di Paola Albini, titolare del Nido Vitamina G di Segrate

 

 

Da sempre la SABBIA è uno dei materiali più amati dai bambini. Le possibilità di gioco con essa sono molteplici: basta allestire l’ambiente in modo che il bambino sia libero di esplorare, sperimentare, trasportare, travasare, manipolare e giocare in autonomia.

Nel nostro nido, quando proponiamo l’attività, creiamo la “Stanza della sabbia”, dedicandovi quindi un ampio spazio: disponiamo sul pavimento, ricoperto da un lenzuolo bianco, 4 ceste non troppo grandi, avvolte in federe azzurre e di colore neutro.

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Utilizziamo anche una grande vasca (sandbox) per dare ai bimbi la possibilità di entrarci dentro e di sperimentare il materiale con tutto il corpo. All’interno delle ceste, inseriamo materiali naturali (conchiglie, pigne, sassi, ecc…) e vari oggetti per il travaso (ciotoline, tubi, cucchiai, mestoli, imbuti, ecc…) organizzati in modo invitante, per invogliare i bambini ad “osare”.

 

Solitamente proponiamo la sabbia a circa 12 bambini dai 12 ai 36 mesi.

Riteniamo molto importante la cura nella scelta del materiale e nella predisposizione di uno spazio non solo funzionale ma anche bello, per permettere ai bambini di godere della proposta anche sul piano estetico.

Ecco alcune caratteristiche e benefici di questa proposta:

-è piacevole e rilassante;

–è  “open ended” ovvero ha un “finale aperto” per cui non c’è un modo giusto o sbagliato di giocare, non importa l’abilità o il livello cognitivo del bambino, non c’è un traguardo specifico da raggiungere o un prodotto da creare. E’ il bambino che determina la direzione ed il percorso del proprio gioco, in base al suo interesse;

-promuove lo sviluppo motorio, percettivo e cognitivo: i bimbi sollevano, scavano, seppelliscono, versano, camminano, corrono sulla sabbia, ne percepiscono le varie caratteristiche sensoriali e, grazie agli strumenti che l’adulto fornisce, scoprono nessi di causa-effetto e il comportamento dei materiali sotto l’azione trasformativa delle proprie mani. Se poi la sabbia viene bagnata, essi hanno la possibilità di sperimentare il proprio corpo in modi ancora diversi e di ampliare ulteriormente il loro orizzonte conoscitivo;

-migliora la coordinazione occhio-mano, rafforza i muscoli delle braccia e delle mani, migliora il controllo muscolare;

-stimola il processo di problem solving;

-incoraggia il gioco cooperativo, la condivisione e la negoziazione;

-stimola la creatività e l’immaginazione, aggiungendo animali, mezzi di trasporto, elementi paesaggistici, ecc. (vedi, per esempio, il lavoro con la scatola azzurra);

-regala piacevoli esperienze sensoriali, soprattutto tattili: quando è asciutta è morbida e può scivolare facilmente attraverso le dita permettendo ai bambini di esplorare la sua texture e la sua mutabilità. Se bagnata ha un’altra consistenza e assume forme diverse, assecondando la volontà del bimbo;

-può essere usata per diverse attività: di travaso, di manipolazione o anche miscelata ad altri ingredienti per realizzare paste diverse.

Il Sandplay è anche un’attività terapeutica ideata da Dora Kalff, un’allieva di Jung, la quale scriveva: “la sabbia, costituita di tanti minutissimi grani che le conferiscono una spiccata plasticità e morbidezza, suscita sensazioni tattili che variano moltissimo a seconda che sia asciutta, bagnata, e in che quantità sia bagnata; è liquida come l’acqua, abrasiva come il fuoco, modellabile come la terra, e contiene in sé il significato degli elementi naturali primordiali.”

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