di Libero Iannuzzi, insegnante di musica
In questo articolo vorrei sottolineare l’importanza dello sviluppo di una esperienza musicale fin dai primi mesi di vita, e contemporaneamente evidenziare come, ciascun educatore, sebbene non sia un professionista specializzato, può attivarsi proponendo pratiche musicali ai piccoli.
Infatti, tutti noi possiamo insegnare qualcosa di musicale ai nostri bambini, limitatamente a quello che è la nostra esperienza e competenza. Senza dover necessariamente saper suonare uno strumento, possiamo cantare, recitare filastrocche, giocare con loro attraverso la musica.
Non dimentichiamoci che la voce è lo strumento principe, il più diretto ed emozionante, assolutamente in grado di trasmettere ritmo e melodia.
Se sappiamo cantare, sapremo insegnare musica.
Apprendere i rudimenti del canto è un investimento che ogni figura educativa dovrebbe prendere in considerazione, sia gli insegnanti che i genitori.
Ricordiamoci che nessuno è stonato, ma semplicemente non allenato a cantare.
Ma perchè è così importante fare musica?
La musica è una parte fondamentale dello sviluppo dell’intelligenza del bambino. Citando H. Gardner, l’intelligenza si articola in sette sfere:
- Linguistica: è il dono comune a tutti coloro che privilegiano il linguaggio in ogni sua espressione.
- Logico-matematica: intelligenza caratteristica di scienziati e di coloro che lasciano governare la loro vita dal ragionamento.
- Musicale: i ragazzi dotati di tale intelligenza sono attratti da suoni e musica e spesso chiedono di suonare uno strumento.
- Spaziale: capacità di capire il modo in cui gli oggetti si orientano nello spazio.
- Corporeo-cinestetica: consente di usare tutto o parte del proprio corpo per risolvere problemi o costruire qualcosa.
- Interpersonale: capacità di comprendere gli altri.
- Intrapersonale: consente una buona conoscenza di sé e di avere consapevolezza dei propri punti di forza e delle proprie debolezze, dei propri desideri e delle proprie paure.
Attraverso lo studio della musica si attivano aree del cervello che hanno a che fare con l’intelligenza corporea, l’intelligenza logico matematica, intelligenza linguistica, oltre ovviamente a quella musicale.
Attraverso la sillabazione delle filastrocche ritmiche sviluppiamo la competenza linguistica; attraverso la percezione per riproduzione del ritmo in pulsazioni sviluppiamo la nostra intelligenza logico matematica; attraverso la coordinazione motoria con la musica e con la danza attiviamo l’intelligenza corporea.
Se poi viviamo l’esperienza musicale in gruppo, coinvolgiamo anche l’intelligenza interpersonale.
Dunque ben cinque sfere dell’intelligenza vengono attivate dall’esperienza musicale.
Numerosi studi del medico e musicoterapeuta Alfred Tomatis hanno dimostrato come l’ascolto della musica di Mozart stimola l’apprendimento del linguaggio, regolarizza il battito cardiaco, rilassa e stimola l’attenzione
Ma non bisogna esser portati per imparare la musica?
Una falsa credenza da sfatare è quella che la musica sia riservata a chi è portato ad apprenderla.
Al contrario essa è fondamentale soprattutto per quei bambini che presentano difficoltà nell’apprendimento.
L’apprendimento della musica è un’ottima ginnastica per il cervello, coinvolgendo entrambi gli emisferi.
Quello destro, sede delle emozioni, sarà più propenso a cogliere la parte estetica e melodica della musica. Contemporaneamente l’emisfero sinistro, preposto all’attività logico-matematiche sarà attento alla scansione metrica del ritmo.
Il risultato di questa sinergia porterà enormi benefici a tutte la altre abilità del bambino, come lo sviluppo della creatività, del ragionamento astratto e della competenza di calcolo.
E allora che bisogna fare?
Musica, ovviamente! Iniziate dalle canzoni, dalle filastrocche popolari. Associate alla canzone una narrazione in prosa della storia che essa contiene, magari accoppiata a dei disegni.
Trovate dei pretesti per inserire una pulsazione, battendo le mani o i piedi, in un certo momento della canzone.
Esplorate gli strumenti musicali più semplici (tamburi, sonagli) attraverso giochi di ricerca e scoperta, o associando i suoni degli strumenti a momenti del racconto.
Buon lavoro!! 🙂