Come capire i bambini e adattare le strategie educative nei servizi 06

Educazione e sviluppo infantile, Insegnanti ed educatori
Come capire i bambini nello 06 - Percorsi Formativi 06

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06

Perché è importante per un’educatrice, un educatore, un insegnante, capire i bambini e le bambine? L’intento non è certo incasellare il bambino, la bambina in uno schema rigido, ma acquisire chiavi di lettura relative al suo stile comportamentale in modo da accompagnarlo, accompagnarla al meglio lungo il suo percorso di crescita.

Dopo aver osservato le caratteristiche del bambino, della bambina, è importante tenerne conto per:

  • progettare con consapevolezza la quotidianità in sezione, in accordo coi bisogni dei piccoli,
  • lavorare su di sé e riconoscere ciò che serve per nutrire la relazione.

Quando svolgiamo il ruolo di educatrici, educatori, insegnanti al Nido e alla Scuola dell’Infanzia è importante considerare il concetto di goodness of fit, secondo il quale l’adulto può fare più o meno fatica a relazionarsi con un altro soggetto anche in base al proprio personale temperamento.

Per esempio, un adulto con una soglia sensoriale di attivazione alta potrebbe fare fatica a relazionarsi con un bambino che, al contrario, nota tutto e reagisce a stimoli anche minimi.

Capire i bambini e le bambine nei contesti 06 in base al loro temperamento ci permette di adattare le strategie educative e sostenerli lungo il percorso di crescita.

In questo articolo condividiamo una serie di suggerimenti pratici per educatrici, educatori e insegnanti da applicare nella quotidianità al Nido e alla Scuola dell’Infanzia.

Indice dell’articolo

Cosa possiamo fare per capire i bambini e le bambine?

La concordanza adulto-bambino favorisce la comprensione

23 consigli pratici da usare al Nido e alla Scuola dell’Infanzia

Gli ultimi cinque punti chiave per capire i bambini

Cosa possiamo fare per capire i bambini e le bambine?

Iniziamo con una citazione di Keogh B.K. che introduce con chiarezza il tema di oggi:

Proprio come i bambini, alcuni insegnanti sono precipitosi, attivi e impulsivi, altri riflessivi, tranquilli e lenti ad agire; ci sono docenti che si distraggono facilmente e docenti più attenti, quelli che si arrabbiano facilmente e quelli equilibrati e dal temperamento facile. Queste differenze influiscono sulle loro interazioni con gli alunni e contribuiscono a creare il clima affettivo della classe”.

Ecco come possiamo agire al Nido e alla Scuola dell’Infanzia per favorire il lavoro con i piccoli e supportare i genitori a comprendere il temperamento dei loro figli e figlie.

1. Il supporto alla genitorialità

Il temperamento è un aspetto poco conosciuto dai genitori. Noi educatrici, educatori e insegnanti abbiamo il compito di guidare mamme e papà alla comprensione dei comportamenti dei bambini e delle bambine e a una lettura approfondita dei loro atteggiamenti.

La relazione educativa adulto-bambino può essere influenzata dai tratti dei piccoli e i genitori possono sentirsi sopraffatti dall’intensità delle loro reazioni. Qualche esempio?

Il pianto inconsolabile, l’irritabilità, la frustrazione espressa con intensità, la fatica di fronte a nuovi stimoli, l’irregolarità dei ritmi sonno-veglia, l’alimentazione complessa, l’attività motoria elevata.

Sostenere le famiglie e aiutarle a capire che il bambino, la bambina non lo fa apposta – ma che è il suo temperamento a influenzarne i comportamenti – può essere di conforto e alleviare il senso di inadeguatezza profonda che potrebbe cogliere il genitore, soprattutto se si tratta del primo figlio, figlia.

Un approfondimento per te: Conoscere il temperamento dei bambini

2. Il lavoro in classe al Nido e alla Scuola dell’Infanzia

Noi professioniste e professionisti dei contesti 06 possiamo considerare i tratti temperamentali dei bambini e delle bambine durante la quotidianità.

Abbiamo l’opportunità di comprendere il temperamento a partire dall’osservazione.

In che modo bambine e bambini approcciano e gestiscono le diverse situazioni? Per esempio, focalizziamo i seguenti aspetti:

  • il tipo di reazione che hanno bambini e bambine quando invitiamo a svolgere nuove attività, o quando presentiamo loro nuovi materiali di gioco;
  • il tempo di cui hanno bisogno per re-inserirsi al Nido o a Scuola dopo lunghe assenze (vacanze o malattia);
  • la capacità di bambini e bambine di concentrarsi e portare a termine i progetti o le consegne;
  • la reattività emotiva più o meno intensa di fronte alle frustrazioni e in generale alle diverse situazioni che possono creare fatica e difficoltà, o alle situazioni piacevoli; potremmo osservare, ad esempio, piccoli che piangono in modo intenso per qualsiasi frustrazione o contrarietà, che si sovra-eccitano davanti a una attività o situazione per loro piacevole, che hanno reazioni connotate da ritiro e chiusura.

Questi ultimi due elementi – la capacità di concentrazione/persistenza e il livello di reattività emotiva che rimanda al tema della regolazione delle emozioni – rappresentano elementi significativi da osservare per la comprensione del temperamento.

Lavoriamo su questi aspetti per favorire il benessere nei contesti educativi e sostenere lo sviluppo cognitivo e socio-emotivo di bambini e bambine.

Chiedici una supervisione nel tuo Nido o nella tua Scuola dell’Infanzia per migliorare l’osservazione.

3. Osservare la fisiologia

Noi educatrici, educatori e insegnanti possiamo osservare i parametri fisiologici dei bambini e delle bambine con facilità. Soprattutto per i piccolissimi al Nido (ma non solo), focalizziamoci sui ritmi sonno/veglia e dell’alimentazione, poniamo attenzione al modo in cui vivono questi momenti.

Per esempio, prestiamo attenzione se il bambino/a ha una maggiore o minore fatica nei tempi di addormentamento, valutiamo la quantità e qualità del sonno e il risveglio.

Vi sono bambini/e che faticano molto a lasciarsi andare al sonno oppure che piangono al risveglio, chi ha un sonno leggero e chi agitato, chi non ne vuole sapere di dormire e chi adora i pisolini.

In merito all’alimentazione possiamo osservare se il bambino/a ha ritmi più o meno regolari rispetto al senso di fame, quanto riesce ad attendere il cibo e le sue reazioni di fronte all’attesa, la velocità e il modo in cui si nutre o con cui desidera essere allattato o imboccato. Sono tutti elementi da considerare per capire i bambini e le bambine e il loro atteggiamenti.

La concordanza adulto-bambino favorisce la comprensione

Quando proponiamo le consulenze nei servizi, notiamo molteplici differenze relazionali tra equipe educative e piccoli: a volte ci sono bambini e bambine che creano fatica a una educatrice ma non a un’altra. Queste situazioni sono normali e si manifestano sulla base dell’incrocio tra le caratteristiche temperamentali dell’adulto con quelle del bambino/a, sulle risonanze personali, sui tasti dolenti di ciascuno.

Nei contesti educativi giocano un ruolo preminente anche le aspettative dell’adulto rispetto a bambini e bambine. A partire dalla maggiore o minore concordanza tra i due, e se l’educatrice/insegnante non ha consapevolezza di questo aspetto, le attese verso il bambino/a possono condizionare l’atteggiamento dell’adulto nei suoi confronti.

Per esempio, se l’educatrice o l’educatore possiede un buon livello di concordanza con il piccolo, è portato con maggiore facilità ad avere aspettative positive e realistiche verso di lui, a leggere e rispondere ai suoi bisogni e comportamenti in modo efficace.

Scrive sempre Keogh B.K. “Le percezioni e le aspettative degli insegnanti sono influenzate dal diverso temperamento individuale, che vengono tradotte in decisioni didattiche e gestionali particolari; soprattutto i fattori della reattività e dell’adattabilità sono risultati avere un’influenza particolare su tali decisioni, anche in ambito sociale”.

Ora, come possiamo tradurre queste conoscenze nella pratica? Quali strategie e accortezze abbiamo la possibilità di utilizzare in sezione per favorire il benessere di bambini e bambine?

23 consigli pratici da usare al Nido e alla Scuola dell’Infanzia

Iniziamo anche questa parte pratica con una citazione di Thomas & Chess.

La scuola impone una serie di nuove esigenze al bambino, che deve affrontarle insieme o separatamente. Tra queste ci sono la capacità di padroneggiare compiti cognitivi sempre più complessi e, contemporaneamente, la richiesta di adattarsi a un nuovo setting, ad adulti estranei, che ricoprono ruoli non familiari e a una quantità di nuove regole e regolamenti”.

Condividiamo con te la nostra esperienza ed elenchiamo una serie di strategie da attivare nei contesi 06 per favorire il benessere di bambini e bambine in base al loro temperamento.

Avere consapevolezza rispetto a come il temperamento influisce sulla risposta dei bambini/e all’ambiente, sia fisico che relazionale, è utile a noi professioniste e professionisti per:

  • evitare interpretazioni autoreferenziali e avere la possibilità di rispondere alle differenze individuali presenti in sezione,
  • considerare l’incrocio tra temperamento e ambiente per capire quanto il contesto sia in grado di influire sulle condotte di bambini e bambine,
  • lavorare sullo spazio Nido/Scuola e sapere quanto l’ambiente possa incidere sul modo in cui i bambini reagiscono ed agiscono in esso,
  • sapere che non è sufficiente osservare il bambino/a, ma dobbiamo osservare il bambino-nel-contesto con uno sguardo a 360°,
  • notare cosa può creare fatica da un lato e cosa invece può facilitare il benessere dall’altro,
  • lavorare su noi stesse, noi stessi, e comprendere le nostre caratteristiche comportamentali,
  • leggere in modo più neutrale atteggiamenti e comportamenti di bambini e bambine.

Possiamo conquistare una nuova consapevolezza solo se osserviamo in modo costante e continuativo i bambini e le bambine. Poniamo attenzione, per esempio, a:

  • qual è il momento della giornata in cui si verifica un certo comportamento,
  • cosa è successo prima, durante e dopo la situazione,
  • chi era presente e chi no (sia adulti che bambini),
  • qual era il livello di stimolazione sensoriale (luci, suoni, odori, quantità di persone, ampiezza degli spazi),
  • in quale spazio si è verificata la situazione, durante quale attività, quali erano i materiali a disposizione dei bambini.

L’osservazione si traduce, in termini pratici, nell’adattare il setting della sezione ai diversi bambini e bambine. Chiediamoci: “Cosa occorre cambiare? Come?”, lavoriamo su spazio, materiali, tempo e contesto in generale.

 

  1. Improntiamo la comunicazione con bambini e bambine in modo sintetico, chiaro, concreto, esplicitando le aspettative di comportamento. Per esempio, evitiamo frasi come “fai il bravo” o “comportati bene” ma affermiamo in modo specifico il comportamento richiesto: “Giovanni, chiedi a Luca se vuole prestarti la macchinina”.

 

  1. Suddividiamo le consegne articolate in piccoli passi, in modo da favorire la comprensione del bambino/a ed evitare il senso di overloading.

 

  1. Proponiamo attività e/o materiali nuovi con gradualità, affianchiamo il bambino/a in modo da poterlo/a rassicurare sul piano emotivo, garantiamo la nostra vicinanza e rispettiamo i tempi se ha necessità di osservare gli altri e l’ambiente prima di coinvolgersi.

 

  1. Concediamo più tempo per terminare le consegne e comunichiamo con anticipo, in modo individualizzato, sia il termine delle attività sia i passaggi tra le diverse attività o tra i diversi spazi.

 

  1. Avvisiamo in anticipo i bambini e le bambine rispetto a eventuali cambiamenti nelle routine e la visita di persone esterne al Nido/Scuola.

 

  1. Eliminiamo o riduciamo le interruzioni e le fonti di distrazione. Utilizziamo spazi neutri o dove non siano presenti troppi stimoli, introduciamo nuovi oggetti e/o rilanciamo la cornice di gioco in modo da favorire l’allungamento dei tempi di attenzione.

 

  1. Offriamo la possibilità di avere del tempo da passare in tranquillità. Mettiamo a disposizione dei bambini/e delle tane e dei luoghi più intimi e riparati dal resto del gruppo.

 

  1. Quando possibile, diamo l’opportunità di lavorare in piccoli gruppi (3-4 bambini), scegliamo con cura i componenti ed evitiamo di inserire nello stesso gruppo bambini che tendono al ritiro con bambini molto attivi.

 

  1. Organizziamo lo spazio per facilitare gli spostamenti. Monitoriamo l’efficacia del percorso da fare per passare tra un ambiente e l’altro del Nido/Scuola, organizziamo anche le tempistiche, in modo da non trovarci, per esempio, a incrociare un gruppo di bambini/e che stanno per entrare in bagno quando noi stiamo uscendo.

 

  1. Evitiamo ambienti caotici e rumorosi; troppo o troppo poco strutturati.

 

  1. Evitiamo lunghe attese in fila, ancora di più spazi ristretti (un esempio classico: quando l’educatore si avvicina alla porta per uscire e chiede ai bambini di fare la fila in quel momento, per cui tutti si accalcano in prossimità dell’uscita). Meglio ancora se evitiamo del tutto la fila e permettiamo ai bambini di muoversi in libertà.

 

  1. Riduciamo i momenti di inattività per i bambini molto attivi.

 

  1. Responsabilizziamo e diamo piccoli compiti.

 

  1. Proponiamo valide alternative di comportamento accettabile a fronte di comportamenti inadeguati.

 

  1. Manteniamo routine stabili e prevedibili e attiviamo la capacità di ripensarle e riorganizzarle per andare incontro alle eventuali fatiche dei bambini e delle bambine (per esempio, minimizziamo i tempi di attesa tra le diverse attività, ripensiamo gli spostamenti, rivediamo il percorso per arrivare al cestino, il tempo e il modo dei cambi in bagno).

 

  1. Offriamo la possibilità di divertirsi e svolgere attività motorie in base al bisogno, moduliamo l’eccitazione del bambino/a molto attivo/a da un lato ed evitiamo forzature al bambino/a inibito/a dall’altro (in quest’ultimo caso l’adulto può porsi come modello, iniziando l’azione e coinvolgendo poi il bambino/a, sempre nel rispetto dei suoi tempi).

 

  1. Nei momenti di gioco libero, osserviamo quali materiali assorbono di più la curiosità di bambini e bambine in modo da favorire le loro condotte ludiche. Ciò significa anche porre attenzione alla regia educativa e lavorare sull’ambiente in modo accurato. È normale che non tutti i bambini/e desiderino svolgere la stessa attività nello stesso momento: sta a noi adulti evitare proposte uniformi, omologate e omologanti, uguali per tutti, nello stesso momento, perché non rispondono ai bisogni reali dei bambini e delle bambine.

 

  1. Soprattutto coi bambini che hanno bisogno di più tempo per coinvolgersi (ma vale in generale) evitiamo forzature; piuttosto incoraggiamoli, sempre nel rispetto dei loro tempi.

 

  1. Diventiamo una base sicura per bambini e bambine, soprattutto dal punto di vista emotivo, utilizziamo la funzione riflessiva, di rispecchiamento delle emozioni dei bambini.

 

  1. Impariamo a essere flessibili e adattiamoci via via ai bisogni di bambini e bambine.

 

  1. Osserviamo in modo sistematico e metodico la giornata per capire in che modo il contesto incide su vissuti e comportamenti dei bambini/e.

 

  1. Riflettiamo sulle prassi educative e confrontiamoci con le altre colleghe e colleghi sia in merito a come è organizzata la giornata, sia rispetto allo sguardo di ciascuna/o su ogni singolo/a bambino/a. Favoriamo l’arricchimento reciproco per modificare il nostro modo di pensare e le aspettative. Ciò implica anche decidere su quali comportamenti, atteggiamenti o aspetti organizzativi lavorare, e finalizzare le energie su un aspetto per volta.

 

  1. Confrontiamoci con le famiglie, verifichiamo eventuali differenze tra il comportamento di bambini e bambine a casa e al Nido/Scuola, ragioniamo insieme ai genitori rispetto a quali sono le loro osservazioni sui figli/e e valutiamo così insieme eventuali strategie educative utili a sostenerne il percorso di crescita.

 

Gli ultimi cinque punti chiave per capire i bambini

  • Lavoriamo sulla relazione, sulle rappresentazioni del bambino/a e sulle aspettative, teniamo conto dell’effetto Pigmalione.
  • Riduciamo le etichette sul bambino/a e osserviamoli nel contesto in cui si muovono.
  • Teniamo conto del temperamento di bambini e bambine e del nostro.
  • Lavoriamo su spazio, tempo, materiali, contesto in generale, ovvero investiamo il nostro tempo nella progettazione del “terzo educatore”.
  • Riflettiamo sulle differenze casa-nido/scuola.

Condividiamo un’ultima citazione che speriamo possa essere d’ispirazione per svolgere con serenità il tuo ruolo quotidiano di educatrice, educatore e insegnante.

La sensibilità verso le differenze temperamentali dei bambini è una qualità molto importante in un educatore e valutare il loro comportamento in associazione con il temperamento può cambiare il modo in cui l’educatrice lo interpreta e lo giudica. Riconoscere che molti atteggiamenti in sezione si basano sul temperamento, piuttosto che sulla motivazione, può facilitare il rapporto educatrice-bambino, che altrimenti potrebbe essere molto distruttivo; infatti, vedere nel comportamento di un bambino una questione di stile, piuttosto che di volontà, lo rende più accettabile ed è quindi più facile affrontarlo in modo positivo” – B. K. Keogh

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La progettazione dei contesti educativi e delle esperienze in chiave 06

Letture interessanti per approfondire il tema

Arace A., Psicologia della prima infanzia, Mondadori, Milano, 2010

Chess S., Thomas A., Conosci tuo figlio. Un’autorevole guida per i genitori di oggi, Giunti, Firenze, 2008

Keogh B.K., Impulsivi, introversi, emotivi, apatici. Comprendere e valorizzare il temperamento e le differenze individuali, Erickson, Trento, 2006

Rosenthal R. e Jacobson L., Pigmalione in classe. L’immagine che chi insegna si fa di chi apprende sotto la sua guida, Franco Angeli, Milano, 1992

Qualche suggerimento di lettura…

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