di Simone Migliorati, consulente relazionale B.A.U. ®
“Un tempo anche gli uomini erano animali e nel diventare uomini rinunciarono a qualcosa. Riavvicinarsi agli animali significa recuperare parte di quel qualcosa” – Temple Grandin
La relazione bambino-animale non è solo possibile, ma fortemente evolutiva per il “cucciolo d’uomo”, se gli viene concessa la possibilità di sperimentarsi in un contesto protetto e mediato dall’adulto.
L’animale diviene per il bambino un alleato, un compagno di giochi, un canale di relazioni e un facilitatore di emozioni molto importante, un supporto alla crescita fisica, psicologica ed emotiva di grande rilevanza.
Paragonare bambini ed animali può sembrare azzardato, per qualcuno quasi offensivo, ma ci sono caratteristiche che riguardano animali umani e non umani che sono fondamentali:
– la capacità di vivere e fare esperienze emotive senza attivare eccessivamente il piano mentale,
– la capacità sentire l’emozione nel momento presente per quella che è,
– la percezione del tempo, che non è “imposto” dal mondo esterno, ma si rifà ad un timing interno, che richiede paradossalmente un’importante radicamento e centratura.
I bambini e gli animali infatti sanno vivere il Momento Presente per quello che è, sono capaci di “so-stare” nell’emozione, senza giudicarla o cercare di collocarla sul piano cognitivo.
Un bimbo (in età prescolare) arrabbiato non starà troppo a pensare a cosa lo sta facendo arrabbiare o a quali conseguenze la sua rabbia avrà nel mondo relazionale circostante, è arrabbiato e basta e cercherà qualsiasi canale comunicativo per farlo capire. Lo stesso avviene nel mondo degli animali. Un animale impaurito agirà in profonda connessione e coerenza con il sentire reale, affinché il mondo circostante possa comprenderlo.
Le esperienze di vita, la società, i doveri, le relazioni, il contesto in cui il bambino viene poi inserito, dall’età scolare in avanti, fa tendenzialmente decadere questa competenza innata nell’essere umano, che viene portato a pensare sempre di più, soffocando la naturalità e l’animalità, andando a perdere di fatto questa profonda connessione corpo-emozione che viene inficiata dal ragionamento eccessivo tipico del mondo umano adulto.
Quante volte potete affermare di essere realmente felici? Intendo felici senza se e senza ma… Quanto spesso invece dichiarate “sì, certo, sono (abbastanza) felice! Ma potrei esserlo anche di più…” oppure “Sono felice ma ho quel pensiero”, ecc… Il pensiero sposta l’attenzione dall’emozione che quindi non trova accoglimento e piena manifestazione nel momento presente.
Un bambino è felice, punto e basta. Triste, punto e basta. Arrabbiato, punto e basta e per l’Animale vale lo stesso discorso!
Un tempo si diceva che i cani non hanno cognizione del tempo, se li lasci a casa da soli per due minuti e poi torni, per loro sembrano passate due ore, quindi reagiscono facendoci feste, saltellando, portando gioia… In realtà gli animali, al pari dei bambini, sanno manifestare l’emozione nella sua totalità; sei tornato e ora sono FELICE punto e basta, senza SE e senza MA!
Ecco perché gli animali possono essere grandi maestri per i bambini, perché sul piano emotivo “parlano la stessa lingua”, utilizzano il medesimo codice comunicativo e relazionale, che inevitabilmente passa dal piano corporeo ed emozionale.
Animali…Bambini e Tempo…
“Istruire ed Educare significa dare al fanciullo il tempo di Essere”
La società moderna è una folle corsa, potremmo definirla come la psicologia del risultato immediato, raggiunto ad ogni costo, una percezione distonica con la reale concezione del percorso di vita, che è un fenomeno lungo ed equilibrato.
L’Animale, paradossalmente, nella relazione mediata con il bambino, permette al cucciolo d’uomo di vivere una relazione dove il tempo non è dettato da lancette che scoccano su un orologio, ma è Tempo, inteso come luogo-di-relazione. In questo tempo, attraverso l’animale, il bambino ha la possibilità di sperimentarsi in una “palestra” per:
– FORMARSI: Tempo per osservare, meravigliarsi, considerare, intuire, dedurre, interpretare, esprimere e valutare,
– ALLENARSI ALLE RELAZIONI: Tempo per ascoltare, confrontare, risignificare, rielaborare e soppesare,
– CRESCERE: Tempo per memorizzare, condensare, sintetizzare. Tempo per immaginare e sognare.
Oggi più che mai i bambini richiedono agli adulti e alla società il GIUSTO TEMPO, per garantire lo sviluppo delle capacità fisiche, mentali, relazionali e anche morali.
Lavorare in relazioni evolutive con i bambini significa sapere “perdere tempo ” con loro. Significa adeguarsi ai loro ritmi, avere pazienza e saper attendere, senza pretendere troppo o lasciarli inerti. Significa saper vivere più lentamente, per lasciare spazio allo stupore, alla riflessione e alla meravigliosa contemplazione. Osservare un animale che si muove nello spazio è semplice ma meraviglioso agli occhi di un bambino.
Educare i bambini oggi richiede la preziosa dote di saper rallentare il tempo, per favorire l’apprendimento non solo cognitivo, ma emotivo, relazionale.
Ecco quindi che l’animale, nella relazione con il bambino, è un supporto preziosissimo, proprio perché permette all’adulto “educante” di accedere alla propria animalità, intesa come la centratura e il radicamento profondo, al proprio mondo, lasciando quindi da parte ciò che deve o dovrebbe essere, per concentrarsi su ciò che realmente è, ora e qui.
Etofilosofia: una prospettiva possibile?
“La Vita è un processo che cerca conoscenza” – Konrad Lorenz
Quali aspetti dell’animale possono diventare “pilastri educativi” dell’educazione e della formazione del “cucciolo d’uomo”?
Primo aspetto tra tutti è la semplicità. La natura è semplice, gli animali lo sono. Dimensioni gerarchiche, comunicative, emozionali, relazionali sono semplici, lineari, questa universalità è un aspetto fondamentale, che possiamo trarre dalla relazione con l’animale; questo tema così importante procede di pari passo con l’importanza della centratura e dell’autoconsapevolezza, scoprire se stessi, attraverso la connessione profonda con l’altro, che passa attraverso il corpo e i sottosistemi corporei (vista, udito, tatto, olfatto, gusto), che sono indici e “fonti comunicative” fondamentali. In questa semplicità ed autoconsapevolezza, tornando alla natura e all’animalità dell’essere è come se trovassimo qualcosa di enormemente vasto, qualcosa che va oltre, che si potrebbe quasi definire una sacralità che va oltre il pensiero. Una semplicità talmente “elementare” da essere facilmente accessibile anche ai bambini, che possono cogliere le “sfumature della relazione”.
Non possiamo non citare il “non giudizio”. Un animale non ha opinioni di se stesso, ma assolve pienamente al suo compito, essere, semplicemente essere, come se il dono di Essere fosse innato. La relazione con l’animale, l’attenzione e la consapevolezza a questa prospettiva, possono stimolare lo sviluppo di uno spazio di calma, che si manifesta attraverso un ingresso personale nel nostro Essere, nell’essenza pura di chi siamo.
L’Animale, inoltre, è Palestra di Sensorialità, esattamente come i bambini, egli rimanda al contatto con il proprio corpo e alla percezione sensoriale. Accarezzare un cane, sentire il calore e la morbidezza del pelo, cercare di coglierne i particolari, utilizzando anche altri canali sensoriali come l’olfatto aprono ad un mondo di possibilità. Accarezzare un cane con le mani e con i piedi diventa un modo per avere percezione del proprio corpo e del confine dell’Altro.
Tra gli altri innumerevoli punti non possiamo non la meraviglia dell’Imperfezione. In quanto Esseri Viventi siamo Imperfetti e viviamo in un Mondo Imperfetto. L’animale ha il dono di non essere alla ricerca spasmodica della perfezione , piuttosto accetta la sua meravigliosa imperfezione e la rende un punto di forza che rende ogni esemplare unico ed irripetibile. Permettersi di vivere un’esperienza di relazione in cui l’Imperfezione e l’Unicità sono un valore aggiunto è fondamentale, soprattutto per persone che vivono o hanno vissuto situazioni di fragilità.