ACCREDITATO MINISTERO ISTRUZIONE
La prima infanzia è un ambito in cui negli ultimi anni, di frequente, le educatrici e le insegnanti incontrano bambini “normali” che manifestano, in alcuni momenti, delle fatiche relazionali di fronte alle quali esse possono, talvolta, sentirsi a disagio e prive di mezzi per rispondere in modo adeguato.
In questo percorso si intende occuparsi, da un lato, della fatica del bambino stesso, dall’altro della difficoltà dell’adulto in queste situazioni, provando a trasformare i “sintomi” in “messaggi”, e quindi a comprendere il loro senso illustrando il significato delle diverse forme comportamentali attraverso cui i bambini manifestano il loro disagio interno.
Poiché, come dice Elinor Goldschmied, “nei bambini di questa età molte difficoltà comportamentali ed emotive possono essere modificate con un certo successo se sono gestite con sensibilità”, questo corso vuole creare un momento di riflessione in cui potersi soffermare per interrogarsi rispetto alle fatiche dei bambini e proprie di adulti, ed in cui ricercare valide strategie educative, connotate da responsività, empatia e sensibilità, in grado di supportarli nel loro percorso di crescita.
Obiettivi
- Riflettere sulle fatiche espresse dai bambini nelle istituzioni educative 0-6 anni
- Riflettere sul ruolo educativo dell’adulto all’interno delle istituzioni educative 0-6 anni
- Migliorare la propria capacità di lettura, “accoglimento” e risposta ai bisogni dei bambini
- Progettare strategie di intervento educativo per favorire il benessere dei bambini al Nido/a Scuola
- Creare uno spazio-tempo di confronto, scambio e crescita con i colleghi
Il corso si sviluppa su due livelli complementari:
- Primo livello (primo incontro):
- Concetto di disagio in età infantile. Il modello teorico semiotico trasforma i “sintomi” in “messaggi” e rende l’adulto protagonista attivo del processo.
- Il modello dello specchio come riferimento metodologico per accogliere i vissuti interni che si esprimono tramite il linguaggio corporeo.
- Lo “scudo di Atena” (dal mito di Medusa) come metafora del processo interiore che rende l’adulto capace di “accogliere” e non “subire” i disagi dei bambini nei contesti istituzionali.
- I “Contenitori Educativi” come modello esplicativo delle varie “posizioni” che l’adulto assume nelle proiezioni di cui è oggetto derivate dal processo di attaccamento del bambino all’interno dei contesti educativi.
- I vari segni di disagio che i bambini possono esprimere letti e interpretati attraverso l’ipotesi dei “Contenitori Educativi” e il senso che possono prendere.
- Presentazione della “griglia di rilevazione del disagio” e sua applicazione all’interno dei contesti educativi
- Secondo livello (secondo incontro):
- Come rendere operativo lo spazio-tempo di confronto, scambio e aggiornamento su queste tematiche all’interno dei collettivi di lavoro.
- Come trasformare la “scheda di rilevazione del disagio” in “scheda di rilevazione delle strategie educative” attraverso l’analisi delle varie “distanze” istituzionali che l’adulto assume all’interno dell’ipotesi del “Contenitori Educativi”.
- Analisi di varie situazioni derivate da esempi concreti ricavati da osservazioni all’interno dei contesti educativi, e individuazione delle principali strategie educative a disposizione degli adulti.
- Il concetto di “resilienza educativa”: il ruolo dell’adulto connotato da “responsività, empatia e sensibilità” nel trasformare le difficoltà dei bambini in occasioni di crescita personale, e la propria professionalità in occasione di empowerment istituzionale.