“Aiuto! Mio figlio è schizzinoso”: selettività alimentare e sensorialità

Educazione e sviluppo infantile, Genitori
Bambini selettivi a tavola - Percorsi Formativi 06

 

di Silvia Iaccarino, formatrice e psicomotricista, fondatrice di PF06

 

Bambini selettivi a tavola

Come genitori o educatori e insegnanti possiamo trovarci in difficoltà quando abbiamo a che fare con bambine e bambini molto selettivi a tavola. Potremmo avere una bambina che mangia solo una manciata di cibi e/o non può tollerare determinate consistenze. O forse notiamo che alcuni bambini evitano interi gruppi alimentari senza una ragione apparente. Questi sono problemi comuni che genitori e educatori/insegnanti possono incontrare al momento del pasto a casa e al nido/scuola.

Su questo tema, un aspetto che, molto spesso, nella mia esperienza viene poco considerato riguarda le sfide della sensorialità.

In questo articolo esploreremo quindi le possibili correlazioni tra le fatiche nella sfera della sensorialità e il cibo e cosa possono fare genitori e professionisti per aiutare bambini e bambine a tavola.

NB. Chiaramente è solo una delle possibili chiavi di lettura rispetto al tema della selettività alimentare.

Il rapporto tra alimentazione e sfide della sensorialità

I problemi sensoriali con il cibo non sono rari. Possiamo incontrare un bambino che rifiuta di mangiare un particolare tipo di cibo perché non ne sopporta l’odore, oppure una bambina che, solo alla vista di un certo alimento, ne prova disgusto. Oppure ancora, potremmo osservare una fatica a riguardo della consistenza di una certa pietanza.

Queste situazioni si verificano con una certa frequenza e tipicamente afferiscono al modo in cui i nostri sensi reagiscono a vari stimoli. Ciascuno di noi, infatti, elabora le informazioni sensoriali in modo del tutto individuale e soggettivo. Possiamo così incontrare bambini molto selettivi a tavola perché si sentono sopraffatti dalla consistenza (tatto), dalla vista, dai sapori o dagli odori di determinati alimenti. Infatti, alcuni bambini sono ipersensibili, il che significa che sono sopraffatti da certe sensazioni, mentre altri sono iposensibili, il che significa che non ne sentono abbastanza.

I genitori e i professionisti che incontrano bambini e bambine che mostrano alcune fatiche al momento del pasto è importante comprendano che non si tratta di “capricci” e che le differenze individuali nell’elaborazione sensoriale potrebbero essere alla radice della selettività alimentare.

 

Bambini selettivi a tavola: che fare?

 

Comprendere le esigenze individuali

Un primo aiuto per comprendere questa sfida è identificare gli alimenti che causano una fatica sul piano sensoriale al bambino/a. Se lo sviluppo linguistico lo permette, possiamo chiedere di descrivere la consistenza, l’odore o il sapore specifici che lo/la mettono a disagio. Altrimenti, possiamo verbalizzare noi e chiedere al bambino/a se qualcosa lo/la infastidisce. Per esempio: “Giovanni/Lucia, vedo che quando ti propongo la crescenza, la rifiuti. Forse ti disturba la consistenza? Ti sembra troppo molle?” oppure “Vedo che quando ti propongo i broccoli non ti va di mangiarli. Magari non ti piace l’odore?”. In questo modo, possiamo evitare di servire cibi sgraditi al bambino/a.

 

Evitare di forzare l’assaggio

Per quanto frustrante possa essere quando bambini e bambine si rifiutano di mangiare, costringerli ad assaggiare cibi che non piacciono loro farà solo peggiorare le cose. Questo può creare più ansia e renderli ancora più selettivi.

Come ci sentiremmo noi se, a cena da un amico o familiare, ci obbligassero ad assaggiare una pietanza che non gradiamo?

Invece, puntiamo a offrire costantemente qualcosa che sappiamo mangiano volentieri insieme ad alimenti nuovi affinché si abituino anche ad altre opzioni, sicuri di trovare comunque cibi per loro rassicuranti a tavola.

 

Gradualità

Un altro modo per affrontare le fatiche sul piano della sensorialità è introdurre lentamente nuovi alimenti. Possiamo incorporarli gradualmente nella dieta del bambino/a in piccole quantità. Inoltre, se rifiutano il nuovo cibo, come detto in precedenza, non costringiamoli ad assaggiarlo. Invece, è bene riprovare con lo stesso cibo in futuro. Spesso, serve un po’ di tempo prima che un bambino/a si abitui a un nuovo alimento, e più vi è esposto/a, più è probabile che lo provi. Possono servire anche 12-15 presentazioni di un alimento prima che il bambino/a decida di provare ad assaggiarlo.

 

Coinvolgere bambini e bambini nel momento del pasto

Fondamentale è anche coinvolgere bambini e bambine nella pianificazione dei pasti e nella preparazione dei piatti. È più probabile che i bambini provino nuovi cibi quando hanno voce in capitolo su ciò che mangiano e contribuiscono a cucinarli. I genitori possono coinvolgere i figli nella spesa, nella cucina e nella pianificazione dei pasti. In questo modo sarà più facile introdurre gradualmente nuovi alimenti, man mano che il bambino/a si sentirà più a suo agio con essi.

 

Creare un ambiente positivo

Un altro suggerimento è quello di rendere piacevole il momento del pasto, scongiurando battaglie e bracci di ferro. Creare un ambiente positivo e privo di stress è fondamentale per evitare di creare ulteriore pressione su bambini e bambine affinché mangino ed evitare di comunicare negatività nei confronti delle loro scelte alimentari. Invece, proviamo a rendere piacevole l’ora dei pasti puntando su convivialità e benessere relazionale in primis, evitando TV o dispositivi elettronici.

 

Usare ricette creative

Può essere anche molto utile servire il cibo in modi attraenti e accattivanti, ad esempio usando piatti, utensili e ricette creative e divertenti. Ciò può aiutare bambini e bambine a focalizzare altri aspetti del cibo/del pasto e rendere meno impattanti le informazioni sensoriali. Per esempio, possiamo provare a modificare la consistenza o la presentazione delle pietanze per renderle più invitanti. Ad esempio, se a vostro figlio non piace la consistenza delle carote cotte, provate a servirle crude con una salsa. Se a vostra figlia non piace il sapore dei broccoli, provate a inserirli frullati in una zuppa. Ci sono molte ricette e idee creative online che possono veicolare nuovi modi per incoraggiare bambini e bambine a provare nuovi cibi.

 

Avversione orale

Se vostro figlio/a ha subito test medici che interessano la cavità orale e la gola e/o ha avuto episodi di vomito grave e/o ha avuto qualche tipo di problema significativo in questa area, potrebbe avere una forte paura e mostrare una sensibilità eccessiva nel mettere in bocca il cibo oppure, al contrario, potrebbe non riuscire a discriminare bene il cibo in bocca e inserirne troppo, oppure ancora potrebbe accumularlo lateralmente, nella guancia, o avere difficoltà nella masticazione di alcune consistenze. Questo può essere dovuto alla mancanza di feedback sensoriale. Molte volte, tale difficoltà è la causa di una dieta povera e/o di uno scarso interesse a mangiare, ma affrontarla può aiutare il bambino a mangiare cibi sani insieme alla famiglia.

 

Cercare un aiuto professionale

Se la selettività ha un impatto significativo sulla salute e sul suo benessere di bambini e bambine, potrebbe essere il momento di cercare un aiuto professionale: un pediatra o un nutrizionista possono fornire guida e supporto per superare le loro difficoltà con il cibo. Potrebbero anche essere in grado di fornire strumenti e strategie aggiuntivi per aiutarli a sviluppare abitudini alimentari positive e sane.

 

Ulteriori indicazioni

Oltre a quanto fin qui evidenziato, altri supporti vengono dal gioco in varie forme. Per esempio, invitiamo bambini e bambine a giocare le paste modellabili di varia consistenza e con i “sensory bins” ovvero contenitori per travasi e manipolazioni con oggetti e materiali che sollecitino l’elaborazione sensoriale come legumi, farine, oggetti naturali, (chiaramente selezionati in base all’età per garantire la sicurezza). Anche giocare con tutto ciò che favorisce le competenze motorie orali è di grande aiuto: fare le bolle di sapone, giochi con la cannuccia (si trovano molte idee su pinterest), soffiare per far girare una girandola, suonare una fisarmonica, fare facce buffe giocando con la bocca e la lingua, etc.

 

Bambini selettivi a tavola: riflessioni conclusive

Bambini e bambine selettivi al pasto possono rappresentare una sfida considerevole per genitori e professionisti. Tuttavia, è essenziale comprendere che questo comportamento potrebbe essere causato da sfide nell’elaborazione sensoriale. Gli adulti dovrebbero essere accoglienti rispetto a questo tema e comprendere le esigenze specifiche di ogni bambino, evitando di liquidare la selettività come “capriccio”.

Introducendo gradualmente nuovi cibi, creando un ambiente positivo e privo di stress e coinvolgendo i bambini nella preparazione e nella pianificazione dei pasti, possiamo gradualmente aiutare bambini e bambine a vivere in modo più sereno questo momento. Ricordiamoci che ogni bambino è unico e si avvicina al cibo in modo diverso. Con accoglienza, empatia, gentilezza e sensibilità possiamo lavorare senza fare pressione sui bambini perché mangino e accompagnandoli, un po’ per volta, a costruire fiducia nei confronti del cibo. Ovviamente per qualsiasi dubbio, consultare il proprio pediatra di riferimento è sempre il primo passo.

 

 

 

 

 

 

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