di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06
C’è un tema sempre caldo che preoccupa parecchio i genitori: le bugie dei bambini e delle bambine.
Sono diverse le domande che mamme e papà pongono durante i nostri incontri:
- Come possiamo spiegare ai bambini che non si devono dire le bugie?
- Cosa posso fare quando mia figlia, mio figlio, dice le bugie?
- Quando i bambini iniziano a dire le bugie?
- Perché i bambini e le bambine mentono?
- Cosa fare con un bambino bugiardo?
Trovi tuo figlio, tua figlia, con il viso sporco di crema al cioccolato e lui, lei nega di averla mangiata; in salotto è caduto un vaso è il bambino, la bambina, scarica la colpa sul gatto che non avete o sul suo amico immaginario.
Capita anche a te?
Noi adulti riteniamo che la bugia sia qualcosa di sbagliato, socialmente inadeguato, non gradito. E, sia ben inteso, abbiamo tutte le ragioni per pensarlo.
Sai però che noi di PF06 non ci fermiamo mai in superficie ma approfondiamo le problematiche per proporre nuove visioni, avvalorate sempre da studi scientifici e di settore.
In questo articolo vediamo insieme perché le bugie sono un elemento importante per lo sviluppo cognitivo di bambini e bambine e quali sono i motivi principali per cui le dicono.
Indice dell’articolo
Le bugie dei bambini e la teoria della mente
Quando i bambini iniziano a dire le bugie?
Perché i bambini dicono le bugie
Dobbiamo preoccuparci delle bugie dei bambini?
Diamo il buon esempio e incoraggiamo a dire la verità
Le bugie dei bambini e la teoria della mente
Dire le bugie è una capacità, una competenza che acquisiamo nel tempo. Perché usiamo questo termine?
Nonostante noi adulti tendiamo a guardare le bugie come qualcosa di negativo – e ci mancherebbe – diversi studi scientifici dimostrano che il momento in cui bambini e bambine iniziano a essere capaci di dire le bugie segna una svolta significativa del loro sviluppo cognitivo rispetto alle loro capacità mentali.
La menzogna, e quindi la capacità dei bambini di dire le bugie, sembrerebbe appoggiarsi a un adeguato sviluppo della teoria della mente.
Giusto due parole su questo tema: la teoria della mente è la capacità del bambino e della bambina di comprendere che l’altro è una persona diversa da lui/lei e ha credenze, aspettative, emozioni, bisogni, desideri, valori, volontà, prospettive differenti.
Questa capacità si sviluppa nel corso del tempo e, se la crescita non ha inciampi, dovrebbe avere una buona maturazione intorno ai quattro anni di età.
Quando bambini e bambine comprendono che l’altro ha una prospettiva diversa dalla loro, iniziano a sviluppare l’abilità di dire le bugie.
L’elaborazione delle bugie avviene quando i bambini/e raggiungono una maturità cognitiva sufficiente e strutturano la loro teoria delle mente.
Ci troviamo di fronte a due lati della moneta:
- da una parte come genitori non apprezziamo le bugie dei bambini e i bambini bugiardi,
- dall’altra la bugia è la dimostrazione dello sviluppo cognitivo e affettivo del bambino, della bambina.
Quando bambini e bambine iniziano a dire le bugie, il loro sviluppo cognitivo è progredito e la teoria della mente ha acquisito una sua struttura. Qual è la dinamica che si instaura?
Nel momento in cui il bambino/a racconta una bugia, è consapevole che l’altro/a ha una prospettiva differente dalla sua e può abboccare con facilità alla versione da lui/lei proposta.
Se osserviamo gli aspetti favorevoli del processo possiamo apprezzare la crescita e lo sviluppo cognitivo di bambini e bambine, perché le bugie si innescano in questo incrocio evolutivo.
Ascolta il Podcast La Teoria della mente e la sua importanza nello sviluppo infantile
Quando i bambini iniziano a dire le bugie?
Nella maggior parte dei casi i bambini e le bambine iniziano a essere capaci di dire bugie dopo i tre, quattro anni e intorno ai quattro anni compiuti si struttura del tutto questa competenza: il bambino o la bambina è in grado di dire quello che non è vero per favorirsi in vari modi.
La capacità dei bambini e delle bambine di dire le bugie evolve nel tempo: se hai un figlio o una figlia che ha già cinque o sei anni, avrai notato un’evoluzione nel mentire.
Cosa possiamo osservare nella quotidianità? I bambini e le bambine intorno ai tre anni, tre anni e mezzo cominciano a essere in grado di dire qualche piccola bugia e se hanno per esempio il viso sporco di cioccolato e noi chiediamo se hanno mangiato la torta al cioccolato rispondono: “No, no no assolutamente non ho mangiato niente”.
Quando facciamo notare loro che il cioccolato sulla bocca e sulle guance dimostra in modo palese il gesto, iniziano a fare delle riflessioni su come possono raffinare la tecnica ed essere più credibili quando dicono una bugia.
Tra i quattro e i sette anni di età bambini e bambine si tradiscono ancora con facilità perché non hanno elaborato la capacità di autocontrollo e autoregolazione che serve loro per avvalorare fino in fondo la versione dei fatti.
Man mano crescono, e soprattutto dopo gli otto anni, i bambini/e sono più capaci di tenere la parte e portare avanti il copione in modo sostenuto, raffinato e congruente.
Perché i bambini dicono le bugie
Quali sono i motivi per cui bambini e bambine, man mano crescono, dicono le bugie? I motivi possono essere diversi e ve sono tantissimi. Ti proponiamo i principali.
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Evitare di ferire l’altro
Iniziamo dalle bugie bianche o bugie prosociali: i piccoli dopo i quattro, cinque anni diventano capaci – per convenzione sociale e perché seguono l’esempio degli adulti – di utilizzare la bugia bianca per non ferire le altre persone.
Facciamo un esempio: magari ricevono per il compleanno un regalo che non piace più di tanto ma dicono: “Grazie, che bello!” perché hanno compreso che le buone maniere prevedono questo atteggiamento.
Le bugie prosociali o bugie bianche emergono soprattutto perché bambini e bambine ci osservano e vedono che noi siamo i primi a usarle nei rapporti con gli altri.
In questi momenti i bambini/e comprendono che per non ferire le persone a cui si vuole bene – o con le quali si ha la necessità di tenere buoni rapporti – è possibile dire le bugie prosociali.
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Nascondere un pasticcio
Una delle motivazioni più classiche riguarda il mascherare i guai che hanno combinato. Magari bambini e bambine hanno fatto una marachella e chi è stato? Oh, il cane, il passerotto, l’elfo domestico. Soprattutto i più piccoli possono essere poco raffinati nel dire le prime bugie e se per esempio hanno rotto qualcosa e gli si chiede chi è stato, non è opera loro ma possono incolpare personaggi poco probabili perché non hanno ancora sviluppato la capacità di dire bugie ben costruite.
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Avviare una sperimentazione socio-relazionale
I bambini e le bambine dicono le bugie, soprattutto all’inizio del processo, per capire qual è il loro potere rispetto a questa nuova scoperta. Quando la teoria della mente si costruisce con adeguatezza e i bambini/e diventano sempre più capaci di capire che l’altro può avere una prospettiva differente dalla loro, vogliono comprendere quali sono i confini entro i quali si possono muovere e fino a che punto l’altro può credere alla loro versione dei fatti.
Assistiamo a una vera e propria sperimentazione socio-relazionale che il bambino/a agisce per capire come può funzionare la dinamica. Bambini e bambine, così come indagano cosa, succede se versano l’acqua a terra o sul tappeto, possono indagare cosa accade se dicono le bugie.
È un processo che li aiuta a capire i contorni di questa nuova possibilità e competenza.
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Rendere le storie più emozionanti
Un’altra motivazione può essere la volontà di arricchire le storie, renderle più fantasiose, ed emozionanti.
A volte bambini e bambine raccontano eventi incredibili perché si divertono, trovano più entusiasmante e colorata una versione rinnovata di un certo accadimento.
Così aggiungono ai fatti qualche particolare inventato per dare un tocco narrativo più coinvolgente alla loro storia.
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Desiderare che un sogno si avveri
Un altro aspetto che spesso porta bambini e bambine a mentire, soprattutto i più piccoli, è il desiderare di far avverare una situazione, una condizione, qualcosa a cui ambiscono. Per esempio, tuo figlio, tua figlia desidera tantissimo andare in un parco divertimenti? Lo racconta. Dice che è stato/a in quel parco, anche se non è vero, perché prova a realizzare il sogno attraverso la bugia.
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Emulare i pari
Un’altra situazione che può accadere quando bambini e bambine si trovano in un gruppo di pari è l’emulazione. Spieghiamo ancora con un esempio: un bambino racconta che il giorno prima è stato al mare con la mamma e il papà e un’altra bambina, subito dopo, dice: “Ah sì, anch’io ieri sono andata al mare con la mamma e il papà!”.
In realtà non è vero, ma per emulazione il secondo soggetto racconta lo stesso fatto del suo pari.
Questo succede di solito più con i più piccoli, tra i due e tre anni. Noi non la reputiamo nemmeno una bugia perché il bambino/a non ha la consapevolezza di affermare qualcosa di non vero: fa ancora fatica a distinguere tra desiderato e reale, tra quello che immagina che vorrebbe realizzare o vorrebbe fosse accaduto è ciò che in effetti è accaduto.
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Confondere i ricordi
Ci sono occasioni in cui bambini e bambine collegano male i ricordi e affermano di essere stati al mare ieri, quando in realtà il ricordo risale al mese precedente. Per bambini e bambine nella fascia prescolare, soprattutto 03, ordinare la timeline degli accadimenti della vita personale è ancora molto complesso, per questo possono confondere gli eventi e riportare un racconto errato che l’adulto percepisce come una bugia.
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Ottenere un vantaggio
Bambini e bambine possono usare la bugia per ottenere un vantaggio personale. Per esempio, un bambino potrebbe andare dalla nonna e dire: “Ah, la mamma e il papà mi fanno sempre mangiare il gelato prima di cena”, ovvio non è vero, ma il piccolo cerca di ottenere un risultato e conta sul fatto che la nonna o il nonno gli credano e cedano.
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Essere ascoltati, un campanello d’allarme
Un motivo che interessa i bambini e le bambine un po’ più grandi, è la necessità di essere ascoltati, visti, di attirare l’attenzione dell’adulto.
Dopo i sei, sette, otto anni, in particolare quando le menzogne sono frequenti, potremmo parlare anche di condizioni di fatica del bambino/a.
Questo può accadere, per esempio, dopo aver sperimentato un trauma: osserviamo bambini/e che hanno vissuto situazioni impegnative sul piano personale e fanno diventare la menzogna un’abitudine. Questo è un campanello d’allarme che dovrebbe metterci in allerta: possiamo confrontarci con una, un professionista per approfondire la situazione.
Le motivazioni possono essere moltissime. Quelle che abbiamo visto insieme non sono particolarmente gravi, eccezione fatta per la situazione dell’eventuale evento post-traumatico. Le altre motivazioni riguardano soprattutto sperimentazioni e possibilità di mettere in gioco nuove capacità.
Dobbiamo preoccuparci delle bugie dei bambini?
Lo diciamo ai genitori ma anche a educatrici, educatori e insegnanti: non preoccupiamoci troppo delle bugie dei bambini e delle bambine perché sono parte del processo di crescita. Se sono innocenti e poco frequenti, accogliamole.
Siamo sinceri: anche noi adulti in più di un’occasione abbiamo l’opportunità di non essere del tutto trasparenti e per tanti motivi legati alle relazioni sociali, alle convenzioni, usiamo la bugia bianca o prosociale.
Quante volte ci capita, magari per non ferire i sentimenti altrui, di dire una bugia bianca per declinare un invito a una festa, una cena, un evento a cui non siamo interessati? Inventiamo una scusa e spesso questo accade davanti agli occhi dei nostri bambini e bambine.
Oppure durante una telefonata con un amico, un’amica che ci invita da qualche parte, escogitiamo un mal di testa improvviso, un fine settimana già programmato, un impegno imprescindibile.
I bambini e le bambine ci ascoltano mentre noi riportiamo queste scuse e, se comprendono che non sono vere, assistono di fatto all’evento, all’occorrenza in cui noi siamo i primi a mentire.
È chiaro, lo facciamo perché non vogliamo ferire i sentimenti altrui, però non sempre noi adulti raccontiamo ai bambini/e che abbiamo detto una bugia bianca per diversi motivi.
Diamo il buon esempio e incoraggiamo a dire la verità
Come adulti tendiamo a scandalizzarci quando i nostri figli e figlie dicono una bugia, poi di fatto siamo noi i primi ad agire questo comportamento: è una riflessione importante da fare.
Pur sottolineando l’importanza dell’onestà e della trasparenza, impariamo ad accogliere un certo grado di opacità nel vissuto, nelle relazioni sociali, in alcune occorrenze e tipi di rapporto. A volte è necessario per proteggere e tutelare situazioni personali. Consideriamo questi aspetti e agiamo con flessibilità.
Il nostro compito – come genitori, adulti, guide – è incoraggiare i bambini e le bambine a dire la verità: partiamo dando il buon esempio, dovremmo essere i primi – in tutte le occorrenze che abbiamo a disposizione – a dire la verità.
E se per caso dovessimo mentire con una bugia bianca di fronte al bambino, alla bambina, diciamolo:
“Guarda Giovanni, Lucia, adesso mi hai sentito parlare con la nonna e le ho detto questo e quest’altro… come sai effettivamente noi nel weekend non andremo a fare questa cosa, le ho detto così perché non volevo ferire i suoi sentimenti ho pensato che forse se avessi detto la verità, poteva magari rimanerci male”.
Man mano i bambini e le bambine crescono, problematizziamo insieme a loro le situazioni e verbalizziamole. Dopo i sette, otto anni possiamo anche coinvolgerli e discutere possibili alternative per il futuro.
Per esempio: “Non mi piace dire alla nonna che andiamo al mare, quando non è vero. È per non ferirla, certo, ma ugualmente mi sento a disagio. Secondo te, come si potrebbe fare diversamente? Tu che ne pensi?”. Non si tratta di caricarli di responsabilità ma di coinvolgerli in una riflessione che può supportare il pensiero critico e il problem solving.
Vuoi approfondire il tema delle bugie dei bambini?
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