Come aiutare i bambini a esprimere le emozioni

Emozioni e regolazione emotiva, Genitori
Aiutare i bambini a esprimere le emozioni - Percorsi Formativi 06

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06

Durante le consulenze con i genitori capita con una certa frequenza di confrontarci con mamme e papà che raccontano di come i loro bambini e bambine fatichino a esprimere le emozioni.

A volte succede anche quando l’adulto li supporta nell’attraversamento delle emozioni e agisce strategie educative mirate.

Mamme e papà riportano spesso come si approcciano ai figli e alle figlie per rispecchiare le loro emozioni, per aiutare a elaborare le situazioni che possono aver vissuto. E i bambini, le bambine scappano in due modi:

  • manifestano in modo esplicito il desiderio di non parlare dell’argomento e cambiano discorso,
  • si allontanano anche a livello fisico.

Bambini e bambine utilizzano diverse modalità, verbali e non verbali, per dire “Non voglio parlare di quello che è successo”.

In questi casi i genitori si interrogano su come fare, come approcciare i bambini e le bambine in queste situazioni, visto che riconoscono l’importanza di aiutare figlie e figlie a integrare i loro vissuti emotivi con pensieri, riflessioni, parole.

In questo articolo vediamo come aiutare i bambini a esprimere le emozioni in cinque passi.

Per semplificare la comprensione del tema trattato qui, ti suggeriamo di leggere anche questo articolo che offre una premessa completa all’argomento:

Indice dell’articolo

Il momento opportuno per aiutare i bambini a esprimere le emozioni

Essere adulti-guida per aiutare i bambini a esprimere le emozioni

Cinque passi per aiutare i bambini a esprimere le emozioni

La comprensione, l’espressione e la regolazione delle emozioni

Per aiutare i bambini a esprimere le emozioni è importante esserci

 

Il momento opportuno per aiutare i bambini a esprimere le emozioni

Quando bambini e bambine provano un’emozione è importante offrire sul momento una restituzione e verbalizzare quello che è accaduto in loro a livello corporeo ed emotivo.

È anche fondamentale, soprattutto per le esperienze più complesse, aiutare a rielaborare le emozioni e integrarle nella loro esperienza.

Cosa significa? Vuol dire parlarne anche a posteriori, magari alcune ore dopo.

Molte famiglie hanno un momento di scambio con i propri bambini e bambine, in cui le mamme e i papà dialogano con loro di quello che è successo durante la giornata. Ecco, questo spazio può diventare proficuo per aiutare a esprimere le emozioni.

Possiamo trovare diversi momenti per farlo, l’importante è evitare di forzare bambini e bambine e di metterli seduti a tavolino a parlare degli accaduti.

Nella fascia 0-10 bambini e bambine non funzionano come noi adulti, non concepiscono il momento della riunione, perché questa modalità li porta a rifuggire dal desiderio di entrare nelle situazioni.

A volte noi adulti tendiamo in modo involontario ad avere un approccio che obbliga bambini e bambine a parlare di un determinato argomento in un momento preciso della giornata e magari loro non sentono né il desiderio né la necessità di confrontarsi.

Ci sono casi in cui esordiamo in una maniera… un po’ forzata, e con un linguaggio orientato alla predica.

Se il bambino, la bambina, avverte che vogliamo obbligarlo/la a parlare di una certa situazione e di un’emozione, può non desiderare di confrontarsi perché sente che stiamo per impartire una lezione (ovvero: adesso ti spiego come funzionano le cose e in che modo ti devi comportare).

Bambini e bambine non gradiscono questo approccio. Nemmeno noi adulti, a dire il vero.

Come adulti abbiamo il compito di acquisire questa consapevolezza perché, quando sentiamo il desiderio, la volontà, di accompagnare bambini e bambine lungo il loro percorso di crescita emotiva, è importante farlo con una modalità morbida, empatica, accogliente e non stringente.

Oltre a verbalizzare e rispecchiare le emozioni di bambini e bambine sul momento, aiutiamoli ad integrare la loro esperienza emotiva con un dialogo chiarificatore in un tempo successivo.

Quali sono i momenti che le famiglie preferiscono per aiutare i bambini a esprimere le emozioni?

  • Quando mamma e papà si fanno aiutare nelle faccende domestiche (caricare e scaricare la lavastoviglie o la lavatrice).
  • Durante la preparazione del pranzo o della cena, coinvolgendo bambini e bambine in modo attivo.
  • La sera prima di andare a dormire, l’attimo di intimità pre-nanna.
  • Nel momento dedicato a mettere in ordine la cameretta.

Questi sono solo alcuni esempi. Si tratta di momenti utili perché spesso si chiacchiera del più e del meno e, tra un discorso e l’altro, i genitori possono parlare degli avvenimenti della giornata o del giorno precedente.

L’approccio usato dipende sempre dall’età di bambini e bambine e dal loro livello di sviluppo linguistico.

 

Essere adulti-guida per aiutare i bambini a esprimere le emozioni

Abbiamo bisogno di accompagnare bambini e bambine – un po’ come se fossimo dei ciceroni – all’interno del loro mondo emotivo, di aiutarli a prendere dimestichezza con il loro paesaggio interiore e imparare a non averne paura.

C’è un elemento cardine da considerare nella riflessione sullo sviluppo emotivo e della competenza emotiva: bambini e bambine saranno sempre più capaci nel tempo di autoregolarsi e comunicare ciò che sentono perché negli anni imparano ad ascoltarsi, senza avere timore delle proprie emozioni e di ciò che possono incontrare nel momento in cui prendono contatto con i loro vissuti.

Per aiutare i bambini a esprimere le emozioni è utile riprendere le esperienze che hanno attraversato per aiutarli/le non solo a rispecchiarle, ma a comprendere in maniera più ampia la loro esperienza emotiva.

Questo processo aiuta noi adulti a capire cosa succede dentro a bambini e bambine a livello corporeo, fisiologico ed emotivo.

Bambini e bambine hanno bisogno di adulti guida per acquisire nel tempo una buona competenza emotiva.

 

Cinque passi per aiutare i bambini a esprimere le emozioni

Cosa significa insegnare ai bambini a esprimere le emozioni? O, meglio ancora, educare alle emozioni?

Vuol dire aiutare bambini e bambine attraverso il dialogo a capire più a fondo cos’è accaduto dentro di loro e a comprendere cosa è successo per ragionare, riflettere a posteriori, sulla scintilla che ha scatenato la reazione emotiva.

Attraverso le parole e la riflessione noi adulti possiamo aiutare bambini e bambine a comprendere il motivo che ha suscitato l’emozione.

A questo punto cosa può succedere? Si verifica la fatica che riportano molti genitori in consulenza: i bambini possono evitare di ritornare su un evento.

L’esperienza suggerisce che soprattutto bambini e bambine un po’ più grandi, dai quattro/cinque anni in su, agiscono questa modalità di allontanamento. Non vogliono entrare nelle situazioni, in particolare quando l’emozione che hanno attraversato in una data occorrenza ha a che fare con qualcosa che richiama un senso di vergogna, inadeguatezza, paura.

 

La comprensione, l’espressione e la regolazione delle emozioni

Nel caso in cui bambine e bambini rifuggano dal dialogo è importante:

  1. evitare di obbligarli/le a parlare di quello che è capitato a livello emotivo se non lo desiderano in quel momento,
  2. interrogarsi sul modo in cui stiamo proponendo il dialogo al bambino e alla bambina.

Forse il nostro approccio non è favorevole ma forzato: il bambino, la bambina lo capisce e si allontana da noi.

Se invece abbiamo comunque un buon approccio, accogliente, non giudicante, empatico, il problema potrebbe essere un conflitto interiore del bambino, bambina che in quel momento non gradisce affrontare l’argomento.

Come far esprimere le emozioni ai bambini in questi casi?

 

  1. Rispettare la volontà del bambino e rimandare il dialogo a un momento successivo.

Possiamo dire: “Guarda Giovanni, guarda Lucia, capisco che in questo momento per te non è l’occasione giusta per parlare di questa cosa, non c’è problema. Quando e se vorrai, più tardi o anche domani, io ci sono, ne possiamo parlare”.

 

  1. Partire da noi stessi e raccontare la nostra esperienza.

Se per esempio il nostro bambino o bambina è in difficoltà per una situazione che è successa con i pari, magari si è sentito escluso, preso in giro, rifiutato, possiamo raccontare di quando nella nostra vita ci è successo qualcosa di simile.

Di solito bambini e bambine apprezzano molto il racconto degli adulti, perché non si sentono soli “Ah non è successo solo a me, succede anche ad altri, ok non sono l’unico, non sono l’unica, bene”.

E poi ascoltano la testimonianza di una persona importante per loro, il genitore, che parla di come non solo ha vissuto quell’esperienza, ma di come l’ha attraversata e superata.

Quando condividiamo con bambini e bambine le nostre esperienze di vita, sia della nostra infanzia che attuali, normalizziamo l’esperienzaGuarda che quello che stai vivendo succede a tutti”.

Normalizzare non vuol dire sminuire o svalutare. L’obiettivo è rassicurare il bambino o la bambina sul fatto che quello che sta vivendo non è strano, non è fuori dal mondo, ma fa parte delle situazioni che la vita ci riserva.

 

  1. Esplicitare come abbiamo superato quella situazione.

Quando condividiamo il nostro racconto possiamo scegliere gli episodi della nostra vita in base alle similitudini con gli accadimenti del bambino, bambina e spiegare con chiarezza come abbiamo individuato degli aiuti per riuscire a superare il problema.

In questo modo, oltre a fornire testimonianza al bambino/a del fatto che ciò che vive è normale, diamo l’opportunità di prendere esempio dalla nostra esperienza e avviare l’apprendimento di strategie di attraversamento delle situazioni.

 

  1. Rispondere alle domande di bambini e bambine.

Quando raccontiamo le nostre esperienze i bambini e le bambine cominciano a porre domande sulla nostra vita, su quell’episodio in particolare e su altri simili. La loro curiosità ci fa capire che stanno elaborando i dati: nel momento in cui il bambino/a fa domande, chiede, approfondisce, parla di noi e della nostra esperienza, sta in realtà rielaborando la sua esperienza, la sua vita.

Anche se non riusciamo a parlare in modo diretto della fatica del nostro bambino, bambina, anche se narriamo di noi gli/le offriamo l’opportunità di elaborare le esperienze che attraversa.

 

  1. Leggere insieme a bambini e bambine e immedesimarsi nella storia.

Leggiamo le storie insieme a bambini e bambine e proviamo a immedesimarci nei personaggi: chiediamogli un parere su quello che stanno vivendo i protagonisti delle storie. Possiamo farlo con gli albi illustrati o con la narrativa per bambini a seconda dell’età.

Questo approccio funziona quando proponiamo a bambini e bambine letture di qualità, che contribuiscono alla crescita e allo sviluppo emotivo.

Scegliamo sempre albi illustrati o libri di narrativa dalla elevata qualità polisemica, poliemozionale, politematica, che contengano più significati ed emozioni e non siano specifici su una sola emozione (come la rabbia, la tristezza, la gioia).

Su questo tema trovi utili spunti in questo corso on demand sempre disponibile:

Per aiutare i bambini a esprimere le emozioni è importante esserci

Attraverso questi approcci possiamo, nel rispetto di bambini e bambine, aiutarli/le a riflettere, rielaborare, integrare le loro esperienze emotive.

Diamo sempre loro l’opportunità di tornare da noi se e quando se la sentono per parlare delle loro cose.

Sai cosa accade spesso? Quando raccontiamo le nostre esperienze, non solo i bambini e le bambine ci fanno domande, approfondiscono attraverso il nostro racconto, ma spesso si aprono.

Se accade, bene.

Ma se non dovesse accadere va bene lo stesso. Siamo fiduciosi: quando lavoriamo con contezza, siamo attenti, condividiamo la nostra esperienza, bambini e bambine ci ascoltano.

A volte lo fanno senza interloquire, senza domandare ma comunque stanno elaborando la loro esperienza.

Il nostro compito è offrire opportunità, occasioni, dimostrare disponibilità, aprire il cuore, raccontare i vissuti.

Donare il nostro ascolto e la nostra presenza empatica, non giudicante, non predicante.

Nel tempo bambini e bambine formeranno con maggiore consapevolezza il loro mondo interiore e daranno forma alla loro competenza emotiva che si strutturerà grazie al nostro accompagnamento presente, connesso ed empatico.

Ecco perché come genitori e adulti è importante esserci, essere presenti. Non sempre – perché sempre è impossibile – ma pronti e pronte per accompagnare i nostri bambini e bambine nell’attraversare i tunnel delle emozioni.

Se hai bisogno di qualche esempio in più, ascolta la puntata del podcast:

Quando i bambini non vogliono parlare delle loro emozioni

Qualche suggerimento di lettura…

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