Accompagnare i bambini remissivi nello sviluppo delle competenze sociali

Educazione e sviluppo infantile, Genitori
Bambini remissivi: cosa fare? - Percorsi Formativi 06

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06

Una mamma ci ha mandato un messaggio su Instagram chiedendo un approfondimento sulle bambine e i bambini remissivi, quei soggetti che ricevono un morso, un graffio, una spinta o qualsiasi altro tipo di comportamento aggressivo e non reagiscono.

Rispondiamo con piacere alla richiesta e proponiamo un affondo in questo articolo, concentrandoci come sempre nella fascia 06.

Il bambino della mamma che ci ha contattato ha venti mesi. Fin dai primi mesi di vita è importante osservare i comportamenti di bambine e bambini per capire come accompagnarli nelle diverse situazioni, tra cui quelle di incontro/scontro con i pari.

Se anche tu desideri approfondire un argomento su cui hai dei dubbi, scrivici a info@percorsiformativi06.it

 

Indice dell’articolo

I bambini remissivi e la preoccupazione per il bullismo

L’approccio corporeo nello 06

Bambini remissivi, relazioni sociali e competenza conflittuale

Un supporto per costruire l’azione educativa

Cosa possiamo fare per supportare i bambini remissivi?

Alcune chiavi di lettura per comprendere i bambini remissivi

Sei suggerimenti per agire con i bambini remissivi

Strategie educative per attrezzare i bambini remissivi

 

I bambini remissivi e la preoccupazione per il bullismo

Quando lavoriamo con i genitori durante la consulenza genitoriale osserviamo con una certa frequenza che mamme e papà proiettano sulle dinamiche di incontro e scontro tra bambine e bambini nella fascia 06 i timori rispetto al tema del bullismo.

La preoccupazione dei genitori è questa: se il bambino o la bambina riceve in modo passivo questi comportamenti senza difendersi, i genitori si intimoriscono e pensano che il proprio figlio o figlia possa essere vittima di bullismo, presente e/o futuro.

Le professioniste e i professionisti dell’educazione rassicurano sul fatto che, in questa fascia di età, non possiamo parlare di bullismo, ma i genitori si preoccupano lo stesso perché pensano che, quella che considerano una debolezza del bambino, della bambina, possa ripercuotersi in futuro e diventare un problema per fronteggiare davvero il fenomeno del bullismo nella sua accezione più reale.

Di fronte a un bambino, una bambina, che non si difende nel momento in cui un pari agisce una spinta, un graffio, un morso, un genitore comincia a proiettarsi in avanti col tempo e a temere per il proprio bambino o bambina. Lo comprendiamo.

Partiamo da un presupposto: è normale che un genitore si preoccupi di fronte a questi aspetti che coinvolgono bambine e bambini remissivi, ma è importante fare delle riflessioni per osservare con chiarezza le situazioni e dissipare la nebbia.

L’approccio corporeo nello 06

Bambini e bambine in fascia di età 06 non sono nella dinamica del bullismo, ancora meno nello 03: siamo lontanissimi da questo tipo di atteggiamenti. Tra bambini e bambine nella fascia prescolare possono capitare degli scambi all’interno delle interazioni sociali che – vista l’immaturità, l’inesperienza e la giovane età – sono caratterizzati da un approccio corporeo. I piccoli, in particolare nella fascia 03, comunicano con il corpo perché non hanno le parole per esprimersi.

Non possiamo aspettarci che a questa età un bambino, una bambina, dica a un pari: “Guarda Giovanni, Lucia, in questo momento non voglio giocare con te, lasciami stare”. È molto più probabile che risponda con una spinta, un morso o un graffio.

Sono situazioni in cui i piccoli non hanno ancora la capacità di autoregolarsi.

Breve parentesi: quante volte anche noi adulti, pur conoscendo molto bene la teoria e sapendo come dovremmo comportarci, perdiamo la pazienza e alziamo il tono di voce o diventiamo aggressivi? Ecco, la stessa cosa capita ai piccoli.

Bambini e bambine in fascia prescolare utilizzano molto l’approccio corporeo perché il linguaggio non è ancora sviluppato o non riesce ad essere accessibile a caldo. Anche se hanno quattro, cinque o sei anni faticano ad avere un comportamento assertivo, non riescono a dire “Lasciami stare, voglio giocare per conto mio, non toccare le mie cose”.

In veste di genitori – ma anche di educatrici ed educatori – non aspettiamoci che nella quotidianità bambini e bambine rispondano in questo modo. Hanno ancora bisogno di capire come padroneggiare il linguaggio e riuscire a usarlo anche nelle situazioni contingenti. E noi possiamo fornire supporto.

 

Bambini remissivi, relazioni sociali e competenza conflittuale

Quando un bambino, una bambina riceve da un pari un gesto come un morso, un graffio, una spinta,

non è sempre detto che reagisca con un atteggiamento simile, nonostante gli adulti si aspettino che restituisca quanto ricevuto.

Per bambine e bambini remissivi non è affatto così. La reazione non è automatica.

Sgomberiamo la mente dall’aspettativa che tutti i bambini e le bambine reagiscano in modo aggressivo all’atteggiamento di un pari.

 

A prescindere dalla natura del gesto, aggressione involontaria o volontaria, consigliamo agli adulti di non spronare bambini e bambine a restituire quanto ricevuto. Ci sono altre modalità.

Specifichiamo questo aspetto perché alcune volte, durante la conduzione dell’attività psicomotoria, è capitato di confrontarci con bambini e bambine che ci hanno raccontato: “Ah ma la mia mamma e il mio papà mi hanno detto che se ricevo una spinta, una sberla, un graffio, un morso io devo restituire questa cosa con lo stesso gesto”. A volte lo dicono proprio così, con naturalezza.

Se i genitori suggeriscono alle bambine e ai bambini remissivi di agire in questo modo, non li aiutano a dialogare con i pari con assertività e rispetto, ma contribuiscono a seminare aggressività.

  • Il nostro compito, di noi adulti, è indirizzare bambini e bambine a rapportarsi con gli altri individui in modo civile, costruttivo e favorevole.
  • Impariamo a fornire loro gli strumenti necessari per potersi relazionare con i pari attraverso la parola, il linguaggio, l’espressività verbale.
  • Aiutiamo bambini e bambine a sviluppare modalità di relazione tra pari evolute, raffinate, costruttive, assertive e non improntate all’aggressività.

 

Le relazioni sociali tra bambine e bambini in età prescolare sono fisiologicamente improntate allo scontro, al litigio. Lo scontro è la cifra distintiva delle relazioni sociali dei bambini e delle bambine nello 06 ed è funzionale allo sviluppo delle competenze sociali ed emotive.

C’è una motivazione valida dietro alla frequenza di questi atteggiamenti: i litigi aiutano a costruire le competenze sociali.

Se un bambino o una bambina non ha modo di confrontarsi, regolarsi e gestire dinamiche conflittuali, difficilmente riesce a imparare quella che Daniele Novara definisce competenza conflittuale, ovvero la capacità di stare dentro i conflitti e di relazionarsi agli altri all’interno delle dinamiche conflittuali in maniera costruttiva.

È importante considerare la conflittualità tra bambini e bambine non come qualcosa di sbagliato, problematico o da eliminare, ma come una situazione naturale e frequente che si manifesta per favorire lo sviluppo delle competenze sociali e della competenza conflittuale.

Desideri approfondire l’argomento? Ecco il corso on demand che fa per te:

Comportamenti aggressivi nei bambini: morsi, graffi e litigi – Silvia Iaccarino

 

Un supporto per costruire l’azione educativa

In qualità di adulti è importante acquisire consapevolezza sulla regolazione delle nostre emozioni, ansie, paure, preoccupazioni, per evitare di riversarle su bambini e bambini suggerendo di rispondere con un gesto aggressivo a un comportamento aggressivo.

Piuttosto, se non riusciamo a regolare la preoccupazione, confrontiamoci con un altro adulto, chiediamo il supporto di una persona che ci possa ascoltare e con la quale possiamo costruire delle pratiche educative.

Le prime figure con cui i genitori possono confrontarsi sono le educatrici, gli educatori e gli insegnanti dei propri figli e figlie.

Se hai dubbi, se senti il bisogno di un confronto, rivolgiti a coloro che si occupano nella quotidianità del tuo bambino, bambina all’interno dei contesti educativo-scolastici: sapranno supportarti e aiutarti a indirizzare l’azione educativa in modo favorevole con i vostri figli e figlie.

In un secondo momento è possibile scegliere la via della consulenza genitoriale per essere seguite e seguiti da una figura esterna che proponga uno sguardo ampio.

Il supporto alla genitorialità

 

 

Cosa possiamo fare per supportare i bambini remissivi?

Come possiamo agire noi genitori quando abbiamo un bambino, una bambina che, nel momento in cui riceve un gesto aggressivo non reagisce, è remissivo?

L’aggettivo remissivo viene definito così da Treccani: “Che si rimette di buon grado, senza contrasti e resistenze, al volere o al parere altrui”.

È un appellativo che diamo noi adulti ai bambini e alle bambine perché ci aspetteremmo una reazione, una risposta, a gesto come un graffio, un morso, una spinta.

Spesso bambine e bambini sono remissivi ai nostri occhi.

In realtà, la maggior parte delle volte, non sanno cosa fare in quelle occorrenze: il bambino, bambina che riceve il morso, il graffio, la spinta, la tirata di capelli si trova spiazzato/a.

I piccoli nella fascia 03 agiscono in modo fulmineo: un’interazione sociale che fino a un secondo prima è connotata da gioia, divertimento, condivisione, entusiasmo, un secondo dopo diventa un morso, un graffio una tirata di capelli.

Non sempre il gesto aggressivo è motivo di frustrazione, rabbia, o fastidio, a volte è una manifestazione di affetto: il bambino/a che lo agisce vuole affettuosamente comunicare con il pari e agisce in modo involontario un gesto un po’ troppo intenso.

Salva il link al podcast sui bambini remissivi e ascoltalo quando vuoi:

Il bambino remissivo di fronte al gesto aggressivo

 

Alcune chiavi di lettura per comprendere i bambini remissivi

Le chiavi di lettura per interpretare il comportamento delle bambine, dei bambini remissivi possono essere molteplici.

Vediamo insieme i motivi più comuni che possono causare la mancata reazione.

 

  1. Il bambino, la bambina, sta ancora cercando di capire cosa sia successo, cosa abbia modificato la gioia del pari trasformandola in un morso, un graffio, una tirata di capelli e ha bisogno di tempo.
  2. I bambini e le bambine vivono un momento di confusione: sanno che non è giusto rispondere con un comportamento aggressivo (picchiare, spingere, graffiare) perché così è stato insegnato loro dai genitori, ma non hanno ancora le parole per dire qualcos’altro.
  3. Ci sono bambini e bambine che hanno un temperamento tranquillo, poco reattivo per natura e sentono la necessità di elaborare quello che è successo prima di dare una risposta. Noi adulti non li vediamo reagire nell’immediato perché è come se avessero bisogno di tempo per processare le informazioni e poi rispondere.
  4. Bambini e bambine più grandi, che hanno già sviluppato una competenza emotiva, magari non riescono a verbalizzare le emozioni in quel momento, perché presi alla sprovvista.
  5. I piccoli non sanno cosa sia lecito, giusto, opportuno fare in questi casi.

 

Il tipo di reazione dipende da soggetto a soggetto, dall’età, dal contesto, dal livello di sviluppo delle competenze emotive e sociali, dalla relazione con l’altro.

Ecco come possiamo agire.

 

Sei suggerimenti per agire con i bambini remissivi

 

Per prima cosa osserviamo con attenzione e cerchiamo di comprendere il caso specifico (sulla base dei cinque presentati prima, che non sono comunque esaustivi). Facciamo una valutazione rispetto alla situazione.

  1. Offriamo un accompagnamento, un aiuto, e verbalizziamo alla bambina, al bambino: “Giovanni, Lucia, ho visto che Giuseppe, che Giulia ti ha tirato i capelli, ti ha fatto male?”. Indaghiamo, perché a volte le bambine e i bambini remissivi non reagiscono nemmeno col pianto.

Se vediamo un piccolo piangere, consoliamo subito. Ma se ci troviamo di fronte a un bambino/a attonito/a che non versa una lacrima, può essere importante mettere parole sull’accaduto.

Ho visto che è successo questo come ti senti? Ti ha fatto male? Guarda Giovanni, guarda Lucia, puoi dire a Giuseppe, puoi dire a Giulia che non vuoi, che ti tiri i capelli, che non vuoi, che ti spinga”, per esempio.

 

  1. Quando osserviamo uno scontro o un litigio è sempre fondamentale lavorare con entrambi i soggetti. Oltre a supportare le bambine e i bambini remissivi, parliamo anche a chi ha dato il morso, il graffio, la spinta.

Giuseppe, Giulia, cose volevi dire a Giovanni o a Lucia? Non c’è bisogno che spingi che mordi, che graffi. Puoi usare le parole”.

Sì, ci vuole tempo prima che bambini e bambine usino le parole, ma iniziamo a farlo capire.

 

  1. Alla bambina, bambino remissivo che ha ricevuto il gesto aggressivo offriamo una serie di possibili proposte per rispondere. È importante legittimarlo/a a dare una risposta: “Guarda Giovanni, guarda Lucia, quando qualcuno ti spinge, ti tira i capelli, ti graffia o ti morde puoi dire no non voglio, puoi allontanarti”.

Diamo in modo formale ed esplicito l’autorizzazione a rispondere con le parole.  Non a reagire in modo aggressivo, ma a rispondere sì.

Il lavoro costante con le bambine e i bambini remissivi consiste nell’autorizzare e legittimare la possibilità di rispondere in un modo assertivo, positivo, socialmente adeguato.

 

  1. A seconda dei casi e delle situazioni, impariamo a fornire un set di alternative: differenziamo le possibilità di risposta e di atteggiamento.

Con i piccoli ci vorrà più tempo, perché non hanno ancora sviluppato il linguaggio, ma possiamo abbinare i gesti alle parole e mostrare cosa possono fare per risolvere la situazione, per esempio allungare in avanti il braccio e mettere la mano in una posizione di STOP per fermare l’atteggiamento aggressivo del pari.

 

  1. Sarebbe più semplice dire NO. Però, pensiamo a questo: ogni volta in cui educhiamo un bambino, a una bambina, a usare le parole, stiamo gettando un semino che possiamo innaffiare e curare tutti i giorni. Quando le reti neurali saranno formate a sufficienza, il semino diventerà pianta: il bambino o la bambina sarà sempre più in grado nel tempo di esprimersi con le parole.

 

Con le bambine e i bambini remissivi (ma vale per tutti) è utile:

  • accompagnare,
  • legittimare,
  • fornire strumenti.

 

  1. Facciamo anche capire che nessuno è cattivo: non ci sono bambine e bambini che vogliono fare del male in modo volontario. Questo è molto importante.

 

Strategie educative per attrezzare i bambini remissivi

Attivare queste strategie educative nei primi sei anni di vita offre a bambini e bambine l’opportunità di essere attrezzati per saper rispondere in modo assertivo alle situazioni che dalla scuola primaria in avanti potrebbero anche, in taluni casi, orientarsi al bullismo.

Più noi attrezziamo nella fascia 06 i bambini e le bambine con strumenti comunicativi adeguati e li aiutiamo a costruire la competenza conflittuale, più saranno in grado di far fronte a situazioni complesse quando saranno più grandi e in età adulta.

La chiave di volta è la presenza e accompagnare bambini e bambine a essere sempre più autonomi negli scambi sociali man mano che crescono, pur sapendo che noi siamo al loro fianco, se e quando ne hanno bisogno.

 

Qualche suggerimento di lettura…

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