Antonella Questa, attrice e autrice, tra gli altri, dello spettacolo Infanzia Felice, lavora da anni sul tema della relazione educativa e, in questo laboratorio, affronta un argomento particolarmente difficile: la pedagogia nera, ovvero i metodi educativi usati dal ‘600 ai primi del secolo scorso per crescere i bambini come bravi adulti obbedienti.
Metodi che non tenevano conto dei bisogni del bambino, della bambina, impedendo spesso l’espressione delle proprie emozioni. Quei bambini e quelle bambine, una volta adulti/e, non hanno potuto fare altro che tramandare gli stessi metodi, un passaggio di generazione in generazione che ha ridotto la capacità di ascolto dei nostri bisogni e di quelli altrui.
In un momento storico oggi particolarmente delicato nelle relazioni tra genitori, educatrici, educatori, insegnanti e bambini, bambine, si avverte una crescente necessità di migliorare la costruzione del dialogo tra gli adulti e le nuove generazioni, di diminuire l’aggressività imperante, nonché di arginare la cosiddetta maleducazione e l’uso di un linguaggio violento e spesso umiliante.
Il laboratorio proposto, è pensato come un’occasione per aprire lo sguardo sul problema, partendo dalle diverse capacità di ascolto che possiamo mettere in atto verso noi stessi e gli altri: come ascolto un’altra persona? Quando l’ascolto? Perché l’ascolto? E soprattutto, io mi ascolto?
Un laboratorio teatrale per risvegliare l’empatia
Parte Pratica
Una serie di brevi giochi di gruppo, a coppie e individuali, animano la parte ludica del laboratorio. Giochi che permettono, divertendoci, di allontanare il senso di giudizio che spesso blocca la spontaneità e la creatività di ognuno di noi, facilitando la scoperta e la messa in atto delle varie tecniche di ascolto. Tra essi sono compresi alcuni giochi di ruolo per risvegliare la nostra Empatia.
Parte Teorica
Alla parte ludica abbiniamo un momento di approfondimento sulla Pedagogia Nera: cosa si intende con questo termine e come la sua applicazione nei secoli scorsi ci influenzi ancora oggi, complicando la relazione con le nuove generazioni. Attraverso la lettura di alcuni brevi estratti del libro omonimo di Katharina Rutschky e di altre opere sul tema, confrontiamo l’esperienza vissuta nei momenti di gioco con quanto contenuto nel libro.
L’obiettivo è far nascere una riflessione sulle mancanze subite nell’infanzia, come queste ci abbiano trasformato nel nostro rapporto con gli altri e in particolare, una volta adulti, con i bambini e le bambine, lanciando la riflessione su come oggi potremmo spezzare questa catena secolare di cattiva educazione.
Mettiamo a disposizione delle e dei partecipanti la bibliografia completa delle opere usate per creare lo spettacolo Infanzia Felice per chi intendesse approfondire l’esperienza.
Un laboratorio da non perdere, un momento di riflessione profondo, aperto a tutti. Infatti, il laboratorio NON è riservato ai professionisti dell’educazione e ai genitori, ma anche a chiunque sia interessato. Acquista ora il tuo biglietto, i posti sono limitati.