di Stefania Chiaravallotti, logopedista
Alcuni bambini, definiti parlatori tardivi, possono manifestare un rallentamento nelle fasi di sviluppo del linguaggio e generalmente iniziano a parlare tra i 24 e i 36 mesi, l’età in cui, la maggior parte dei coetanei, ha superato la fase di esplosione del vocabolario ed avviato la combinazione di parole per la formazione delle frasi.
All’interno del gruppo dei bambini parlatori tardivi, ve ne sono alcuni, i cosiddetti late bloomers (bambini che “sbocciano” in ritardo) che recuperano spontaneamente il ritardo e si allineano a quelli con sviluppo tipico.
In altri bambini invece, senza un intervento specifico, il ritardo evolve in un vero e proprio disturbo specifico di linguaggio che può coinvolgere, con diversa gravità, tutti i livelli linguistici: alterazioni nella produzione e nell’organizzazione dei suoni, difficoltà a livello lessicale, sintattico – grammaticale e anche pragmatico. I bambini con disturbo specifico, infatti, presentano un linguaggio poco comprensibile e spesso hanno difficoltà a sostenere una conversazione.
Esiste, inoltre, una strettissima relazione di continuità tra disturbo specifico del linguaggio e disturbi dell’apprendimento scolastico: i bambini che all’ingresso alla scuola primaria non hanno ancora acquisito adeguate competenze linguistiche, manifestano con maggiore probabilità difficoltà nell’apprendimento della lettura e della scrittura.
Si può dunque comprendere l’importanza di individuare, il più precocemente possibile, la presenza di eventuali difficoltà nello sviluppo comunicativo e linguistico del bambino, in modo da evitare di perdere tempo prezioso ed attivare tempestivamente tutti gli interventi di supporto necessari per il recupero.
Pur sottolineando l’importanza di considerare l’estrema variabilità individuale nello sviluppo tipico del linguaggio, nella seguente tabella sono indicati alcuni segnali di rischio di ritardo:
dai 5/7 mesi ai 10 mesi |
Assenza della lallazione prima vocalica poi consonantica |
12 – 14 mesi |
Assenza di utilizzazione dei gesti deittici (indicare, dare, mostrare) e dei gesti referenziali (fare ciao con la mano, per esempio) |
12 mesi |
Mancata acquisizione di schemi d’azione con gli oggetti |
18 mesi |
Vocabolario ridotto: meno di 20 parole |
24 mesi |
Vocabolario ridotto: meno di 50 parole |
24 – 30 mesi |
Assenza o ridotta presenza di gioco simbolico |
18 – 24 mesi |
Ritardo nella comparsa delle prime combinazioni gesto + parola |
24 – 30 mesi |
Deficit nella comprensione di ordini non troppo contestualizzati e che implicano una decodifica linguistica |
2,5 anni -3 anni |
Persistere di espressioni verbali incomprensibili |
Fonte della tabella: Sabbadini, De Cagno, Michelazzo, Vaquer, Il disordine fonologico nel bambino con disturbi del linguaggio, ed. Springer
Riferimenti bibliografici
Bonifacio S., Stefani L.H., Modelli di intervento precoce per il bambino parlatore tardivo: il modello Interact, Edizioni Del Cerro
Sabbadini L, De Cagno A.G., Michelazzo L., Vaquer M.L.P., Il disordine fonologico nel bambino con disturbi del linguaggio, Ed. Springer