatra e smorzare la cosiddetta paura del dottore di cui tutte e tutti noi abbiamo più o meno sofferto.
La paura del dottore in età adulta
Alcuni studi americani (trovi le fonti in bibliografia) evidenziano un fatto: la paura degli aghi – ed esperienze simili – sviluppata dalla maggior parte degli adulti può derivare da esperienze accadute prima dei cinque anni.
Le ricerche dimostrano che una fascia di persone adulte evita le cure mediche perché spesso queste comportano l’uso di aghi e vanno incontro a problemi di salute che si aggravano nel tempo perché non vengono prese in carico.
Alcuni adulti evitano l’esperienza del prelievo del sangue o delle vaccinazioni perché hanno paura.
Da questi dati deduciamo che le esperienze col medico dei primi cinque anni di vita possono avere delle ricadute nell’età adulta.
I primi sei anni di vita del bambino e della bambina – in particolare i famosi primi mille giorni – sono molto importanti sotto diversi punti di vista.
Le esperienze dal medico non fanno eccezione, soprattutto quando la visita medica prevede un vaccino, un prelievo del sangue, una puntura sul dito, un’iniezione.
È importante aiutare i bambini e le bambine ad attraversare le esperienze precoci in ambito medico, sia per smorzare la paura del dottore, sia perché nel corso della vita e in età adulta possano mantenere un ricordo favorevole dell’incontro con il medico.
In questo modo evitiamo che i nostri figli e figlie sviluppino da adulti il terrore o la fobia di fare una visita o un esame, anche un banale prelievo del sangue.
Dieci strategie per aiutare i bambini ad attraversare la paura del dottore
Per alleviare o superare la paura del dottore abbiamo a disposizione alcune strategie educative e supporti pratici che possono aiutare sia noi adulti, sia bambini e bambine.
La prima, anzi primissima cosa da fare è avvisare i bambini e le bambine della visita medica e spiegare cosa accadrà durante l’incontro con il dottore: con precisione se conosciamo le procedure, in linea più generica se abbiamo solo un’idea.
Se, per esempio, sappiamo che portiamo nostro figlio o figlia dal pediatra per un vaccino, un prelievo del sangue, una puntura al dito, diciamolo con chiarezza.
A prescindere dalla tipologia di incontro con il medico curante è importante che i bambini e le bambine abbiano contezza di quello che sperimenteranno durante l’esperienza.
Spesso noi adulti pensiamo che tacere i fatti ai piccoli sia una strategia valida. In realtà è sempre utile rendere note le situazioni, anche per preparare bambini e bambine da un punto di vista emotivo.
Quando spieghiamo l’esperienza che incontreranno dal medico possono, se hanno già sviluppato il linguaggio, porre delle domande per comprendere meglio o esprimere le loro fatiche.
Raccontiamo a bambini e bambine in cosa consiste la visita medica, se il dottore usa degli aghi o altro: più siamo specifici, meglio è.
Non è necessario avvisare con troppo anticipo, può essere sufficiente farlo il giorno prima oppure la mattina per il pomeriggio, anche a seconda dell’età e del carattere del bambino, bambina.
In base alle situazioni sperimentate in passato, valutiamo l’anticipo necessario per dare questo avviso con l’obiettivo di diminuire il più possibile le fatiche.
Caliamo la gestione delle tempistiche dell’avviso in base alla sensibilità di ogni bambino e bambina.
Uno studio americano del 2021 sul tema della visita dal medico (con interviste a 167 bambini tra i 7 e i 10 anni) ha messo in luce che i bambini e le bambine con la paura più alta della visita medica apprezzavano l’essere informati in anticipo sugli appuntamenti dal medico e sulle procedure che avrebbero attraversato in occasione della visita.
Più i bambini e le bambine hanno paura di attraversare un’esperienza, più apprezzano il conoscerla con anticipo.
Prepararsi a livello mentale a una situazione è utile ai nostri figli e figlie ma anche a noi adulti.
Per avvisare bambini e bambine in modo dettagliato possiamo usare, per esempio, una frase di questo tipo:
“Giovanni, Lucia domani pomeriggio andremo dal dottore/dalla dottoressa. E succederà questo, questo e quest’altro. La visita durerà circa 10 minuti, un tempo grande così (aiutiamo visivamente se non hanno ancora la concezione del tempo).
Guarda che 10 minuti è un tempo molto breve, vedrai che passerà in fretta”.
Molte volte noi adulti pensiamo sia più rassicurante dire ai bambini/e che quello che vivranno dal medico non farà loro del male.
In realtà non è affatto detto che sia così: sappiamo bene che anche un semplice prelievo, una puntura al dito, un vaccino può essere doloroso.
Per un motivo fondamentale: ognuno di noi sente a modo suo. Grazie al nostro ottavo senso, l’interocezione, siamo sensibili in modo diverso.
Quando spieghiamo a bambini e bambine lo svolgimento di una visita medica non cerchiamo di rassicurarli dicendo loro che non sentiranno nulla. Piuttosto diamo indicazioni neutrali e teniamo uno sguardo ampio. Per esempio, se i nostri figli e figlie dovessero chiederci quanto è doloroso un esame, possiamo dire loro che per alcune persone lo sarà di più e per altre meno, perché dipende da come sentiamo quel dolore.
Non diciamo a priori che la puntura, il vaccino, il prelievo saranno troppo o per nulla dolorosi: la sensibilità è soggettiva.
Aiutiamo il bambino e la bambina a comprendere che è normale che lui o lei possa sentire più o meno dolore ma che è anche normale che lui o lei provi timore, paura, sia spaventato/a.
In questi casi è utile raccontare le nostre esperienze di quando eravamo bambini e bambine, dicendo che abbiamo vissuto una paura simile.
“Guarda Giovanni, guarda Lucia è normale, capita a tante persone di avere un po’ il timore della visita, di avere paura del dottore. È successo anche a me quando ero bambino/a e a volte mi succede ancora adesso. Può capitare, non c’è problema. È un’esperienza che attraversiamo insieme. Non sei da solo, non sei da sola”.
Evitiamo di mistificare o sminuire l’impatto dell’esperienza in termini di dolore e/o di paura e proviamo a normalizzare l’esperienza e sottolineare la nostra presenza.
Se vuoi approfondire il tema dell’esperienza traumatica e del trauma, ne ha parlato Silvia nel podcast dedicato.
Quando bambini e bambine hanno paura della visita medica
Un’altra cosa importante che possiamo fare nella fase preparatoria alla visita medica, in base all’età del bambino, della bambina e al tempo che abbiamo a disposizione è usare il gioco simbolico: giocare alla visita dal dottore.
A cosa serve prepararsi attraverso il gioco? Aiuta il bambino o la bambina a padroneggiare l’esperienza in una forma ludica: noi adulti ci fingiamo i pazienti, e i nostri figli e figlie fanno il dottore. Questo passaggio li aiuta a comprendere l’esperienza e assumere un ruolo attivo in quella situazione.
Durante il gioco bambini e bambine hanno l’opportunità di relazionarsi con i genitori, ma anche di vivere la complessità della situazione, identificarsi nel ruolo del dottore e osservare le reazioni dei pazienti.
Il momento del gioco, oltre a smorzare la paura del dottore, ci aiuta a capire quali emozioni bambini e bambine hanno bisogno di elaborare e di approfondire.
Durante il gioco chiediamo loro che tipo di paziente desiderano curare.
Potremmo dire, ad esempio:
“Mentre io sono il paziente, cosa vuoi che faccia?
Concordiamo un pochino insieme lo scenario del gioco, la narrativa. Cosa facciamo?
Facciamo la puntura? Ok, quando mi fai la puntura cosa vuoi che faccia? Piango? Non piango? Va tutto bene, dimmi tu”.
In questo modo osserviamo cosa il bambino e la bambina ci chiede di mettere in scena per capire quali possono essere le sue preoccupazioni.
Concordiamo con i nostri bambini e bambine eventuali ausili che possano supportare lungo il tragitto verso lo studio medico e durante la visita. Per esempio, possono portare con sé il pupazzo, il libro, il gioco preferito da usare anche in sala d’attesa.
Proporre ai nostri figlie e figlie già durante il tragitto verso il medico di fingere di fare le bolle di sapone può aiutare tantissimo.
Il gesto è infatti caratterizzato da una inspirazione corta e una espirazione lunga: questa modalità stimola il nervo vago-ventrale e permette a bambini e bambine di trovare tranquillità e centratura.
Siccome non possiamo spiegare ai piccoli cosa sia la respirazione consapevole, offriamo loro l’esempio delle bolle di sapone per aiutarli. E respiriamo anche noi insieme a loro.
Questo gioco è utile anche i giorni precedenti la visita medica, così bambini e bambine fanno un po’ di pratica. Ecco cosa potremmo dire:
“Giovanni, Lucia guarda ti insegno un modo per respirare che ci fa stare più tranquilli” e proponiamo il gesto delle bolle di sapone.
La respirazione consapevole è da gestire in base all’età di bambini e bambine.
Ai più grandi possiamo proporre l’immaginazione guidata, facendo immaginare al bambino e alla bambina un paesaggio che rilassa, un ricordo confortante, qualcosa che crei uno scenario mentale rassicurante.
Scenario al quale possono pensare mentre sono dal medico. Potremmo dire loro che anche noi usiamo questa tecnica, magari facendo esempi sugli scenari che immaginiamo.
Un’altra cosa che possiamo fare insieme al nostro bambino o bambina, sempre in base all’età, è elaborare un piano strategico il giorno precedente la visita, una routine per far fronte all’esperienza.
Prepariamo un’agenda visiva che rappresenti gli step della visita e accompagni bambini e bambini a
incontrare, attraversare, l’esperienza.
Poi la raccontiamo:
“Guarda Giovanni, Lucia domani funzionerà così: ti vengo a prendere a scuola, saliamo in macchina, andiamo allo studio del dottore/della dottoressa, scendiamo dalla macchina, entriamo in studio, stiamo un pochino di tempo in sala d’attesa e possiamo portare il tuo gioco preferito, il tuo libro preferito, la tua copertina preferita. Se preferisci ti tengo in braccio, facciamo le coccole. Poi a un certo punto il dottore ci chiama e noi entriamo nello studio del medico. Ti ricordi è il dottor Mario.
Quando saremo lì lui fa così e così… e quando torniamo a casa facciamo una bella merenda, ci facciamo le coccole, facciamo un bagno caldo, leggiamo un altro bel libro”.
Adatta il racconto in base alle esigenze del tuo bambino, bambina. L’importante è che abbia chiari i passaggi della giornata, compreso il ritorno a casa.
Possiamo proporre questa preparazione anche con i piccoli in età 03, perché ci capiscono benissimo. Riduciamo il racconto ma spieghiamo il nostro piano.
Concordare la strategia diventa più semplice quando bambini e bambine sono più grandi: coinvolgiamoli chiedendo loro quale pupazzo li può accompagnare meglio, di quale nostro gesto hanno bisogno.
Aiutiamoli e comprendere che è normale avere paura. Normalizziamo la situazione della visita medica e rassicuriamo dicendo che quanto abbiamo stabilito insieme nel piano li aiuterà a superare l’esperienza e che potrebbero comunque essere un po’ nervosi.
Ricordiamo di dire loro che una volta finita la visita riprenderemo le nostre abitudini, le routine.
Questo aspetto è fondamentale da sottolineare per aiutare bambine e bambine a non spaventarsi delle loro emozioni.
La normalizzazione delle esperienze è un supporto e, tra l’altro, aiuta bambini e bambine durante la crescita a essere accoglienti verso le emozioni che provano, a non spaventarsi delle loro emozioni.
Quando siamo dal medico e nostro figlio, figlia, sta attraversando l’esperienza, manteniamo tutto quello che abbiamo concordato insieme e diamo valore al piano strategico.
La ricerca già citata evidenzia che il dolore legato alle punture, ai vaccini, ai prelievi e in generale agli aghi, si riduce quando bambini e bambine stanno in piedi e non sdraiati.
Per esempio, se sappiamo che nostro figlio/a deve fare un vaccino, teniamolo seduto. Magari mettiamoci dietro la sua schiena e creiamo un contatto fisico con il nostro petto, aspetti che avremo già concordato prima dell’evento.
Durante la visita medica offriamo a bambini e bambine la possibilità di effettuare delle scelte.
Se devono fare un vaccino, chiediamo loro in quale braccio preferiscono ricevere l’iniezione.
Possiamo anche chiedere se vogliono tenerci la mano, stare in braccio, rimanere solo vicini oppure preferiscono non avere contatto fisico.
È importante che bambini e bambine possano sentire di avere un minimo di controllo sulla situazione perché se possono controllare quello che sta succedendo, vivono l’esperienza in modo meno spaventoso.
E questo vale a qualsiasi età, anche per noi adulti.
Dopo la visita medica parliamo con il nostro bambino, bambina e chiediamo com’è andata. Facciamolo anche se è piccolo/a: in questo caso aiuteremo a verbalizzare e fissiamo dei pensieri.
La verbalizzazione aiuta il bambino e la bambina a rielaborare e integrare l’esperienza vissuta in modo più efficace e funzionale allo sviluppo emotivo.
Se il bambino/a è più grande e ha una proprietà di linguaggio che consente lo scambio, allora è importante coinvolgerlo. Cerchiamo di dare all’esperienza una cornice di senso non spaventosa, in modo che il bambino, la bambina possa rielaborare il vissuto con ricordi accurati e favorevoli alla sua crescita, senza negare che ha avuto paura o si è sentito in difficoltà.
Dedichiamo del tempo a questo lavoro di elaborazione e integrazione dell’esperienza e ragioniamo con lui o con lei su cosa potremmo fare la volta successiva per diminuire sempre di più la paura del dottore.
La paura è un’emozione
Queste sono dieci strategie che supportano l’l’esperienza dal medico e ne favoriscono la rielaborazione.
La paura (del dottore) è un’emozione e non dobbiamo negarla, così come lo spavento o il dispiacere. Riconosciamole, inseriamole in una cornice: avere paura è normale, non costituisce un problema, né un trauma in sé.
Questo processo aiuta bambini e bambine a fissare nella memoria l’esperienza dal medico come qualcosa che è possibile attraversare.
Ricordiamo che l’obiettivo non è eliminare la paura. La paura fa parte della vita, ci serve: se non la provassimo saremmo già estinti.
Il fine ultimo delle strategie educative condivise qui è fare in modo che la paura non diventi bloccante, non arrivi a un livello tale da congelare e pietrificare il bambino, la bambina oppure provocare scoppi emotivi significativi.
I piccoli possono sperimentare la possibilità di attraversare l’esperienza portando con sé il loro bagaglio emotivo, qualunque esso sia.
Perché nella vita capiterà loro di vivere esperienze che creeranno timore, paura, preoccupazione.
Il nostro compito e permettere a bambini e bambine di essere in grado di attraversare e accogliere tutte le esperienze, anche le meno piacevoli.
Non pretendiamo che i nostri figli e figlie vivano solo momenti favorevoli e rassicuranti perché la vita non è una passeggiata lungomare, è una scalata in vetta. Offriamo loro l’opportunità di sviluppare capacità e strumenti per attraversare le emozioni.
Bibliografia sulla paura del dottore
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19781437/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7993325/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4351276/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33430441/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18492548/