Emozioni e stati d’animo al Nido: piccole attività per grandi esperienze

Attività per i bambini

di Simone Rigoli, psicologo, coordinatore ed educatore del Servizio educativo in contesto domiciliare Bu Bu Settete, Firenze

In questo articolo vi presento una attività sulle emozioni svolta presso il mio Nido con i bambini per stimolarli ad esprimerle e riconoscerle in sé e negli altri, per costruire quel bagaglio interiore necessario a relazionarsi con gli altri in modo equilibrato e sereno. Un impegno che deve iniziare fin dai primi istanti di vita del neonato, per proseguire e svilupparsi lungo l’età evolutiva.

A partire dall’osservazione della crescita cognitiva, emotiva e relazionale dei bambini è nata la progettazione di un’attività che potesse integrare il riflesso delle emozioni proprie ed altrui nel piccolo gruppo. Tale gruppo è composto da tre bambini vicini ai 36 mesi e tre bambini con età che si aggira intorno ai 20/24 mesi misti tra maschi e femmine. Mi sono accorto che nel raccontare le storie o nella relazione con l’adulto i bambini più grandi, se stimolati, avevano buone capacità di rispecchiare ed individuare le emozioni di base: una valida premessa per stimolare un gioco che potesse coinvolgere anche i più piccoli.

Ho quindi pensato di proporre ai bambini un’attività di “coaching” emotivo che vi illustro qui.

La proposta è semplice da realizzare e si può proporre anche alla scuola dell’infanzia.

Ecco i diversi passaggi per “costruire” il gioco emozionale qui presentato.

OCCORRENTE:

– punteruolo

– colla

– cartone

– cartoncino colorato

– pennarelli

– fermacampioni

PREPARAZIONE:

  • Prendiamo del cartone e vi disegniamo sopra dei cerchi, delle mezze lune e dei rettangoli bassi e lunghi;

  • Una volta disegnati i contorni ritagliamo il cartone;

  • Prendiamo i cartoncini colorati e vi incolliamo sopra le figure geometriche scegliendo i colori in base agli elementi del viso: le forme rotonde delimiteranno il volto, le mezze lune saranno le bocche e i rettangoli individueranno le sopracciglia. Poi possiamo ritagliare il cartoncino colorato in avanzo.

ASSEMBLAMENTO:

  • Disegniamo gli occhi e il naso;

  • appoggiamo la bocca e le sopracciglia sul volto avendo cura di permettere la loro rotazione sopra e sotto gli elementi disegnati;

  • prendiamo il punteruolo con il quale buchiamo il cartone sovrapposto (sopracciglia/volto, bocca/volto) in modo da alloggiare i fermacampioni permettendo così la rotazione della bocca e delle sopracciglia;
  • ora possiamo arricchire la figura secondo la nostra abilità e fantasia e programmare l’attività con i bambini. Per i volti sono stati scelti cartoncini di colori diversi per rendere ai bambini la variabilità delle differenze individuali.

Dopo la costruzione delle “facce” è stata proposta un’attività a cadenza settimanale per familiarizzare con i movimenti della bocca e delle sopracciglia per osservare come questa pratica variasse l’espressione del volto. Il riconoscimento delle emozioni attraverso le espressioni è stato facilitato dall’utilizzo della mimica facciale dell’educatore, prima, e di quella dei bambini, poi.

L’attività proposta ha avuto una durata compresa tra i 25 e i 40 minuti per un periodo di circa due mesi.

L’ultima fase è stata stimolata dalla richiesta da parte dei bambini di “mettere braccia e gambe” alle facce.

Con il loro aiuto è stata quindi colorata una sagoma sulla quale poter apporre le facce con l’ausilio del velcro.

Tale sagoma è stata posizionata in sezione vicino allo specchio in modo da poter paragonare le espressioni delle “facce” con quelle reali dei bimbi stessi e consentire ai bambini di giocarvi in modo autonomo ogni qual volta lo desiderassero.

In questa fase, con il supporto dell’adulto, i bambini più grandi hanno potuto trovare maggiori “sfumature emozionali” mentre i più piccoli utilizzavano le facce posizionandole sopra il loro viso.

 

Con questa attività è possibile promuovere la comprensione delle emozioni. Ciò permette ai bambini di capire meglio sia le proprie sia quelle degli altri. Attraverso un esercizio quotidiano diventeranno, nel tempo, più empatici e in definitiva più socialmente competenti. La promozione della competenza emotiva può passare attraverso la proposta dell’attività qui presentata per poi essere supportata, nella quotidianità, da semplici spiegazioni verbali, coerenti con quanto espresso dal linguaggio corporeo dell’educatore.

 

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