L’adozione rappresenta un’opportunità trasformativa per riparare le ferite del Sé per genitori e bambini. I bambini provenienti da adozioni nazionali e internazionali portano con sé il trauma dell’abbandono, sovente hanno alle spalle “inizi difficili”, di deprivazione e a volte di maltrattamento che possono avere impatto sulla costruzione dei modelli operativi interni e sulla formazione del Sé.
Queste caratteristiche, unite alle storie dei genitori adottivi, rendono il caregiving e la trasformazione in sistema famigliare, compiti particolarmente delicati.
I servizi educativi svolgono un compito cruciale di affiancamento e accompagnamento alla crescita dei bambini e delle bambine, concorrendo insieme ai caregiver famigliari alla costruzione dell’identità in un “periodo sensibile” di sviluppo, sono di sostegno alle famiglie per confrontarsi e co-costruire solide basi per la genitorialità e la filialità.
Nelle situazioni di frammentarietà dovuta all’abbandono e al distacco precoce dai riferimenti primari di cura, come nelle storie di adozione, il ruolo dei servizi socioeducativi assume connotazioni specifiche.
Quali accorgimenti dunque quando siamo di fronte alla peculiarità delle storie di adozione?
Qual è il compito dei servizi socio educativi?
Cosa può aspettarsi e cosa può chiedere la famiglia al servizio?
Quali sono le possibili le aree critiche e come rispondere?
Quali sono i bisogni specifici emotivi e psicologici da parte dei bambini adottati?
In questo webinar si partirà dal fenomeno dell’adozione, le caratteristiche emotive, psicologiche e comportamentali dei bambini adottati, attraverso le lenti della teoria dell’attaccamento e della teoria polivagale di Porges, per porre il focus sulla co-costruzione insieme alle famiglie, della base sicura e del senso di sicurezza.
Si affronterà il tema dell’inserimento e dell’ambientamento, e delle attenzioni pedagogiche educative necessarie sin dai primi colloqui e come mettere in campo un agire educativo consapevole e una progettazione educativa attenta alle storie individuali e agli “special needs”.