Acquaticità neonatale: un’esperienza educativa e di relazione

Attività per i bambini, Educazione e sviluppo infantile
Acquaticità neonatale: educazione e relazione – Percorsi Formativi 06

 

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06

 

 

Dopo aver trascorso nove mesi nel liquido amniotico, nuotare è un’attività naturale per bambini e bambine. In acqua assistiamo a una sorta di magia: i neonati si muovono con naturalezza, si immergono ad occhi aperti, si sentono a loro agio. Guardarli desta stupore e ammirazione.

In acqua la percezione delle emozioni è più forte, il movimento è rallentato, l’ambiente è sicuro.

L’acquaticità neonatale è un’opportunità per conoscere meglio i nostri bambini e bambine e sviluppare con loro un legame di fiducia duraturo, saldo e speciale.

Perché un articolo sull’acquaticità neonatale? Per due motivi:

  • il nuoto per neonati, oltre a essere un’attività che favorisce il movimento, ha una valenza psicopedagogica elevata e fonda le sue basi sui pilastri della relazione e dell’educazione;
  • per favorire le dinamiche relazionali, gli operatori del settore hanno bisogno di seguire una formazione specifica che vada oltre a quella connessa alla disciplina sportiva e comprenda il mondo dei contesti 06 nella sua globalità.

Ci rivolgiamo quindi sia ai genitori che vorrebbero informazioni sui benefici di un corso di nuoto per neonati, sia agli educatori, educatrici e agli operatori del settore nuoto.

Prima di scoprire insieme cos’è l’acquaticità neonatale, quali sono i benefici dell’attività e perché è importante per il benessere di bambini e bambine, rispondiamo a cinque domande frequenti poste dai genitori su questo tema.

 

Quando è possibile iniziare un corso di acquaticità neonatale?

Dai 3 mesi di vita, dopo aver terminato il primo ciclo di vaccinazioni e aver ricevuto l’approvazione dal pediatra.

 

Con quale frequenza è opportuno portare i bambini in piscina?

Nei primi mesi di vita è sufficiente un ciclo mono-settimanale di lezioni, che può diventare bisettimanale dai tre anni in poi.

 

Per quanto tempo un neonato può rimanere in acqua?

Gli incontri di acquaticità durano in genere 40 minuti.

 

Qual è la temperatura ideale dell’acqua per i neonati?

L’acqua deve essere calda, circa 32°.

 

Cosa serve per fare un corso di acquaticità neonatale?

Un costume contenitivo da indossare sopra al pannolino. Suggeriamo l’uso di un bagnoschiuma delicato per il bagno post corso e di una crema idratante specifica “dopo piscina”. 

 

Che cos’è l’acquaticità neonatale?

L’acquaticità neonatale, definita anche idrochinesiologia per la prima infanzia, è un’esperienza educativa dal valore psicopedagogico, finalizzata ad accompagnare bambini e bambine nei primi mesi e anni della loro vita e a favorire la crescita psicomotoria nel rispetto delle fasi evolutive.

Un corso di acquaticità neonatale, oltre e migliorare le competenze acquatiche dei neonati, è un momento significativo sotto l’aspetto relazionale e affettivo, sia con i genitori, sia con i pari.

 

Cosa si intende con idrochinesiologia

Il termine idrochinesiologia aiuta a comprendere meglio l’aspetto relazionale del nuoto neonatale perché, per definizione, indica la pratica terapeutica ed educativa che pone al centro la relazione tra bambino, bambina e genitore, tra bambino/a e operatore, tra genitore e operatore.

L’idrochinesiologia è l’espressione più avanzata dei metodi formativi, educativi e riabilitativi perché comprende idrologia, idroterapia e idrochinesiterapia.

L’idrochinesiologia è un metodo originale, complesso, articolato ed evoluto di terapia olistica assimilabile, quale forma innovativa in senso lato, alla medicina non convenzionale”, leggiamo su Wikipedia.

Metodo che è suddiviso in tre macro-aree:

  • idrochinesiologia percorso riabilitativo,
  • idrochinesiologia percorso nascita,
  • idrochinesiologia in gravidanza.

In questo articolo ci concentriamo sul tema acquaticità neonati e vediamo insieme i benefici di questa straordinaria attività.

 

Acquaticità neonatale: i benefici dell’acqua e del gioco

Ci sono condizioni che possiamo sperimentare solo quando siamo immersi nell’acqua: pensiamo alla sensazione di leggerezza, conseguenza diretta della riduzione del peso corporeo e dell’assenza di carico. Pensiamo all’effetto antalgico provocato dal calore del liquido nel quale ci muoviamo che, quando raggiunge una temperatura di circa 33-35°, allevia il dolore perché alza la soglia della sensibilità.

Pensiamo alla facilità nell’esecuzione dei movimenti e alla possibilità di controllare il nostro corpo in un ambiente protetto e sicuro, dove diminuisce anche il rischio di farsi male perché la tenzione sulle articolazioni è ridotta (l’acqua sostiene circa i 9/10 del peso corporeo).

L’acqua è un elemento in grado di donare un’intensa sensazione di benessere fisico e mentale che perdura anche dopo l’attività e permette alle persone di stare bene, nel senso letterale dell’espressione.

Il movimento in acqua, oltre ad essere vantaggioso per gli adulti, è fonte di beneficio anche per bambini e bambine e il nuoto neonatale è un’opportunità per favorire lo sviluppo e la crescita già dai primi mesi di vita in un ambiente dove tutto è più semplice, ovattato e soffice.

A cosa serve l’acquaticità neonatale e quali sono i benefici?

L’idrochinesiologia per bambini…

 

1. Rafforza il rapporto tra genitore e bambino, bambina

La dimensione relazionale è uno degli aspetti più importanti del nuoto per bambini: durante un corso in acqua per neonati si crea un rapporto di cooperazione tra la mamma o il papà e il bambino o bambina, che collaborano insieme per raggiungere uno scopo.

In acqua, il contatto pelle a pelle è più forte e permette ai neonati di percepire meglio le sensazioni del genitore: l’abbraccio della mamma, del papà è fondamentale per valorizzare la relazione affettiva e conoscersi meglio.

Per questo motivo, gli operatori del settore suggeriscono di far accompagnare il neonato dal genitore che ha una maggiore dimestichezza con l’acqua e si sente sicuro/a nell’ambiente, in modo da trasmettere il senso di protezione e sicurezza anche ai bambini/e.

 

2. Migliora la fiducia in sé stessi e l’autostima

Quando bambini e bambine giocano in acqua, prendono dimestichezza con l’ambiente circostante e – poco alla volta -, si rendono conto di riuscire a raggiungere dei piccoli traguardi: afferrare un gioco, eseguire un’immersione, scivolare sull’acqua. L’incoraggiamento da parte del genitore e dell’operatore permette ai bambini/e di capire quando ottengono il risultato voluto: la dinamica favorisce la fiducia e la sicurezza, presupposto importante per la crescita.

Attraverso il gioco in acqua bambine e bambini acquisiscono una maggiore consapevolezza dello spazio in cui si trovano e della percezione del corpo in questo spazio (capacità cinestesica).

 

3. Sviluppa le competenze motorie

Il nuoto per neonati stimola, attraverso il gioco, le capacità percettive, senso-motorie e la conoscenza del corpo.

L’acquaticità neonatale sviluppa, sin dai primi mesi di vita, le capacità motorie dei neonati (per questo viene anche definita acquamotricità neonatale) e favorisce il movimento fluido e dinamico.

Immersi nell’acqua e solleticati con attività ludiche calibrate in base all’età, bambini e bambine migliorano il coordinamento muscolare, l’equilibrio, il controllo del proprio corpo, la velocità dei movimenti. Gli operatori suggeriscono di portare in piscina bambini e bambine per ottimizzare lo sviluppo psicomotorio e l’apprendimento.

Il nuoto rinforza l’apparato muscolo-scheletrico, l’elasticità e la forza: i bambini traggono giovamento a livello posturale e imparano a tenere la schiena dritta con maggiore facilità.

Il nuoto neonatale è un’attività utile per imparare a controllare la respirazione e favorire lo sviluppo sano del sistema cardiocircolatorio.

 

4. Dona una sensazione di rilassamento

Dopo la fase di gioco durante la quale bambini e bambini sentono il bisogno di scoprire, esplorare, muoversi e giocare (fase in cui tendono a mettere in bocca qualsiasi oggetto gommoso che passa sotto mano, è normale), percepiscono la sensazione di rilassamento favorita dal calore dell’acqua.

Di solito, durante gli ultimi minuti di una lezione di acquaticità neonatale, gli operatori promuovono esercizi che permettono a bambini/e e genitori di distendere corpo e mente, abbassare il battito e ritrovarsi in un caldo abbraccio.

Il nuoto neonatale diventa così un toccasana per regolarizzare il sonno dei bambini (spesso i neonati si addormentano in acqua, al termine del corso) e stimolare l’appetito: preparatevi per una poppata post corso.

 

5. Promuove la socialità

Inserire i bambini e le bambine in un corso in acqua per neonati significa farli entrare subito in una dimensione sociale altra da quella della casa – un po’ come avviene al Nido e alla Scuola dell’Infanzia -, e incontrare nuovi compagni di gioco.

Dal settimo mese in poi, bambini e bambine iniziano a interagire non solo con il genitore, ma anche con l’operatore e, soprattutto, con gli altri bambini/e.

Il baby nuoto è un’attività sociale che migliora la capacità di gestire i rapporti interpersonali e permette ai bambini/e di entrare in sintonia con i pari attraverso il gioco, lo scambio, il tatto.

L’acquaticità neonatale, oltre a essere un’esperienza educativa e formativa, è un momento di svago e divertimento durante il quale i bambini e le bambine (così come i genitori) dovrebbero divertirsi, stare bene, ridere e recuperare le energie.

 

Acquaticità neonatale: le tappe del percorso

L’idrochinesiologia per neonati prende il nome di percorso nascita perché i bambini e le bambine intraprendono – prima insieme ai genitori e poi in autonomia -, un viaggio educativo alla scoperta del proprio corpo, delle relazioni, del movimento.

Di solito i corsi di acquaticità neonatale e baby comprendono sei step.

 

Da 3 a 6 mesi

Nella prima fase i neonati sono sempre accompagnati dall’abbraccio e dal sostegno del genitore: è il momento in cui si solidifica la relazione e il legame di fiducia. In acqua effettuiamo le prime prese (supina e prona), le immersioni e le manipolazioni.

 

Da 7 a 14 mesi

Siamo nella fase della conoscenza e della socialità, durante la quale bambini e bambine iniziano ad aprirsi alla conoscenza dell’altro e dell’ambiente: usano le mani per afferrare oggetti, restano in posizione seduta, muovono gambe e braccia per sentire l’acqua e incontrano i compagni/e.

 

Da 15 a 23 mesi

È meraviglioso osservare bambini e bambine in questa fase perché è quella in cui sviluppano meglio le capacità motorie, percepiscono il corpo e sentono l’esigenza di sperimentare e muoversi nello spazio. Gli operatori iniziano a proporre i primi esercizi volti a definire i movimenti in acqua.

 

Dai 24 ai 36 mesi

Il passaggio all’autonomia è delicato e bisogna gestirlo con cura: il genitore è ancora in acqua ma lascia il bambino/a da solo/a con l’operatore e gli amici per sperimentare una nuova dimensione.

In questa fase i piccoli/e acquisiscono maggiore sicurezza.

 

Dai 3 ai 4 anni

Il genitore non entra più in acqua: accompagna il bambino/a dall’operatore, lo/la saluta con un abbraccio forte e una frase di incoraggiamento e assicura di essere “lì sugli spalti a guardarti mentre nuoti”. In questa fase non parliamo più di acquaticità ma di esercizi di nuoto e l’operatore pone le basi per l’insegnamento della disciplina anche se è sempre presente l’aspetto ludico-educativo.

 

Dai 4 ai 5 anni

Bambini e bambine sono ormai indipendenti in acqua e pronti ad acquisire le nozioni sulla tecnica del nuoto: questo è il momento della concentrazione, dell’apprendimento, della formazione, fondamentale per trasmettere valori come l’importanza dell’ascolto, la cooperazione tra compagni, l’educazione.

 

L’obiettivo dei percorsi di acquaticità neonatale è trasmettere ai bambini e alle bambine l’amore per l’acqua, che diventa un elemento amico, un ambiente in cui stare bene, un luogo di relazione.

Nonostante il nuoto sia uno degli sport più completi perché permette di allenare un numero elevato di distretti muscolari, sarà il bambino/a a scegliere se farlo diventare la disciplina della vita oppure no.

A prescindere dalla decisione, se i nostri bambini e bambine sanno nuotare ci sentiamo più sicure e sicuri quando siamo al mare, al lago o durante le feste di compleanno in piscina.

L’acquaticità neonatale è un’attività che valorizza e fortifica la relazione tra genitore e bambino/a, migliora la percezione delle emozioni, favorisce lo sviluppo sensomotorio: la presenza di un operatore preparato e formato è indispensabile per facilitare le dinamiche relazionali e di movimento.

Per questo suggeriamo a chi si occupa di idrochinesiologia per neonati di seguire percorsi formativi specifici per i contesti 06 e affinare le competenze necessarie a far crescere bambini e bambine e a favorire il loro benessere.

 

Fai parte di un ente o un’associazione sportiva? Puoi trovare diverse proposte sul nostro sito.

 

 

 

 

 

 

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