di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06
“Mia figlia Lucia ha un carattere forte, è determinata!” dice una mamma durante una consulenza. “Oh, beata te, mio figlio Giovanni è timido, introverso, vuole stare da solo” risponde un’altra mamma del gruppo.
Può dipendere da un aspetto: il temperamento dei bambini e delle bambine.
Quando ci occupiamo di educazione in età prescolare – da genitori e professioniste, professionisti – osserviamo nei bambini e nelle bambine delle modalità differenti per:
- approcciare le diverse situazioni della vita,
- reagire alle stesse e agli stimoli,
- comportarsi.
I genitori, le mamme in particolare, possono affermare che già da quando il piccolo era in utero “aveva un bel caratterino” o “era molto tranquillo” a seconda delle sensazioni e dei movimenti percepiti.
Tu cosa sentivi? Avevi già intuito il temperamento del bambino, della bambina, quando eri in attesa?
Sono tantissime le affermazioni, le frasi, le domande rivolte dai genitori sui comportamenti dei bambini e delle bambine che evidenziano un modo particolare di essere e agire, fin dal periodo prenatale.
Di solito questo atteggiamento viene identificato come carattere. In realtà, in età precoce, dovremmo parlare di temperamento, una parola più corretta dal punto di vista tecnico.
Che cos’è il temperamento dei bambini e delle bambine? Lo vediamo in questo articolo, un contenuto proposto nel 2018 (uh, da quanto tempo abbiamo il blog!), ampliato e rivisto per renderlo attuale.
Indice dell’articolo
Che cos’è il temperamento dei bambini
La differenza tra il carattere e il temperamento del bambino
Il temperamento dei bambini e lo sviluppo della personalità
Le nove dimensioni del temperamento
Perché è importante conoscere il temperamento dei bambini?
Il temperamento dei bambini è influenzato dall’ambiente
Bibliografia per temperamento bambini
Che cos’è il temperamento dei bambini
La parola temperamento ha più di un significato. Ecco cosa dice Treccani in merito a ciò di cui parliamo:
“temperaménto s. m. [dal lat. temperamentum, der. di temperare «temperare»]… Nell’uso moderno la componente dell’affettività (considerata, in psicologia, biologica e quindi ereditaria), come parte della costituzione e della personalità individuale, dalla quale dipendono l’emotività e la qualità e la stabilità del tono affettivo. Con sign. più generico, nel linguaggio corrente, indole, carattere”.
Il temperamento è lo stile comportamentale dell’individuo: riguarda il modo in cui il soggetto si approccia al mondo e alle situazioni, il come fa quello che fa. Riguarda le differenze individuali di ciascuno di noi nel reagire al mondo e nell’autoregolarsi a fronte delle diverse esperienze che attraversiamo. Vediamo le definizioni più significative di alcuni professionisti e professioniste su questo argomento.
- Thomas e Chess scrivono sul temperamento:
“… intendiamo un termine generale, connesso al come un individuo si comporta e che si distingue sia dall’abilità, che descrive che cosa e quanto bene fa qualcosa, sia dalla motivazione, che ci dice perché fa quello che sta facendo”. Chess S., Thomas A., Conosci tuo figlio. Un’autorevole guida per i genitori di oggi, Giunti Firenze, 2008
- William B. Carey lo definisce “Il modo caratteristico in cui l’individuo percepisce e risponde all’ambiente interno ed esterno”.
- Angelica Arace, nel suo libro La psicologia della prima infanzia, definisce il temperamento: “… in termini di differenze individuali nelle tendenze comportamentali, radicate nella biologia e presenti precocemente in infanzia, tendenze che rimangono relativamente stabili nel corso del tempo e in vari tipi di situazioni”.
In sostanza il temperamento è un tratto innato del nostro essere – a base biologica e per lo più ereditaria – che ci porta a sentire, interagire, reagire emotivamente e a interpretare l’ambiente e gli stimoli in una modalità piuttosto che in un’altra. È un tratto costituzionale che riguarda il modo in cui funzioniamo nel mondo.
Sul temperamento incide, oltre alla genetica, anche l’esperienza pre- e peri-natale: sembra che fattori avversi durante la gravidanza e/o il parto possano influire sul temperamento del bambino, della bambina.
Su questo aspetto gli studi di epigenetica stanno portando molta attenzione e vedremo, via via, cosa attesterà la ricerca.
La differenza tra il carattere e il temperamento del bambino
Il temperamento è lo stile di base con cui l’individuo si rapporta con il mondo in senso ampio, fin dai primi istanti di vita.
Non è ancora il carattere nell’accezione comune con cui lo intendiamo, il quale si forma nell’interazione tra il temperamento e l’ambiente, inteso anche come ambiente educativo.
Nei primi anni di vita il bambino, la bambina, si relaziona e si approccia al mondo con una modalità particolare. Durante gli anni – nell’incontro con la realtà e con ciò che rimanda, nell’interrelazione che si crea – si forma il carattere, che può includere attenuazioni o amplificazioni dei tratti temperamentali innati.
“La nostra ipotesi è che le differenze di temperamento nel neonato e nella primissima infanzia siano biologicamente determinate, ma che poi il temperamento del bambino sia influenzato dall’interazione coi genitori, che può accentuare o modificare la sua inclinazione temperamentale originaria” – Thomas & Chess.
L’interazione non riguarda solo la cerchia familiare ma l’ambiente all’interno del quale il bambino, la bambina a è inserito/a.
Il temperamento dei bambini e lo sviluppo della personalità
Il temperamento non è un dato immodificabile della personalità, né determina in modo rigido ciò che ciascuno di noi diventerà nel tempo, sebbene possa influenzare lo sviluppo a breve e lungo termine.
Secondo Thomas & Chess il temperamento è in parte modificabile dalle interazioni con l’ambiente mentre per Rothbart il temperamento si modifica nel tempo come conseguenza della maturazione del cervello e dello sviluppo cognitivo.
Buss & Plomin, invece, ritengono che l’interazione con l’ambiente sia poco significativa sul temperamento: al contrario, a fronte di caratteristiche temperamentali forti, l’ambiente stesso può esserne condizionato.
In certe condizioni un adulto può fare molta fatica nel suo lavoro educativo, sentirsi impotente, frustrato, in grande difficoltà nella relazione col bambino, con la bambina, e ciò a sua volta può influenzare la relazione che costruisce con lui o lei.
Poiché il temperamento rappresenta le fondamenta su cui si poggia lo sviluppo della personalità, conoscerne le principali caratteristiche può aiutare gli adulti a comprendere meglio i bambini, le bambine con cui si rapportano e dimostrare maggiore empatia.
Lo studio del temperamento permette di capire come alcuni atteggiamenti e comportamenti siano dettati da caratteristiche innate e non volontarie, soprattutto nei primissimi anni di vita, quando il bambino/a fatica a modulare le sue emozioni e il suo agire in modo autonomo ed efficace.
Le nove dimensioni del temperamento
Il primo studio importante sul temperamento è il famoso New York Longitudinal Study del 1977 a cura di Thomas e Chess, già citati prima, i quali hanno seguito lo sviluppo di 133 soggetti dalla nascita all’età adulta e individuato nove dimensioni del temperamento.
- Attività: si riferisce alla proporzione tra periodi attivi e inattivi del bambino, della bambina, in relazione alla sua attività motoria. Per esempio, si gira nel lettino con scarsa frequenza o, al contrario, si muove in continuazione.
- Ritmicità: regolarità o irregolarità dei ritmi alimentari e del sonno. Il bambino, la bambina tende ad avere fame sempre alla stessa ora o, viceversa, fatica a prendere il ritmo della pappa.
- Adattabilità: è il grado di maggiore o minore capacità di adattamento ai cambiamenti del bambino/a nel suo ambiente e ai nuovi stimoli. Per esempio, come il piccolo approccia lo svezzamento, o una nuova proposta di gioco.
- Soglia di sensibilità sensoriale: è l’intensità necessaria a uno stimolo per provocare una reazione. Ci sono bambini e bambine che sobbalzano al più lieve rumore e altri che percepiscono solo stimoli molto intensi.
- Umore: il tono prevalente dell’umore. Un bambino/a può essere sorridente e aperto o chiuso/a e poco espressivo/a.
- Intensità delle reazioni: si intende l’energia espressa e l’intensità delle risposte a fronte degli stimoli. Alcuni bambini/e, quando sentono una musica nuova, emettono vocalizzi e ridono forte oppure non evidenziano una particolare reazione.
- Distraibilità: indica quanto uno stimolo esterno è efficace nel distrarre il bambino/a dal comportamento in atto. Per esempio, riusciamo a distrarlo/a dandogli il ciuccio quando piange per la fame o continua comunque a piangere.
- Persistenza e durata dell’attenzione: è la capacità di mantenere l’attenzione su uno stimolo nonostante le interferenze. In pratica, il periodo di tempo che il bambino/a è in grado di dedicare ad uno stimolo/situazione senza interruzione.
- Approccio o ritirata: la risposta del bambino, della bambina, a uno stimolo o situazione nuova. Per esempio, il bambino/a si oppone alle cure di una persona che non sia la madre o si incuriosisce subito ad un nuovo oggetto e inizia a manipolarlo.
A partire dalle nove dimensioni del temperamento individuate da Thomas e Chess possiamo riscontrare infinite combinazioni: al momento, sul Pianeta, quasi 8 miliardi di combinazioni differenti, tante quanti gli abitanti della Terra perché ognuno di noi è unico e irripetibile.
Perché è importante conoscere il temperamento dei bambini?
Nella quotidianità dei contesti educativi ci accorgiamo di quante forme di temperamento ci siano e come si manifestino in modalità differenti in ogni soggetto.
Con una accurata e attenta attività di osservazione possiamo riscontrare bambini e bambine:
- che presentano regolarità nelle funzioni biologiche, prevalenza di approccio favorevole a situazioni e persone nuove, adattabilità ai cambiamenti, umore positivo, livello non elevato di intensità delle risposte agli stimoli,
- con un alto livello di attività motoria, reazioni di ritiro di fronte a situazioni nuove, risposte emotive di intensità elevata e una soglia sensoriale bassa di attivazione di fronte agli stimoli,
- che manifestano reazioni di intensità media, regolarità del sonno e dei pasti, necessità di tempi ampi per adattarsi alle novità, alta distraibilità e livello di attività motoria basso.
Perché per noi che ci occupiamo di educazione sia in qualità di genitori e professioniste, professionisti, è importante conoscere il temperamento?
Puoi guardare anche questo video su YouTube: Il temperamento dei bambini con Silvia Iaccarino
Il temperamento dei bambini e delle bambine è influenzato dai fattori ambientali, i quali contribuiscono a modificare il comportamento dei piccoli.
L’ambiente fisico in primis può avere ripercussioni sul temperamento: per esempio, luoghi molto rumorosi e caotici possono elicitare con facilità un umore negativo in bambini e bambine di due anni.
Per chi lavora nei servizi educativi è importante prestare attenzione all’ambiente in cui i piccoli vivono. Attraverso l’osservazione possiamo comprendere le loro caratteristiche temperamentali e tenerne conto quando:
- monitoriamo gli stimoli sensoriali in termini di luci, suoni, odori, quantità di persone presenti nello spazio,
- scegliamo i materiali da mettere a disposizione,
- allestiamo un nuovo spazio,
- proponiamo le novità.
Se non teniamo conto del temperamento dei bambini e delle bambine, possiamo rischiare di metterli in difficoltà – in modo involontario, certo – in quanto non consideriamo a sufficienza l’impatto che l’ambiente può avere su di loro.
Oltre all’ambiente fisico, incide anche l’ambiente relazionale in una condizione di bidirezionalità: l’ambiente condiziona il bambino/a e viceversa, in una circolarità di stimoli e risposte che si influenzano a vicenda.
Bambini e bambine, grazie al loro stile comportamentale, influenzano gli adulti che se ne occupano con risposte diverse. E tali risposte, in modo circolare, entrano in gioco nelle traiettorie di sviluppo.
Per descrivere questa dinamica Thomas e Chess parlano di goodness of fit (buona concordanza) termine che indica il modo in cui l’ambiente si adatta alle caratteristiche del bambino, della bambina, tenendone conto e favorendo o meno il suo processo di adattamento all’ambiente stesso. Cosa significa? Per esempio, un bambino/a con una bassa soglia di attivazione di fronte agli stimoli (ipersensibile) e reazioni emotive intense, può fiorire in un contesto che è in grado di accogliere e comprendere i suoi tratti, fornire accudimento, stimoli e attività adatte a lui/lei finalizzate a valorizzarne le caratteristiche.
Quando professionisti e genitori conoscono questa tematica possono guardare ai comportamenti dei bambini e delle bambine con occhi diversi.
Lo studio del temperamento attraverso l’osservazione dei piccoli ci permette di acquisire una maggiore consapevolezza sulle modalità comportamentali: capiamo con facilità che sono altamente influenzate da questo aspetto della soggettività.
Possiamo leggere le azioni di bambini e bambine in modo più neutrale, senza cadere in interpretazioni adultocentriche tipiche, come per esempio mi sfida, lo fa apposta per farmi arrabbiare e simili oppure evitando di etichettare bambini e bambine con aggettivi come pigro/a, timido/a, aggressivo/a.
Il temperamento dei bambini è influenzato dall’ambiente
Il temperamento è innato (su base genetica ed epigenetica), ma gli esiti di sviluppo di bambini e bambine sono influenzati da come interagiscono con l’ambiente di crescita, sia fisico che relazionale. Abbiamo il compito di sviluppare una sensibilità significativa e la capacità di adattare l’ambiente fisico, le modalità di accudimento e lo stile educativo, in base al bambino/a che abbiamo di fronte. Teniamo sempre in considerazione la soggettività, le preferenze, gli interessi, il modo personale di osservare, interpretare, interagire col mondo che hanno i bambini e le bambine.
Qui trovi un approfondimento pratico:
Capire i comportamenti dei bambini e adattare le strategie educative
Bibliografia per temperamento bambini
- Arace A., Psicologia della prima infanzia, Mondadori, Milano, 2010
- Chess S., Thomas A., Conosci tuo figlio. Un’autorevole guida per i genitori di oggi, Giunti, Firenze, 2008
- Keogh B.K., Impulsivi, introversi, emotivi, apatici. Comprendere e valorizzare il temperamento e le differenze individuali, Erickson, Trento, 2006