di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06
Dicembre al Nido e alla Scuola dell’Infanzia: qual è l’argomento più gettonato? La recita di Natale, uno degli eventi organizzati da educatrici, educatori e insegnanti per celebrare le festività natalizie e coinvolgere i bambini, le bambine e le famiglie con un’attività partecipativa.
La recita di Natale rappresenta un’usanza diffusa in molti servizi 06, una tradizione, un’attività nella quale investiamo tempo, energie e risorse economiche per creare un evento significativo e spettacolare, nel senso letterale del termine.
Ma, è davvero utile?
Facciamo una premessa: non aspettarti un articolo dal quale trarre spunti per organizzare la tua recita di Natale. Qui proponiamo una riflessione critica sulla reale utilità e sulle funzioni delle recite natalizie e non e sull’impatto emotivo che questi eventi hanno su bambini, bambine e adulti.
Ci riferiamo alla classica recita con copione da imparare a memoria e regia adulta a dirigere i bambini e le bambine.
Questo contenuto, rivisto e ampliato, è attuale sia per le professioniste e i professionisti dello 06, sia per i genitori. Leggilo fino in fondo ed elabora il tuo punto di vista.
Indice dell’articolo
La recita di Natale per bambini è il ‘mega evento’ dei contesti 06
La recita di Natale non è per i bambini piccoli
Qual è il pensiero delle insegnanti sulla recita di Natale?
Le aspettative dei genitori sulla recita di Natale
La recita di Natale per bambini è il ‘mega evento’ dei contesti 06
La centralità che ha assunto nel tempo la recita di Natale nei servizi educativi ci fa pensare che sia un evento da organizzare a prescindere e non viene quasi mai messo in discussione nei Nidi e nelle Scuole: lo consideriamo un pilastro portante dei festeggiamenti natalizi, cuore pulsante di questo significativo momento dell’anno.
La recita natalizia è un rito radicato che continuiamo ad organizzare con solerzia ogni Natale, nonostante – diciamolo chiaramente – sia fonte di stress e ansia per tutti gli attori coinvolti: educatrici, educatori, insegnanti e, soprattutto, bambini e bambine.
Cosa accade nei servizi educativi nelle settimane che precedono la recita di Natale?
Se ci fermiamo a osservare il clima di un Nido o di una Scuola dell’Infanzia prima di Natale notiamo:
- bambini e bambine confusi e disorientati che tentano di imparare a memoria battute e copioni scelti da altri (spesso nemmeno così ben compresi nel loro significato più profondo),
- insegnanti stressati e sempre di corsa, in tensione tra la necessità di portare avanti il programma educativo e dedicare tempo alle prove per la recita,
- preparativi frenetici per allestire scene e costumi, con conseguente disordine e caos negli ambienti.
E cosa succede quando i genitori vanno a vedere il risultato di tutto questo lavoro?
Sul palco ci sono senza dubbio alcuni bambini e bambine che si divertono e si sentono a proprio agio nel ruolo che gli è stato chiesto (imposto?) di assumere.
Ma noteremo anche bambini imbarazzati, piangenti, immobili, impacciati che non avevano alcun desiderio di mettere in scena la recita e partecipare in modo attivo.
Ora, qual è il problema?
Tendiamo, spesso, a liquidare questi comportamenti e le emozioni ad essi correlate.
Crediamo che la recita possa essere un incentivo per i bambini e le bambine che dimostrano timidezza e ritrosia: pensiamo possa sbloccarli e aiutarli a vincere questi stati d’animo.
Ci chiediamo se sia davvero questa la soluzione più opportuna da intraprendere. L’esperienza sul campo, le supervisioni, le consulenze – e diversi studi – ci fanno propendere per una risposta negativa.
L’approccio troppo diretto, in genere, produce l’effetto contrario. Hai presente come reagisce un bambino che ha paura dell’acqua e viene preso e buttato in piscina senza preavviso? Ecco.
Che tipo di esperienza vive? Quale etichetta darà a tale evento? Quale impatto emotivo susciterà in lui?
Lo stress e l’ansia da prestazione per la recita di Natale sono spesso palpabili nei servizi educativi, ma siamo così concentrati sulle aspettative che genera l’evento, da non renderci conto del carico emotivo generato sui bambini e sulle bambine. Non ci facciamo caso.
La forza dell’abitudine porta a perdere il contatto con ciò che proviamo davvero dentro di noi in una determinata situazione e con ciò che provano le persone intorno a noi.
È la stessa dinamica che si presenta durante la recita di Natale, nell’abitudine del rito: gli insegnanti possono non notare gesti, sguardi, posture, sfumature emotive e relazionali di bambini e bambine; proseguono spediti lungo un percorso automatico, poco consapevoli del significato della comunicazione non verbale attraverso cui i piccoli possono narrare la loro fatica nel portare avanti un compito più grande di loro.
La recita di Natale non è per i bambini piccoli
Helga Dentale, esperta di teatro per bambini, racconta in un articolo:
“La recita è uno spettacolo che va scritto (o scelto quando si prende un testo già esistente) e poi allestito. I bambini diventano così attori e lo mettono in scena. Questa procedura è adatta a bambini della scuola primaria e secondaria, in grado di elaborare e trasformare tutto questo percorso in un processo espressivo e creativo.
La ‘recita’ non è una procedura modellata sulle risorse espressive e cognitive dei bambini più piccoli (della scuola dell’infanzia) perché non risponde alle loro esigenze. Far ‘recitare’ bambini così piccoli significa solo metterli a replicare qualcosa che viene suggerito dall’adulto. Mi riferisco ovviamente alla scelta di allestire una recita ‘tradizionale’: attribuire i ruoli ai bambini, fargli imparare a memoria qualche battuta, impostare movimenti predefiniti. Questo non porta a nulla dal punto di vista educativo: non stimola l’immaginazione, non favorisce lo sviluppo del pensiero narrativo, non lavora sulla creatività. Il bambino spesso si trova a fare ciò che l’adulto ha preconfezionato per lui sentendosi anche a disagio o in imbarazzo. Perché la recita, così impostata, implica un’esibizione, è inutile girarci intorno. (…) Ma la recita dovrebbe essere uno spazio espressivo, creativo e gratificante per tutti i bambini e non potrà mai esserlo perché i principi strutturali su cui si imposta non rispondono davvero alle esigenze espressive dei bambini di questa età.
Non è sano, a mio avviso, far vivere ai bambini un’ansia da prestazione legata alla performance. (…) C’è tempo per recitare! Ma non alla scuola dell’infanzia. Arriverà il giusto tempo in cui il bambino, avendo maturato capacità cognitive adeguate, saprà cogliere il senso costruttivo di fare uno spettacolo. Allora si appassionerà, si sentirà veramente protagonista di un processo creativo, e saprà trarne piacere. In età prescolare ciò non è ancora possibile: il bambino non può appassionarsi mentre si ritrova a provare ad oltranza le stesse scene, le stesse cose, le stesse battute. È mera ripetizione”.
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Marco Bricco – attore, regista, musicista, formatore e laureato con lode al DAMS di Bologna con una tesi in Metodologia della didattica della musica dal titolo “L’esperienza sonora e il bambino da 0 a 3 anni” – parla così della recita:
La possibilità di realizzare una rappresentazione conclusiva passa inevitabilmente per un percorso di ripetizioni e di prove mirato al raggiungimento del miglior risultato possibile. Una modalità operativa che, quando viene applicata a bambini così piccoli mi pare perlomeno discutibile, tanto più che il risultato finale rischia spesso di assomigliare ad una esposizione di bambini, agghindati con trucchi e travestimenti, piuttosto che ad una preziosa occasione per restituire al pubblico la loro vitalità e ricchezza espressiva (riferimento in bibliografia).
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Qual è il pensiero delle insegnanti sulla recita di Natale?
Quando, durante le supervisioni, ci soffermiamo a parlare con un’educatrice, un educatore, un insegnante della recita di Natale, dello stress nel proporla e allestirla e della fatica di bambini e bambine piccoli, riceviamo – in generale – quattro risposte differenti.
- Ai bambini piace e non è vero che li stressa
A qualche bambino, bambina, piace sicuramente. Ma non a tutti e tutte. È importante lavorare a un rito più inclusivo ed evitare di proporre una modalità che genera forti disparità tra chi apprezza e si diverte e chi prova ansia da prestazione, stress e a volte terrore.
Sta all’insegnante affinare lo sguardo, calarsi gli occhiali dell’abitudine, e notare quei soggetti (e ce ne sono tanti) che non sono affatto felici né entusiasti della recita. È anche utile riflettere sui bambini e bambine che apprezzano la recita di Natale: è davvero un rito che piace oppure sono condizionati dal desiderio di compiacere gli adulti? Dall’esigenza di appagare genitori e insegnanti che su tale evento investono tempo e risorse e ne fanno capire la significatività?
Molti bambini e bambine si allineano alle richieste adulte per sentirsi ben voluti e accettati: i bravi bambini che danno grandi soddisfazioni a spese della connessione con i loro bisogni e le loro intime istanze. L’insegnante ha il compito di allargare le sue capacità osservative per trovare soluzioni adeguate alla classe.
- È utile per la memoria
Ne abbiamo certezza? Per allenare la memoria nei contesti 06 bambini e bambine hanno bisogno di letture quotidiane condivise e gioco spontaneo. Non è necessario aggiungere la recita per attrezzare i bambini sotto questo profilo. Non ha alcun senso costringere bambini e bambine a imparare in modo meccanico battute che non sono davvero sentite né comprese fino in fondo. Quali reali apprendimenti può generare questa attività?
- La recita è un bel momento per i genitori
Ah, non c’è dubbio che il genitore provi piacere nella recita, ma la scuola dovrebbe fare cultura dell’infanzia e non appagare quelle richieste genitoriali che vanno verso l’omologazione e la scarsa espressione creativa dei bambini e delle bambine.
Approfondisci questo aspetto qui: Spiegazione ironico-scientifica intorno ai “lavoretti” nei servizi educativi
- La recita di Natale è una tradizione
Se poi la scuola ha un’impronta cattolica, le insegnanti aggiungono che la recita è un modo per passare il messaggio cristiano. Senz’altro è una tradizione. Ma quando acquisiamo consapevolezza sulla scarsa utilità di queste tradizioni, possiamo modificarle. Abbiamo diversi modi per trasmettere ai bambini e alle bambine il messaggio cristiano e obbligarli a fare Maria e Giuseppe nella grotta non è certo il più adeguato.
Le aspettative dei genitori sulla recita di Natale
Educatrici, educatori e insegnanti organizzano la recita di Natale perché desiderano – a volte anche in modo inconsapevole – fare una bella figura coi genitori, mettere in luce le proprie capacità di regia e la qualità delle proposte scolastiche.
Sono aspetti delicati: spesso si tratta di motivazioni poco consapevoli che, se fossero portate alla luce e problematizzate, aiuterebbero a porre riflessioni più approfondire sull’utilità delle recite di Natale.
Le insegnanti spesso non mettono in discussione la fattibilità della recita per un legittimo e umano bisogno di riconoscimento e appartenenza. Eliminare la ritualità della recita natalizia significherebbe non poter evidenziare ai genitori il valore del proprio lavoro. Anche gli adulti, come bambini e bambine, hanno bisogno di sentirsi visti ed apprezzati.
Qual è il nostro suggerimento?
Evitiamo di focalizzarci sulle aspettative dei genitori e sulla dimostrazione a tutti i costi delle nostre capacità educative attraverso la recita.
Impariamo a discutere con apertura e spirito critico l’utilità delle recite e vincere le resistenze al cambiamento in equipe, per interrogarsi su come poter incontrare i propri bisogni senza che siano i bambini a portarne il carico.
In che modo è possibile valorizzare il lavoro delle insegnanti e mostrare la qualità dell’agito professionale?
La risposta non si può ridurre a poche righe e non è questa la sede per proporre tutte le riflessioni sul tema, ma ti diamo tre consigli, tre spunti, che possiamo approfondire insieme:
- utilizza la forza del gruppo di lavoro, dell’equipe del servizio educativo per far emergere questi temi; guarda il corso Comunicazione efficace nei contesti 06
- lavora sulla documentazione narrativa e partecipativa per mostrare con concretezza e con un sistema professionale ciò che accade nella quotidianità del servizio educativo; trovi degli spunti qui
Raccontare l’effimero in educazione: per una documentazione narrativa e partecipativa
Alleanze tra fotografia e scrittura nella documentazione
- costruisci alleanze con le famiglie per migliorare la relazione e trovare modalità alternative per appagare le aspettative genitoriali; qui trovi degli spunti La relazione scuola famiglia: come costruire alleanze
Possiamo festeggiare il Natale, così come altre ricorrenze, in molteplici modi. Usiamo un po’ di creatività: coinvolgiamo i genitori e chiediamo loro di preparare e inscenare uno spettacolo dove gli spettatori sono i bambini e le bambine, organizziamo una festa durante la quale cantiamo e balliamo insieme senza un canovaccio da seguire, pianifichiamo una giornata all’aria aperta per apprezzare il quartiere addobbato a festa.
Riserviamo la recita di Natale per quando i bambini e le bambine saranno più grandi e potranno davvero apprezzare questo tipo di esperienza.
Bibliografia sulla recita di Natale
Fare teatro al nido, di Marco Bricco – Edito da Franco Angeli
Teatro, gioco, natura. Il gioco teatrale e i linguaggi espressivi per creare connessioni fra dentro e fuori, di Helga Dentale – Edito con Youcanprint
Fiabe corporee, di Helga Dentale – Edito con Youcanprint