di Jessica Omizzolo, coordinatrice di servizi all’infanzia
Gli atelier sartoria e i laboratori di cucito si inseriscono in un percorso di grande riorganizzazione e ripensamento dei servizi 0-6 comunali per i quali lavoro. Proposte ad accesso libero dove interessi dei bambini e obiettivi di sviluppo si intrecciano.
L’atelier, infatti, nel nostro contesto è nato come proposta di adulti esperti che offrono ai bambini uno spazio dove scoprire, incuriosirsi e soprattutto sentirsi competenti e capaci di realizzare le proprie idee, utilizzare strumenti e cooperare per costruirne di nuove. Uno spazio mentale ed affettivo dunque dove le idee dei bambini vengono non solo accolte ma anche valorizzate, dove gli adulti si fanno accoglienti promotori di possibilità.
Questi luoghi sono nati dopo anni di formazione che ha aperto dubbi, riflessioni e ripensamenti.
Tolte le schede, i materiali strutturati e di plastica, tolte le suddivisioni rigide in sezioni…cosa poteva favorire ulteriormente l’apprendimento per scoperta e sostenere il pensiero divergente abbinato a competenze ed abilità pratiche e tecniche?
Le scuole si sono riorganizzate nella linea del tempo, negli spazi e nei materiali.
Ampio spazio in tempo e spazio fisico per il gioco libero, per il pensiero progettuale e la sua realizzazione, con materiali destrutturati e naturali, con angoli e stanze dedicate ad atelier e laboratori aperti (anche se il termine è fuorviante perchè l’organizzazione dello spazio stesso delimita e indica ai bambini in quanti ci si può stare) o a numero chiuso su prenotazione.
L’ atelier sartoria che vi racconto, insieme ad altri 5 (“rifugi”, cucina, falegnameria, di espressione artistica, luci ed ombre), in questa scuola da 150 bambini, ha due macchine da cucire, due telai, un altro paio di strumenti specifici, aghi di diverse misure, bottoni, stoffe…libri, due splendide insegnanti e soprattutto le idee dei bambini.
Se all’inizio sono state le maestre ad offrire qualche proposta: pon pon, piccoli ritagli e microcuciture per vestiti 2D per bambole disegnate…ben presto sono stati i bambini a portare, progetto alla mano, idee, iniziative e proposte: borse per raccogliere tesori in giardino e lavorare nell’orto e nell’ “atelier rifugi”, grembiuli per l’atelier di cucina e per quello dell’arte, vestiti per le bambole, vele per le barchette costruite nell’atelier falegnameria, cappelli, cornici, tende per il teatro…
Dopo un iniziale allenamento base sui fondamentali movimenti e lavori del cucito (preparare il filo per la lavorazione, ago da lana e materiali semi rigidi da contornare con filo e nastro, pon pon, cestino su base di cartone, piccoli tappeti intrecciati al telaio..) le insegnanti si sono fatte un passo indietro e hanno supportato la realizzazione delle idee che nel tempo hanno portato i bambini, guidandoli anche all’uso di strumenti più complessi quali le macchine da cucire.
Nelle altre scuole del territorio il cucito è presente con tante sfumature (dai nodi e gli intrecci per la rete da pesca, alla costruzione della Tour Eiffel con cartone e fili, alla creazione di borse ed abiti per i travestimenti ecc…). I fondamentali obiettivi di sviluppo sono i medesimi applicati in diversi modi.
Ecco alcune foto e il link che esemplifica la realizzazione di un piccolo progetto:
https://spark.adobe.com/video/jWA33qBhjAEwr
Quando abbiamo avuto la cuoca di una scuola gemellata di Goias i bimbi hanno scelto di realizzare e regalare un grembiule da cucina adatto a lei. Tutto fatto da loro.
Le insegnanti si sono poste come guide esperte, consulenti insomma di un lavoro interamente in mano ai bambini, i quali possono attingere alla competenza degli adulti per accrescere le proprie competenze, realizzare le idee, conoscerne di nuove.
In questo senso mi sento di definire l’adulto come e-ducatore ossia colui che “conduce fuori”, fa emergere il potenziale dei bambini e che nel farlo, si pre-occupa delle lacune colmandole con spunti, proposte adeguate, suggerimenti “dal basso”.