di Silvia Iaccarino, psicomotricista, formatrice, fondatrice di Pf06
“Mamma, papà, mi sto annoiando. Non so cosa fare”.
Quando arriva l’estate e terminano la maggior parte degli impegni scolastici e sportivi dei nostri figli, potremmo sentire questa frase più spesso del solito.
A volte pensiamo di essere genitori poco attenti e tentiamo in tutti i modi di risolvere il problema cercando di riempire il tempo dei bambini e delle bambine con attività strutturate, avvalendoci spesso di strumenti tecnologici.
Forse, non è sempre la soluzione più opportuna.
La noia non dovrebbe diventare un problema, anzi: bambini e bambine hanno bisogno anche di gestire il tempo non strutturato, quello che non viene riempito da attività.
Vediamo insieme come gestire la noia nei bambini e perché è importante lasciare degli spazi vuoti nella giornata dei nostri figli/e.
Perché la noia può far bene ai bambini
Partiamo da questo presupposto: la noia fa bene ai bambini e alle bambine. E fa bene anche a noi adulti.
È importante iniziare a sperimentare momenti di noia sin da piccoli per imparare a gestire con consapevolezza il tempo non strutturato e decidere in che modo riempire questo spazio senza ricevere per forza stimoli dall’esterno.
È fondamentale compiere questo passaggio sin dai primi anni di vita per imparare a organizzare la giornata una volta diventati adolescenti e poi adulti.
Perché la noia fa bene ai bambini? Almeno per tre motivi:
- la noia offre l’opportunità di conoscere meglio se stessi, entrando dentro di Sé ed esplorando i propri spazi interiori,
- la noia stimola la creatività, l’immaginazione, la fantasia,
- la noia sviluppa la capacità di problem solving.
Quando bambini e bambine dicono “Mi annoio” possiamo rispondere, per esempio, in modo positivo e proattivo:
“Giovanni, Lucia, ti senti annoiata/o? Ottimo! Se non sai cosa fare è il momento giusto per inventare qualcosa di nuovo. Sono curiosa/o di vedere le tue nuove idee”
La noia permette ai bambini/e di comprendere le proprie passioni, di capire cosa gli piace fare e, aspetto rilevante, di coltivare i talenti.
Se cerchiamo di riempire il loro tempo con una serie di attività programmate o sviando il problema della noia con l’uso dei dispositivi elettronici (tablet, PC, Smartphone, videogiochi) potrebbero non imparare ad ascoltare sé stessi.
Lasciamo i bambini e le bambine liberi di interpretare la noia e attivare la mente nel trovare soluzioni per riempire questo spazio.
Potremmo stupirci di fronte a una nuova attività creata da loro che riflette – in modo magari inconsapevole – una passione o un’abilità. La noia serve ai nostri figli/e anche per esplorare i propri interessi.
Scrive Nancy H. Blakey in un articolo sulla noia: “Non posso infondere l’immaginazione nei miei figli. Posso, però, creare un ambiente in cui la loro creatività non sia solo un altro pasticcio da sistemare, ma una gradita prova del fatto che stanno affrontando con successo la noia”.[1]
È un chiaro invito a lasciar sperimentare i nostri bambini e bambine: creiamo uno spazio solo per loro, dove possano giocare in libertà e svolgere tutte le attività che desiderano.
Il gioco è il lavoro dei bambini e il miglior antidoto alla noia
Come genitori attenti è importante lasciare spazio ai nostri figli e figlie: quando concediamo loro un tempo non strutturato, senza attività imposte o pianificate, possono trovare qualcosa da fare per “maneggiare” la noia.
I bambini e le bambine possono impegnarsi anche nel gioco solitario, che è altrettanto di valore quanto il gioco sociale. Attraverso il gioco i bambini/e elaborano le emozioni e le esperienze, trovano soluzioni alternative, usano la fantasia per inventare un’attività nuova magari ispirata a una fiaba o un cartone animato.
Il metodo migliore per gestire la noia nei bambini è fare in modo che sperimentino l’inerzia, l’assenza di attività e siano stimolati a reagire a questa sensazione se per loro è “fastidiosa”. Il gioco è solitamente la soluzione più alla loro portata.
Cosa fare quando un bambino dice “Sono annoiato!”
Quando un bambino o una bambina dice di provare una sensazione di noia, potrebbe aver bisogno della nostra attenzione: interrompiamo le attività che stiamo svolgendo e cerchiamo di entrare in contatto con lui, lei.
Possiamo dare un abbraccio, un contatto fisico, possiamo dialogare con loro e porre qualche domanda per sciogliere la tensione. Il contatto fisico è il modo migliore per fare il pieno di energia e trovare lo stimolo per allontanare la noia.
Dopo aver riempito per bene il “serbatoio affettivo” dei nostri figli/e, possiamo, per esempio:
- coinvolgerli, se abbiamo tempo e modo, in un’attività da svolgere insieme, meglio se manuale e all’aria aperta;
- se non abbiamo molto tempo da dedicare loro in quel momento, possiamo suggerire qualche idea di gioco da portare avanti in autonomia, dando anche la possibilità di stare nel nostro spazio per mantenere la vicinanza;
- allontanarci con gradualità dai bambini/e lasciando che acquisiscano sempre maggiore autonomia nel gioco.
Se le occasioni di noia si ripetono – dopo il riempimento del serbatoio affettivo – possiamo intervenire sempre meno nelle loro attività e limitarci a dare degli spunti per gestire la noia, un po’ come fare un brainstorming e poi lasciare loro la libertà di scegliere come riempire il tempo.
Troppi stimoli possono causare un senso di vuoto
Una considerazione importante riguarda i ritmi di vita a cui, mediamente, i nostri bambini e bambine sono abituati.
Spesso attraversano giornate molto strutturate, piene di impegni, con poco o nullo tempo libero e dove il tempo-schermo può avere un ruolo significativo.
Questa condizione abitua i bambini a vivere con un certo livello, piuttosto alto, intenso e costante, di stimolazione esterna che porta alla produzione sostenuta di ormoni come, ad esempio, dopamina e adrenalina.
Nel momento in cui tali stimoli vengono a mancare o diminuiscono di intensità e/o durata, il bambino/a può sperimentare fisicamente un senso di vuoto, anche a causa di un “crollo” nei valori ormonali a cui potrebbe essersi abituato/a e che lo/la fanno sentire solitamente “carico/a”.
Da questo repentino cambio nel pacchetto ormonale in circolazione, il bambino/a potrebbe sentirsi a disagio nel maneggiare la noia, vissuta come spiacevole proprio a livello fisico.
Anche per questo motivo sarebbe importante per noi adulti riflettere su come riorganizzare il post scuola onde evitare un’eccessiva stimolazione esterna e strutturazione del tempo, limitando il tempo-schermo in modo che bambini e bambine non si abituino, fin da piccoli, a continui input che possono metterli in difficoltà nella regolazione dei propri stati affettivi, in primis a livello neurofisiologico.
Come gestire la noia con consapevolezza
La creatività e la capacità di risolvere problemi sono abilità importanti da promuovere fin dai primi anni di vita per imparare a gestire lo studio e il lavoro in futuro.
Abbiamo il compito di accompagnare bambini e bambine ad accogliere e organizzare, via via che crescono, i momenti di tempo libero.
Come gestire la noia nei bambini? Ecco i nostri tre consigli.
1. Aiutiamo i bambini a comprendere che la noia è un’opportunità
Dare alla noia un’accezione negativa può essere controproducente: al posto di abbinare aggettivi negativi alla noia, descriviamola in modo positivo.
Quindi noia sarà uguale a libertà, spazio, gioco, tempo per sé. E NON sarà, nelle nostre parole, tristezza, stanchezza o solitudine.
Incoraggiamo i bambini e le bambine a vivere il momento della noia come occasione per inventare un nuovo passatempo: potremmo anche lanciare loro una piccola sfida ludica, adeguata all’età e alle abilità, e vedere in che modo reagiscono.
Magari potrebbero aver bisogno solo di uno stimolo iniziale: un’ottima soluzione è dare loro, ad esempio, materiale con cui giocare (come cartoni, fogli, pennarelli, legnetti, cesti, vecchie coperte o lenzuola) per stimolare la fantasia. Potrebbero stupirci con la costruzione di una tenda degli indiani o una nuova casa per i giochi.
2. Stimoliamo le “soft skills” dei bambini e delle bambine
Incoraggiamo i nostri figli/e a sviluppare, attraverso il gioco, quelle capacità che saranno utili per tutta la vita. Attività manuali con materiali vari o a contatto con la natura, sono importanti per coltivare:
- lo spirito di osservazione,
- la concentrazione,
- la manualità,
- la curiosità,
- l’inventiva,
- l’interesse.
Diventa importante dare ai bambini e alle bambine degli spunti – oggi possiamo chiamarli prompt -dei suggerimenti, e poi lasciarli lavorare da soli.
Per esempio: “Giovanni, a cosa somiglia quella scatola di cartone dove c’era dentro il latte? Cosa potrebbe diventare?” oppure “Sara, ricordi la favola della buona notte dell’altra sera? Se ti va, con quei legnetti, potresti costruire la casetta nel bosco dei protagonisti…”.
3. Insegniamo ai bambini e alle bambine il significato della parola costanza
Per gestire la noia nei bambini, è necessario trattare insieme a loro anche qualche concetto più complesso, da proporre sempre in una forma ludica.
Spesso i bambini/e abbandonano un’attività quando capiscono di non riuscire a portarla a termine in poco tempo o come vorrebbero loro: atteggiamenti tipici sono, per esempio, abbandonare un gioco a terra, lasciare un puzzle incompleto, non terminare un disegno. Così, subentra la noia e la necessità di fare qualcosa di diverso.
In questi casi, possiamo affiancarli e incoraggiarli a completare ciò che stavano facendo.
Prendiamo un esempio tipico: il disegno. I bambini/e prendono in mano i pennarelli, disegnano un “bambino” al centro del foglio e dicono di aver terminato. Tempo di realizzazione due minuti.
Potremmo, per esempio, dire: “Ah ecco, Giovanni, Lucia. Hai disegnato un bambino. Dove si trova questo bambino? Magari è al mare come noi? O da un’altra parte?”, e possiamo così sostenerli nell’allargare lo sguardo e approfondire il loro processo creativo.
I bambini e le bambine possono aver bisogno di imparare ad avere costanza: aggiungere un pezzetto in più a ogni gioco può essere un punto di partenza.
Come gestire la noia nei bambini: partire dal gioco
La soluzione migliore per gestire la noia nei bambini e nelle bambine è suggerire loro delle attività piacevoli a finale aperto.
Attraverso il gioco:
- regolano la noia in modo autonomo e trovano una soluzione piacevole per gestire il tempo libero,
- acquisiscono una maggiore consapevolezza rispetto alle proprie abilità.
Nello stato di noia bambini e bambine, accompagnati da noi, potrebbero riuscire a percepire meglio i propri bisogni attraverso un ascolto di sé che possiamo guidare: “Com’è questa noia che senti? Dove la senti? Cosa ti dice? Di cosa avresti bisogno ora? Cosa potresti fare?”, etc.
Se ti interessa approfondire il tema del gioco, il 19 settembre 2023 inizia il corso Giocare è una cosa seria. Loose parts e pensiero scientifico.
Proponiamo questo momento di confronto a educatrici ed educatori, ma può essere utile anche ai genitori che vogliono capire meglio il “ragionamento scientifico” dei loro bambini/e.
Giocare è una cosa seria: le info sul corso
Quando bambini e bambine si annoiano e si sentono a disagio con questa emozione possiamo, da un lato, accompagnarli all’ascolto di sé e, dall’altro, quando utile e necessario, fornire loro qualche spunto come brainstorming per avviare il motore creativo insito in ciascuno di noi, connotando la noia come opportunità invece che come problema.
[1] In lingua originale: “I cannot plant imagination into my children. I can, however, provide an environment where their creativity is not just another mess to clean up but welcome evidence of grappling successfully with boredom” https://www.ahaparenting.com/read/boredom-busters-good-for-kids