Progetto canguro: racconto di un’esperienza

Educazione e sviluppo infantile

 di Stefania Rocchi, titolare e coordinatrice del centro Infanzia Baobab – Collecchio 

  

21.40: Whatsapp suona  

Monica: “ciao, scusa l’orario.. Andrea ha appena rimesso.. 38 di febbre io domani ho una riunione. Puoi mandarmi una ragazza dalle 8 alle 16?! Ti pregoooooo”  

21.45: Io: “ parlo con le ragazze e ti dico.. “  

IO sono Stefania Rocchi, coordinatrice e co-socia della scuola Baobab. Una scuola nella campagna parmense, Collecchio per l’esattezza. La scuola, nata ormai 10 anni fa, da 3 anni accoglie bambini dai 3 mesi ai 6 anni. Lavoriamo nella e sulla circolarità della famiglia, dando supporto, dove è possibile, al suo vivere in continua evoluzione. Con me lavorano altre 17 educatrici, psicologhe, arteterapeuta ecc.

21.47 io: “ ragazze. Andrea ha bisogno dalle 8 alle 16. Come si fa?” 

Il lavoro inizia dopo quel primo messaggio.. si attiva whatsapp, il gruppo delle ragazze.. 

Partono le organizzazioni, gli incastri, i turni più lunghi e la decisione di chi mandare da Andrea. 

La scelta spesso è verso una tata della sua sezione, sopratutto se è un bimbo piccolo ancora non abituato a tutte. La soluzione si trova, l’organizzazione è variata. Ci salutiamo e andiamo a dormire  

22:08 Io: “Monica tutto a posto. Domani verrà Florinda. Sta per scriverti per saperne di più”  

22:10 Monica: “ragazze grazie, buonanotte”  

Quelli che seguono sono messaggi tra Monica e Florinda in cui ci si scambia un indirizzo e due indicazioni sulla giornata.  

 

 Ci chiedono spesso se è faticoso e se è corretto che le ragazze debbano essere sempre all’erta. 

Una risposta oggettiva non l’ho, come sempre del resto. Quando si parla di queste idee, che nella nostra scuola nascono come funghi, il nostro procedere è sempre verso lo sperimentare, analizzare e confrontare i risultati chiedendo pareri alle famiglie e alle educatrici.  Le regole del “Progetto Canguro” sono accordi presi con le ragazze e ben chiariti da sempre. Vero che non sempre rispondono tutte, non sempre si trova l’incastro perfetto ma quello che guida la scuola Baobab è la ricerca di un benessere e di un aiuto concreto alla famiglia. Il benessere della famiglia non va mai in contrasto con la sicurezza delle tate. Ci sono regole sanitarie da rispettare, e nel caso di malattie infettive il servizio è sospeso. Il servizio non nasce per sollevare il genitore dal suo ruolo, per la scuola Baobab il rapporto familiare è importante, da aiutare, sorreggere e incitare ma purtroppo il mondo del lavoro non sembra tutelare le figure genitoriali nell’accudimento del proprio figlio. La sospensione del giudizio, per noi tappa di partenza e di arrivo per un buon lavoro, ci sospende sempre dal porci domande o creare opinioni in merito alla scelta di chiedere o meno questo servizio.

 

Da coordinatrice i punti di forza sono:

  • Flessibilità mentale dell’equipe
  • Rapporti con le famiglie veri e vissuti
  • Relazioni profonde ed empatiche con i bambini
  • Soddisfazione e serenità delle figure genitoriali
  • Adattamento delle educatrici alla varie dinamiche lavorative

 

Da coordinatrice i punti di debolezza sono: 

  • Continua reperibilità mia e della mia equipe
  • Cambi improvvisi di orari

 

Si articola e sviluppa cosi “progetto canguro”, con un costo aggiuntivo sulla retta calcolato con una tariffa oraria, e con un massimo impegno e disponibilità da parte delle tate. 

“Progetto canguro” perché volevo fossero chiari, simbolicamente parlando, la cura e il filo di continuità che passa dalla tata a scuola e dalla tata a casa. 

Il bambino vive l’entrata della tata a casa come una magia. I più grandi, abili verbalizzatori, chiedono alle mamme di ammalarsi più spesso per poter avere la tata tutta per loro, i piccoli invece si dimostrano sempre tranquilli e felici. Il genitore a sua volta è sereno: non va incontro alla frustrazione di dover comunicare l’assenza in ufficio e sa a chi lascio il proprio figlio, una figura conosciuta e con una base professionale alle spalle.  Le attività svolte a casa variano in base alle condizioni dei bambini e in base alle richieste del genitore. Ai più piccoli di solito si dedicano cure amorose e rispetto per i loro tempi di vita quotidiana mentre per i più grandicelli, sopratutto se la presenza dell’educatrice è protratta nel tempo si possono portare materiali da scuola e ricostruire un po l’ambiente di scoperta ed esperienza che i bambini trovano quotidianamente in struttura. Per far si che il rapporto non diventi unico ed esclusivo le tate cambiano spesso e si alternano nelle esperienze domiciliari.

 

Importante per me il rimando dei genitori e delle educatrici a cui ho fatto tre semplici domande 

  1. Che pensi del progetto canguro?
  2. Un punto di forza
  3. Un punto di debolezza 

GENITORI 

Mamma di A. 19 mesi 

  1. Ottimo servizio.
  2. La possibilità di dare poco preavviso e la familiarità con la tata
  3. Forse per la tata l’ambientamento in una casa che non conosce. 

Mamma di C. 3 anni 

  1. Se dovessi dare un voto da 1 a 10 darei 100.
  2. Pieno e totale supporto con personale competente e “ di famiglia”
  3. Non ne ho trovati 

Mamma di A. 20 mesi 

  1. Tanta roba,, alla fine non sempre trovi qualcuno che possa aiutarti all’ultimo minuto e con loro so che lascio mia figlia in mani sicure
  2. La professionalità. Quando è venuta Giulia hanno giocato tutta la mattina, coi nonni sarebbe finita davanti alla tv
  3. Non ne trovo 

Mamma di A. 24 mesi

  1. Servizio più che positivo
  2. Le ragazze sono persone che i nostri figli conoscono, con le quali hanno già instaurato un rapporto costruttivo e di crescita. È la tata che viene a casa ed entra nel loro mondo, i ruoli si invertono e loro sono contenti di farla entrare nella loro quotidianità, mostrandosi a volte, più estroversi ed aperti.un momento di crescita e condivisione che favorisce anche il rientro a scuola.
  3. Non ne trovo 

Mamma di R. 30 mesi 

  1. Un sollievo, soprattutto per chi come noi non ha parenti vicini e quando i bambini si ammalano dobbiamo lasciarli a sconosciuti e fidarci. Avere qualcuno di amico in casa che il bambino conosce e dal quale si fa coccolare.. è un sollievo. 10 e lode
  2. Disponibilità
  3. Non ne vedo

  

LE EDUCATRICI

Tata E.

  1. Un buon progetto che la struttura offre
  2. Vedo il bambino nel suo contesto familiare, lo capisco e conosco più a fondo e trovo per me gratificante spendermi anche in questa veste
  3. A volte mancano figure importanti nella struttura

Tata V. 

  1. Dovessi dare un punteggio da 1 a 10 darei 8
  2. Sostegno alle famiglie e costruzione di un rapporto solido con la famiglia
  3. Instabilità e insicurezza oraria. Tutto può cambiare all’ultimo momento. 

Tata I. 

  1. Ottimo servizio che offriamo noi e pochi altri.
  2. Permette a noi educatrici di vedere il bambino nel suo ambiente familiare, molto importante perché alcuni bambini a casa riescono ad essere loro stessi in toto.
  3. Il cambio degli orari e gli allungamenti di orario anche se siamo abituate alla massima flessibilità. 

Tata J. 

  1. Mi piace molto!
  2. Ti godi il bimbo in un rapporto a due conoscendolo più a fondo
  3. Cè un po di imbarazzo nel muoversi in un contesto familiare, almeno al primo impatto, poi passa. 

 

Una visione chiara e sincera per un progetto che si basa su onestà e tanto impegno, creato e vissuto da un equipe impegnata in una missione: il benessere del bambino è legato al benessere della famiglia.

 

 

 

 

 

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