Schermi e bambini: spegnere i dispositivi digitali senza crisi emotive

Educazione e sviluppo infantile
Educazione digitale per bambini – Percorsi Formativi 06

 

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06

 

 

Capita a tutti i genitori, a volte ogni giorno, a volte con una frequenza minore: c’è un momento in cui dobbiamo letteralmente togliere di mano i dispositivi digitali ai bambini. E questo fatto provoca pianti, sfoghi o discussioni che generano malessere in famiglia.

Il momento in cui chiediamo ai nostri figli di chiudere gli schermi è spesso il punto di partenza di litigi e crisi emotive, più o meno esplosive.

Gestire il tempo allo schermo può essere complesso perché vede bambini e bambine costretti a passare da un’attività molto coinvolgente a un’altra che può avere meno appeal o essere poco piacevole per loro.

Così, chiudere il PC, il tablet o lo smartphone diventa motivo di frustrazione.

Spegnere i dispositivi digitali è una sfida per bambini e bambine e implica lo sviluppo di una serie di abilità che possono, nel tempo, migliorare le capacità di autoregolazione.

Sperimentare la transizione dagli schermi alle attività manuali o dallo schermo alla lettura, per esempio, aiuta bambini e bambine ad acquisire maggiore consapevolezza sulla capacità di regolazione delle emozioni ed evitare di cadere nella dipendenza da videogioco.

 

Nove suggerimenti sul tema schermi e bambini

Per riuscire a gestire con coerenza il rapporto tra dispositivi digitali, monitor e bambini possiamo stabilire insieme ai nostri figli e figlie delle buone regole da utilizzare prima, durante e dopo l’uso degli schermi e condividere abitudini sane per vivere con maggiore consapevolezza la tecnologia (smartphone, tablet, PC).

La dipendenza da schermi nei bambini è un problema della nostra società da non ignorare: è nostro compito, come adulti, regolare il tempo-schermo e favorire attività che possano migliorare il loro benessere.

Nei paesi anglosassoni si usa il termine screen time, tempo-schermo, per definire il tempo trascorso davanti a uno schermo: lo prendiamo in prestito per condividere nove suggerimenti utili a gestire la problematica tempo schermo e bambini e favorire il no screen time.

Una nota: in questo articolo ci soffermiamo sull’approccio da utilizzare con bambini e bambine. Non trovi quindi indicazioni tecniche in merito agli strumenti di parental control previste di default da dispositivi, programmi, videogiochi e applicazioni.

 

Cosa fare prima del tempo schermo?

 

  1. Stabiliamo delle regole chiare in merito al tempo da trascorrere con lo schermo: per bambini e bambine è più facile spegnere i dispositivi digitali se sanno quando e per quanto tempo possono utilizzarli. Pianifichiamo insieme a loro il tempo di gioco con tablet e schermi definendo giorni e orari: per esempio, è possibile accendere gli schermi dal lunedì al venerdì per mezz’ora dopo aver fatto i compiti e prima della merenda, il sabato per mezz’ora nel pomeriggio e la domenica invece si tengono spenti. Prepariamo insieme a bambini e bambine una tabella/calendario da appendere in cucina per ricordare a tutti queste regole.

 

  1. Pensiamo con anticipo alle attività da svolgere dopo il momento dello schermo: preferiamo qualcosa di piacevole, come la lettura, un momento di gioco insieme o una merenda. Meglio evitare attività poco gradite come fare i compiti o riordinare la cameretta, che indurrebbero il bambino/a a prolungare il tempo con il dispositivo digitale.

 

  1. Proponiamo attività e giochi che si possano interrompere con facilità: bambini e bambine faticano ad abbandonare giochi molto coinvolgenti, che prevedono un incremento del livello di difficoltà o partite consecutive. Infatti, quando sono nel mezzo di un gioco, si oppongono con più facilità ad abbandonare lo schermo per evitare di interrompersi sul più bello. Permettiamo al bambino/a di sviluppare la capacità di spegnere il gioco prima di iniziare un nuovo livello ed evitiamo che l’attività diventi compulsiva.

 

Cosa fare durante il tempo schermo?

Scegliere insieme ai nostri figli e figlie una sveglia simpatica e colorata da impostare quando utilizzano i dispositivi digitali è senza dubbio un’ottima idea per scandire il tempo del gioco, ma come genitori possiamo fare molto di più.

 

  1. Rimaniamo nelle vicinanze: se ci è possibile, non allontaniamoci troppo da bambini e bambine sia per controllare che i giochi e le attività siano coerenti con la loro età e le attitudini, sia per dare loro qualche suggerimento su come gestire la transizione dal gioco digitale alle attività successive. Per esempio: “Giovanni, Lucia siccome mancano due minuti al termine del tempo di gioco, ti consiglio di salvare ora il livello che hai raggiunto, così lo puoi riprendere domani senza perdere il punteggio!”. Ricordiamo che in caso di bambini e bambine piccoli, l’adulto dovrebbe affiancarli del tutto durante il tempo-schermo se possibile, o più che si può.

 

  1. Osserviamo l’atteggiamento di bambini e bambine: sono tranquilli? Sono nervosi? Ci sono giochi che li rendono più eccitati? Capire quali attività sono più coinvolgenti ci permette di gestire meglio la transizione tra il video gioco e l’attività successiva perché comprendiamo le loro emozioni.

 

  1. Concediamo i famosi “cinque minuti” con consapevolezza: quante volte ci siamo sentiti dire “Dai, ancora cinque minuti!”? Ci sono bambini e bambine che accettano un NO secco senza replicare, mentre altri/e chiedono di continuare. Le proroghe possono essere concesse, a patto che abbiano tempi prestabiliti: non più di cinque minuti, non oltre il tempo necessario a terminare quel gioco, e senza ulteriori deroghe.

 

Cosa fare dopo il tempo schermo acceso?

Quando bambini e bambine finiscono di giocare, sono spesso tristi o frustrati: se ignoriamo le emozioni, il loro disagio aumenta. Al termine del momento di gioco potremmo quindi dire: “Govanni, Lucia, mi sembra che tu sia un po’ triste adesso che hai finito di giocare. Se ti fa piacere, possiamo fare qualcosa di divertente insieme!”.

Impariamo anche a porre domande aperte e a chiedere a bambini e bambine come si sentono dopo essere rimasti davanti allo schermo: eccitati? Stanchi? Pieni di energia? Questo passaggio è importante per capire il tipo di impatto che i dispositivi hanno su di loro.

 

  1. Proponiamo una merenda: quando i bambini/e faticano a staccarsi dagli schermi, cerchiamo di offrire la merenda subito dopo il momento del gioco. Spesso, troppo presi dallo schermo, non si rendono conto di avere fame, ma è sufficiente terminare per sentire il languorino. Preferiamo merende sane come frutta fresca e secca, evitiamo gli zuccheri semplici e le bevande gasate e zuccherate.

 

  1. Diamo il buon esempio: se abbiamo chiesto ai bambini/e di spegnere i loro dispositivi digitali, anche noi dovremmo fare lo stesso. Mettiamo via smartphone e PC (anche se sono i nostri strumenti di lavoro) e giochiamo con loro: trascorrere tempo di qualità insieme ai nostri bambini e bambine è un modo per coltivare la relazione.

 

  1. Scegliamo attività coinvolgenti: dopo lo screen time, dovremmo essere pronte e pronti a proporre attività che piacciano a bambine e bambini. Sono ottime le attività all’aperto, i giochi in giardino, le passeggiate al parco. Quando il tempo non lo permette, proponete un’attività fino-motoria come la manipolazione delle paste morbide, la preparazione di un dolce, le costruzioni, etc.

 

Vuoi approfondire l’argomento? Puoi leggere questo articolo che riprende anche il tema schermi e neonati:

Dispositivi digitali e bambini: sviluppo cognitivo, relazioni e benessere

 

 

Perché è difficile gestire il tempo schermo?

Abbiamo preferito darti subito qualche suggerimento pratico per gestire lo screen time con consapevolezza ma riteniamo importante condividere quali sono i motivi per cui bambini e bambine faticano così tanto a staccarsi dagli schermi.

C’è chi parla di dipendenza schermi e bambini, chi di necessità, chi di avvicinamento al digitale.

La questione del tempo trascorso sugli schermi da bambini e bambine riguarda tre aspetti importanti (accennati di seguito senza avere la pretesa di approfondire troppo i parametri scientifici) che possono aiutare i genitori a comprendere meglio le dinamiche sottese alle crisi di pianto post schermo.

Schermi e bambini: la regolazione emotiva

Alcune bambine e bambini usano gli schermi come strumento di regolazione emotiva perché non hanno una relazione supportiva con l’adulto.

Spesso lo schermo diventa il nuovo ciuccio: i genitori lo lasciano ai figli/e per calmarli al ristorante o in situazioni simili già nei primi 12 mesi di vita.

A volte i bambini potrebbero aver imparato, a causa delle modalità proposte loro, a usare lo schermo come pacificatore: lo smartphone, il tablet, regola le emozioni dei bambini/e agitati, nervosi e preoccupati e potrebbe diventare la soluzione al disagio emotivo. Se il genitore lo toglie dalle mani, il bambino/a non sta bene e sfocia in una crisi di pianto.

Osserviamo come si comportano i bambini/ e e chiediamoci come usano lo schermo, se faticano a staccarsene, se non hanno altri modi alternativi, funzionali e utili per regolare le emozioni.

Impariamo ad accompagnare i nostri figli e figlie nella scelta di strategie differenti per favorire la regolazione delle emozioni. 

Schermi e bambini: la regolazione dello stress

Bambini e bambine faticano a staccarsi dallo schermo per un fattore biochimico: i dispositivi digitali

iper-stimolano il sistema nervoso, soprattutto i giochi e i videogiochi molto eccitanti nei quali, per esempio, il protagonista deve superare delle sfide.

Ai genitori sembra che i bambini/e siano seduti tranquilli a giocare, ma in realtà a livello neurochimico i videogiochi altamente coinvolgenti hanno delle conseguenze:

  • impattano sul funzionamento del circuito dopaminergico,
  • sollecitano la produzione di dopamina,
  • sovra-eccitano il sistema nervoso.

In pratica, la dopamina dona un senso di benessere che fa sentire energici ed eccitati.

Si può instaurare quindi il meccanismo della dipendenza da videogioco e i bambini/e potrebbero non cercare tanto il gioco in sé quanto la “dose” di dopamina che ne deriva.

Qual è il problema? Se togliamo di mano lo schermo ai bambini/e quando sono sovra-eccitati a livello dopaminergico, protestano perché di fatto il sistema nervoso viene privato della carica.

Se i bambini/e sono è stressati o affaticati, la dopamina dà l’impressione di recuperare le energie ma, in questo modo, non dissipano lo stress, lo incrementano: il circolo è vizioso.

Schermi e bambini: la qualità della relazione educativa

Ci sono bambini e bambine che sperimentano una scarsa qualità del rapporto con i genitori e, quando si sentono soli e non hanno intorno un supporto emotivo e affettivo consistente rispetto alle loro necessità, possono rifugiarsi nello schermo per trovare compagnia.

Ci sono videogiochi in cui i bambini/e giocano tra loro anche a distanza e ritrovano quell’aspetto della socialità che manca in casa.

Se il genitore arrivasse a togliere lo schermo, il bambino/a potrebbe sentirsi solo/a e chiedersi “Eh, sì, però, adesso cosa faccio? Sono qui senza nessuno.”

I bambini lasciano lo schermo con più facilità quando hanno a disposizione un’alternativa valida.

Gli schermi sono catturanti e per rinunciarvi serve qualcosa che li motivi a sufficienza: un’attività da svolgere all’aperto, un gioco interessante e coinvolgente, un momento divertente con i genitori.

Chiudiamo proponendo una riflessione: se il nostro bambino, la nostra bambina non si stacca dallo schermo, forse abbiamo bisogno di capire come procede la nostra relazione affettiva e in che modo stiamo dando il buon esempio sull’uso degli schermi.

Non c’è bisogno di diventare poliziotti dei dispositivi digitali perché è un atteggiamento che non favorisce la relazione.

Dedichiamo tempo e attenzioni ai bambini e alle bambine e proponiamo tutte le attività manuali e motorie che favoriscono il benessere.

Per approfondire a livello scientifico:

Supporting preschoolers’ transitions from screen time to screen-free time using augmented reality and encouraging offline leisure activity

 

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