Perché i bambini non vogliono andare a scuola? Motivi e consigli

Educazione e sviluppo infantile, Genitori
Bambini non vogliono andare a scuola – Percorsi Formativi 06

 

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice PF06

 

 

C’è un tema che ricorre in questo periodo di ripresa dell’anno scolastico: la difficoltà a tirare giù dal letto bambini e bambine al mattino per uscire di casa e andare a scuola o all’asilo nido.

È un problema rilevato da molti genitori con i quali ci confrontiamo durante le consulenze: “Silvia, mio figlio non vuole andare a scuola, mia figlia non vuole andare a scuola” o “Mio figlio non vuole andare all’asilo” sono frasi che sentiamo spesso. Dal lunedì al venerdì svegliare i bambini al mattino per farli andare a scuola diventa, a volte, un’impresa impossibile.

Nel fine settimana invece, di solito tutto è più semplice perché i tempi sono distesi, non abbiamo l’orologio al polso e riusciamo a gestire con più serenità la routine del mattino.

Ma perché i bambini e le bambine possono avere delle difficoltà al mattino nello svegliarsi e uscire di casa? Perché non vogliono andare a scuola o all’asilo?

Lavoriamo insieme su questo aspetto e vediamo quali potrebbero essere le motivazioni, non esaustive, per le quali svegliare bambini e bambine è difficoltoso e in che modo possiamo accompagnare i nostri figli e figlie in questo momento importante e delicato.

Come per la maggior parte dei nostri contenuti, ci riferiamo alla fascia 06 anni, tenendo presente che i suggerimenti condivisi possono essere validi – con i dovuti adattamenti -, anche alla fascia di età della scuola primaria, abbracciamo quindi il contesto 0-10 anni.

 

I bambini non voglio andare a scuola o all’asilo nido: cinque motivi

Vediamo insieme quali possono essere le motivazioni più diffuse che complicano la sveglia del mattino e la preparazione per andare a scuola. Riportiamo quelle che incontriamo più spesso durante la nostra esperienza: se riscontrate altre problematiche vi invitiamo a scriverci in modo da trattarle insieme.

 

Scrivici anche adesso a info@percorsiformativi06.it

 

 

Il distacco dai genitori

In primis, per bambini e bambine in età prescolare ma anche per chi frequenta la scuola primaria, c’è il tema del distacco dai genitori: la difficoltà a uscire di casa è connessa al saluto, alla separazione da mamma e papà per una giornata intera.

Per alcuni bambini e bambine il distacco è una fatica importante, ancora di più nella fascia 03 quando sono molto piccoli: nonostante non riescano ad avere consapevolezza del tempo che li separa dai genitori perché non sono ancora in grado di misurarlo, bambini e bambine hanno una sorta di orologio interno e attraverso la routine del mattino riescono a comprendere quale piega prenderà la giornata.

Capiscono bene che, dal momento del risveglio, ci sono una serie di preparativi finalizzati ad uscire di casa: scendiamo dal letto, andiamo in bagno, facciamo colazione, ci laviamo i denti e ci vestiamo, prendiamo lo zaino e… andiamo all’asilo o a scuola.

Bambini e bambine hanno ormai compreso i passaggi e anticipano l’idea che questa routine del mattino sia il preludio dell’uscita e della separazione dai genitori.

Quindi il distacco può essere la prima motivazione che sta dietro alla difficoltà dell’andare all’asilo e a scuola.

 

Il sovraccarico socio-emotivo e cognitivo

I bambini e le bambine più sensibili potrebbero essere stressati dalle innumerevoli stimolazioni a cui vanno incontro quando sono a scuola, sia sotto il profilo sensoriale, sia sotto quello socio-emotivo e cognitivo.

Molti di loro si sentono letteralmente schiacciati dal contesto educativo-scolastico e a volte non vogliono andare al nido o a scuola perché sanno già (ancora una volta, anticipano) come sarà la loro giornata, e faticano a gestire gli innumerevoli input che ricevono. Si sentono sovraccaricati solo all’idea.

Questa dinamica può succedere anche a noi adulti: quante volte solo al pensiero di dover affrontare una giornata di lavoro impegnativa ci sentiamo oppressi? Ecco, a bambini e bambine può accadere la stessa cosa.

 

La noia

Possiamo trovarci anche di fronte alla situazione opposta: ci sono bambini e bambine che durante la giornata scolastica si annoiano perché non trovano stimoli abbastanza interessanti.

Negli ultimi tempi, ci capita spesso di incontrare genitori con bambini/e plus-dotati/e o comunque con un alto potenziale cognitivo, che raccontano la difficoltà di figli e figlie nell’andare a scuola – in particolare alla primaria -, proprio perché si annoiano.

Le conseguenze dirette sono la scarsa motivazione e lo scarso interesse rispetto a quello che affronteranno durante la giornata, sensazioni che possono portare bambini e bambine a perdere il piacere di andare a scuola.

 

Le difficoltà con i pari

I bambini e le bambine più grandi della scuola dell’infanzia e quelli della primaria possono avere difficoltà a instaurare rapporti con i pari e/o a lavorare in gruppi numerosi.

Pensiamo agli ambienti di infanzia e primaria: le classi sono di solito numerose e ci sono bambini/e che in questi contesti possono essere davvero in difficoltà a stare tutto il giorno a scuola e che faticano a rimanere in relazione con compagni e compagne.

Altri bambini possono essere a disagio con l’insegnante con la quale o con il quale non sentono ancora di aver instaurato una relazione nutriente e di supporto per attraversare la loro quotidianità.

 

Il senso di inadeguatezza

Durante la giornata a scuola e all’asilo, bambini e bambine vivono innumerevoli routine e transizioni da un’attività all’altra previste dalla vita scolastica e alcuni/e di loro possono essere in difficoltà nell’accogliere le proposte e le attività didattiche.

Ci sono bambini e bambine che si sentono inadeguati rispetto alle proposte didattiche che ricevono a scuola, sbagliati rispetto al contesto e/o non sufficientemente capaci di far fronte alle richieste e alle aspettative di educatori, educatrici e insegnanti.

A seconda dell’età e del contesto educativo, bambini e bambine possono provare anche fatiche differenti e/o essere spinti da più di una motivazione a non voler andare a scuola o all’asilo.

Quelle che vi abbiamo presentato non sono certo esaustive, ma possono aiutarci a comprendere meglio gli atteggiamenti dei nostri figli e figlie con l’obiettivo di aiutarli a superare il momento del risveglio e dell’inizio di una nuova giornata all’asilo e a scuola.

 

Cinque consigli per pianificare la routine del mattino prima di andare a scuola

Le motivazioni che abbiamo esposto non sono esaustive perché le casistiche sono numerose e soggettive, variano da bambino a bambina.

Possiamo però analizzare queste cinque situazioni e capire in che modo organizzare al meglio la routine del mattino per svegliare bambini e bambine e favorire un andare a scuola senza ansie e preoccupazioni.

 

  1. Preparare in anticipo

Preparare tutto il preparabile la sera precedente ci permette di partire con il piede giusto: oltre a sistemare ciò che serve a noi genitori, predisponiamo anche il necessario per quello che riguarda i nostri bambini e bambine.

Più siamo organizzati/e, migliore sarà la gestione del risveglio e dell’uscita di casa perché riusciremo a risparmiare tempo e, quindi, a non mettere fretta a bambini e bambine causando inutili ansie e stress.

 

  1. Impostare una routine del mattino

Impostiamo routine semplici, ben definite, chiare che diventino dei rituali da seguire con costanza, commisurate alla sostenibilità del nostro bambino, bambina.

È utile definire degli step che, dal momento del risveglio fino al momento in cui usciamo di casa, siano il più possibile prevedibili, uguali, ripetibili di giorno in giorno.

Adattiamo la routine del mattino all’età del bambino o bambina: i più piccoli avranno bisogno di essere seguiti in tutti i passaggi mentre i più grandi potranno gestire in autonomia alcune situazioni, sta a noi capire fino a che punto sono in grado di autoregolarsi.

Per esempio, ci sono bambini e bambine che per molti motivi faticano a vestirsi da soli, allora diventa utile fare la vestizione insieme. Se vediamo che sono autonomi/e nel fare colazione, lasciamo invece il campo libero.

Valutiamo cosa possiamo dare in auto-gestione e cosa invece è più importante affiancare per supportare e sostenere.

Per impostare la routine del mattino può essere d’aiuto un’agenda visiva: costruiamo un supporto sul quale possiamo attaccare delle immagini dei diversi momenti che si susseguono durante la mattinata, coloriamoli insieme al bambino e alla bambina, plastifichiamoli e appendiamoli per esempio sulla porta della cameretta o della cucina.

 

  1. Rendere bambini e bambine protagonisti/e

Facciamo sentire bambini e bambine attivi/e, protagonisti/e e coinvolti/e nella loro routine mattiniera. Diamo loro la possibilità di compiere delle scelte, ovviamente alla loro portata, che li rendano responsabili.

Quindi, al posto di chiedere:

Ti vuoi lavare i denti?” (domanda che comporta il più delle volte una risposta negativa), proviamo con:

È il momento di lavarci i denti: preferisci farlo da solo/a o ti aiuto io? Preferisci farlo guardandoti allo specchio oppure no? Preferisci farlo con lo spazzolino giallo o quello blu?”. Etc.

Presentiamo delle opzioni alla loro portata, con due alternative (non più di due), entrambe valide per noi in modo che, a prescindere dalla loro scelta, a noi vada sempre bene.

 

  1. Connettersi con bambini e bambine

Diamo la priorità alla connessione con i nostri bambini e bambine: dopo una notte di separazione è importante riconnetterci con loro. Il tema della connessione relazionale è un po’ la cifra di tutti i suggerimenti che condividiamo e dovrebbe essere la nota distintiva della routine mattutina che ci può davvero aiutare nel fare la differenza. Nel momento in cui riusciamo a mantenere la connessione relazionale con il nostro bambino o bambina riusciamo a regolare con maggiore facilità il momento dell’uscita di casa al mattino.

 

  1. Non ambire alla perfezione

Teniamo conto che è normale e fisiologico avere qualche fatica al mattino perché i bambini non vogliono andare a scuola e quindi non tutte le giornate possono essere perfette, uguali e lisce come l’olio. Non sarebbe realistico.

È importante ricordare che siamo umani, sia noi che i nostri bambini e bambine, e questo implica l’imperfezione, la dis-regolazione, i problemi. Magari su dieci mattine, sei vanno bene e quattro sono più complicate (o viceversa).

Impariamo a porci aspettative realistiche e usciamo dall’idea che tutte le mattine possano essere perfette perché, di fatto, è impossibile.

Impariamo come adulti a dare il meglio di noi stessi/e ai nostri bambini e bambine per instaurare con loro una relazione di amore e fiducia, due ingredienti che semplificano tutto, anche l’uscita di casa per andare a scuola. Tenendo conto che, il meglio che possiamo, NON è la perfezione, né mai potrà esserlo.

 

I bambini non vogliono andare all’asilo o a scuola? Non è sfida o provocazione

A prescindere dalla motivazione primaria che spinge i bambini e le bambine a non voler alzarsi dal letto e/o uscire di casa e andare a scuola, la cosa importante è tener presente che il nostro bambino o bambina non ce l’ha con noi, non lo fa apposta, non vuole mancarci di rispetto, non ci sta sfidando, non vuole provocare.

Nel momento in cui al mattino bambini e bambine faticano ad andare all’asilo/a scuola ci troviamo di fronte a situazioni di ordine emotivo perché le diverse motivazioni che abbiamo illustrato ingaggiano a livello emotivo il bambino e la bambina che paventa, teme, si preoccupa di come sarà la sua giornata o alcuni frammenti della giornata.

La fatica di bambini e bambine è di ordine emotivo. Sono giovani, inesperti, immaturi: stiamo parlando di bambini/e in età prescolare o scolare nella fascia 0-10, non sono degli adulti e non hanno ancora sviluppato competenze, abilità, capacità, maturità che ci aspettiamo da un adulto.

Bambini e bambine hanno ancora molto da imparare dal punto di vista della regolazione delle emozioni e l’età biologica non è indicativa della loro maturità emozionale.

L’età emotiva, infatti, non sempre corrisponde a quella anagrafica, per questo è necessario valutare la maturità emotiva di bambini e bambine quando affrontiamo il momento dell’uscire di casa per andare a scuola o all’asilo.

I nostri figli e figlie iniziano a padroneggiare la capacità di autoregolazione in modo autonomo verso i 7/8 anni: prima di tale età hanno ancora molto bisogno dell’affiancamento degli adulti e quando si impuntano per non andare all’asilo o a scuola non lo fanno certo perché vogliono in qualche modo metterci in difficoltà, anzi, sono loro, quelli in fatica.

 

La disregolazione nei bambini

La fatica porta bambini e bambine alla dis-regolazione: il sistema nervoso va in disequilibrio, non sono più in grado di autoregolarsi, le emozioni prendono il sopravvento e conducono la situazione.

Proviamo ad accogliere e abbracciare l’idea che la disregolazione faccia parte dell’umana esperienza a tutte le età e che i bambini, ancora più degli adulti, possano incappare in questo tipo di situazioni perché sono ancora giovani e immaturi.

In questo modo le nostre aspettative nei loro confronti diventano più realistiche e alleggeriscono la prospettiva della routine del mattino rendendo il momento della preparazione più lieve.

È vero, abbiamo sempre l’orologio che ci preme, ma se noi guardiamo ai nostri bambini come a persone che esprimono una fatica, invece di pensare a loro come a persone che fanno apposta qualcosa per metterci in difficoltà, possiamo attivare uno sguardo più benevolo, empatico e accogliente.

Se vuoi approfondire il tema del risveglio al mattino partendo dalle basi neurofisiologiche, ascolta il podcast.

Prepararsi e uscire di casa al mattino: che fatica!!

 

 

 

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