di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06
Educare alle emozioni è uno dei compiti più complessi – e affascinanti – dell’adulto. È un processo continuo e particolare che prende forma con costanza nel tempo e consiste nell’accompagnare bambini e bambine lungo il percorso di crescita emotiva.
L’educazione alle emozioni è un tema che ricorre spesso durante le consulenze con i genitori, con educatrici, educatori e insegnanti perché sentono l’esigenza di far vivere ai piccoli, sin dai primi mesi di vita, solo belle emozioni, nella convinzione che debbano sempre sperimentare la gioia, la felicità, la serenità nelle loro giornate.
Noi adulti tendiamo ad annullare le emozioni negative: non vogliamo che bambini e bambine provino tristezza, rabbia o frustrazione.
Ma è davvero l’atteggiamento giusto?
Educare alle emozioni significa offrire a bambini e bambine l’opportunità di provare tutte le emozioni possibili, conoscerle e confrontarsi con i diversi stati d’animo.
Per comprendere in che modo possiamo aiutare i piccoli a lavorare sulle emozioni usiamo una metafora che in PF06 chiamiamo il tunnel delle emozioni.
In questo contesto usiamo l’espressione attraversare le emozioni, non usiamo il verbo gestire. Vediamo insieme cosa significa attraversare il tunnel delle emozioni e come educare alle emozioni.
Indice dell’articolo
Come educare alle emozioni? La metafora del tunnel delle emozioni
Co-regolazione e autoregolazione delle emozioni
Educare alle emozioni per costruire la solidità emotiva
Educare alle emozioni per consolidare il Sé
Perché educare alle emozioni?
Conosci l’albo illustrato “A caccia dell’orso”? Scritto e illustrato da Michael Rosen ed Helen Oxenbury è uno degli albi illustrati più utilizzati da professioniste e professionisti che lavorano nei contesti 06.
Nel libro leggiamo la storia di una famiglia che parte a caccia di un orso e durante quest’avventura deve superare una serie di peripezie (un po’ secondo il modello narrativo del Viaggio dell’Eroe).
Ora, senza raccontare i dettagli – ti invitiamo a leggere l’albo illustrato se non lo hai già fatto – l’aspetto rilevante sul tema dell’educazione alle emozioni riguarda il motivo conduttore della storia che ritorna ogni volta in cui i personaggi incontrano una difficoltà lungo il cammino: non possono passare sopra, non possono passare sotto l’ostacolo. Devono passarci in mezzo.
Questa è la metafora centrale rappresentata dall’albo illustrato, una metafora della vita quotidiana che rimanda al concetto dell’attraversamento, del dover passare in mezzo alle situazioni. Concetto valido per le emozioni e in generale per tutte le esperienze della vita.
Cosa osserviamo, invece, nei genitori ma anche nelle professioniste/i dell’educazione?
In molti adulti è radicata l’idea di voler risparmiare a bambine e bambini le emozioni spiacevoli che fanno sentire disagio, dolore, fatica, delusione, dispiacere, frustrazione.
Abbiamo la convinzione che i bambini e le bambine debbano essere sempre felici, condizione che non è possibile: la felicità costante, 365 giorni all’anno, non è un obiettivo raggiungibile e concreto. L’aspetto più importante e significativo del nostro lavoro di adulti-guida è attrezzare i bambini e le bambine affinché siano capaci di attraversare le esperienze che vivono, comprese le emozioni. Che sono, di fatto, esperienze della quotidianità.
La capacità di attraversamento è fondamentale per la crescita emotiva e Umana – con la U maiuscola – dei bambini e delle bambine: educare alle emozioni diventa un processo fondamentale per accompagnarli e accompagnarle lungo un percorso di crescita consapevole, completo e armonioso.
Come educare alle emozioni? La metafora del tunnel delle emozioni
C’è un metodo per educare alle emozioni e permettere a bambini e bambine di attraversare il tunnel delle emozioni? Sì, e lo condividiamo con te.
Partiamo da due presupposti fondamentali:
- qualsiasi emozione è legittima e tutti i bambini e le bambine hanno il diritto di percepire qualsivoglia stato emotivo,
- i piccoli hanno necessità, soprattutto nella fascia prescolare, di essere accompagnati, affiancati, da adulti-guida in grado di condurli lungo il cammino.
Usiamo l’immagine del tunnel perché a volte, quando proviamo emozioni faticose, proviamo la sensazione di trovarci in una sorta di luogo oscuro che spaventa, affatica, fa paura e dal quale temiamo di non essere più in grado di uscire.
Spesso anche noi adulti usiamo l’immagine del buco nero che ci risucchia o proviamo il senso di cadere nel vuoto senza un sostegno.
La metafora del tunnel delle emozioni ci può aiutare a comprendere l’idea dell’attraversamento: paragoniamolo a un cammino che avviene all’interno di una galleria buia con un’uscita, una porta finale luminosa, dalla quale tutte e tutti possiamo uscire a “riveder le stelle”, come verseggiava anni addietro il Sommo Poeta.
1. Entrare nel tunnel delle emozioni insieme ai bambini
In questo contesto il lavoro dell’adulto – genitore o professionista – è entrare nel tunnel delle emozioni insieme al bambino, alla bambina e stare accanto a lui, lei, quando prova emozioni intense, forti che lo/la scuotono e lo/la spaventano.
Bambine e bambine, in particolare in età prescolare, hanno spesso paura di ciò che provano dentro di sé, perché percepiscono sensazioni del corpo forti che faticano sia a capire, sia a regolare.
Si sentono sopraffatti, soverchiati, travolti dalla forza delle emozioni che provano: questo è il tunnel dentro il quale sentono di trovarsi in certi momenti e dove fanno fatica a vedere la possibilità di uscire. In questa fase della vita di bambini e bambine, il ruolo dell’adulto è essenziale.
Diventiamo adulti-guida, affianchiamo bambini e bambine, entriamo insieme a loro nel tunnel delle emozioni e accompagniamoli nella traversata fino all’uscita, al ritorno alla luce.
Approfondimento: Il ruolo dell’interocezione nello sviluppo dei bambini
2. Offrire sicurezza ai bambini
Cosa significa accompagnare bambini e bambine ad attraversare il tunnel delle emozioni? Significa offrire loro sicurezza nel momento in cui si trovano all’interno di questo luogo oscuro che li spaventa.
Noi adulti, con solidità, centratura, saggezza, abbiamo il compito di aiutare bambini e bambine a comprendere come le emozioni – per quanto forti e a tratti impegnative – possono essere attraversate, maneggiate, esplorate.
Durante l’attraversamento del tunnel delle emozioni i piccoli possono comprendere di avere la possibilità di esplorare il loro mondo interiore sapendo di non essere soli, di avere vicino qualcuno che quel viaggio lo ha già fatto. E lo sta ancora facendo.
Le emozioni si possono guardare in faccia, prendere in mano, interrogare.
Aiutiamo bambini e bambine, nel tempo, a capire che le emozioni sono un bene prezioso e, sebbene a volte possono essere ingombranti, faticose, impegnative, servono a capire meglio noi stesse, noi stessi.
Approfondimento: Indicazioni utili per co-regolare le emozioni dei bambini e delle bambine
3. Mostrare la fine del tunnel delle emozioni
Trasmettiamo a bambini e bambine un concetto importantissimo: è possibile uscire dal tunnel delle emozioni.
Incontriamo in continuazione emozioni faticose che restano tali per un lasso definito di tempo: poi il tunnel finisce e si esce alla luce… fino al tunnel successivo.
La vita è simile a un viaggio sugli appennini italiani: attraversiamo una galleria dopo l’altra.
Per questo motivo il nostro compito è rassicurare bambini e bambine lungo la traversata e validare, legittimare, normalizzare i vissuti.
“Caro bambino, cara bambina, ciò che provi ti spaventa, è normale, succede a tutti. Fa parte della vita, non sei da solo, non sei da sola, siamo insieme. Questo tunnel lo attraversiamo insieme e ne usciamo insieme”.
Quando bambini e bambine nei primi anni di vita – anche nei successivi eh – sperimentano la presenza e l’accompagnamento degli adulti di riferimento, possono consolidare il proprio Sé, e appoggiarsi alla consapevolezza interiore di saper attraversare i tunnel della vita fino a raggiungere l’uscita.
Approfondimento: Guarda il video Le emozioni dei bambini
Co-regolazione e autoregolazione delle emozioni
Lo sviluppo emotivo prevede una linea evolutiva caratterizzata dal passaggio dall’ eteroregolazione (o co-regolazione) all’autoregolazione. Ora spieghiamo questo concetto.
- Eteroregolazione e co-regolazione sono sinonimi: è la necessità dell’individuo, in questo caso un bambino, una bambina, di essere regolato dall’esterno.
Nei primi anni di vita i piccoli sono immaturi e non possiedono ancora le strategie di autoregolazione sufficienti a fronteggiare tutte le situazioni che incontrano, soprattutto quelle più intense. Per questo hanno bisogno della presenza di un adulto che, da fuori, li aiuti a regolare le emozioni.
- Grazie al lavoro di educazione dell’adulto, il bambino, la bambina inizia a introiettare e imparare il modo in cui può regolare le emozioni.
I piccoli acquisiscono così, negli anni, la capacità di autoregolarsi e di attraversare le emozioni, diventano autonomi dal punto di vista emotivo.
Notiamo i primi traguardi importanti verso i 7-8 anni, ma durante tutta la vita abbiamo bisogno – anche come adulti – di restare in una condizione di interdipendenza.
Nessun umano può mai essere del tutto autonomo nell’autoregolazione. Pensa a quando viviamo una situazione pesante, intensa, impegnativa: sentiamo il bisogno del supporto di un’altra persona.
Non raggiungiamo mai l’autoregolazione completa, come creature sociali necessitiamo di supporto reciproco.
Bambini e bambine, soprattutto nei primi anni di vita, necessitano l’affiancamento attivo degli adulti, presenza che sfuma nel tempo in parallelo alla loro crescita: negli anni acquisiscono maggiori capacità, competenze, abilità che permettono di attraversare i tunnel delle emozioni in autonomia, con la consapevolezza che c’è sempre qualcuno a cui possono riferirsi nel momento del bisogno.
Il compito dell’adulto è doppio:
- affiancare nella traversata,
- aiutare a comprendere la normalità del processo che i piccoli vivono.
Nel tempo, grazie al supporto dell’adulto nell’attraversare i tunnel delle emozioni, i bambini e le bambine scoprono, capiscono, interiorizzano che il proprio mondo interiore si può guardare in faccia. Non è qualcosa da cui scappare, fuggire, o da evitare, rimuovere, negare, ma è qualcosa che si può tenere tra le mani e osservare.
Questo processo fornisce a bambini e bambine una sicurezza significativa in sé stessi, sé stesse perché possono crescere sapendo di poter dialogare con il proprio mondo interiore.
Approfondimento: Guarda il video La regola dei terzi
È importante che bambine e bambine possano sviluppare abilità, capacità, competenze nell’attraversare le emozioni e accrescere la sicurezza dentro di sé rispetto alla regolazione delle emozioni: soft skills che supportano di fronte alle inevitabili tempeste dell’esistere.
Educare alle emozioni per costruire la solidità emotiva
Costruire dentro di sé la solidità emotiva può aiutare i bambini e le bambine, nel tempo, ad avere una base strutturata sulla quale appoggiare la propria crescita.
“Se io bambino, bambina, ragazzo, ragazza, adulto, mi sento agitato, agitata, so che nei fondali di me stessa, di me stesso, regna una pace che mi dice: passerà, posso attraversare, ne uscirò come ne sono uscita/uscito altre volte. Da solo, da sola o facendomi aiutare, perché ho sperimentato che posso appoggiarmi a qualcuno, sapendo che l’aiuto è possibile”.
Educare alle emozioni per consolidare il Sé
La metafora del tunnel delle emozioni aiuta noi adulti a comprendere i momenti di fatica nella regolazione delle emozioni impegnative, faticose, spiacevoli che bambini e bambine sperimentano nella quotidianità. Affianchiamo i piccoli lungo il processo senza lasciarli soli.
Le emozioni spiacevoli non sono traumatiche per bambini e bambine: se ogni emozione sgradevole fosse un trauma, vivremmo in una condizione di disagio costante, visto che durante la quotidianità sperimentiamo centinaia di momenti faticosi.
Educare alle emozioni significa passare ai bambini e alle bambine – a casa, al nido e alla scuola dell’infanzia (e oltre) – l’idea che le emozioni faticose sono normali, che possiamo attraversarle e uscirne.
Tunnel dopo tunnel, costruiamo per loro sicurezza, solidità, consistenza che saranno le basi d’appoggio su cui progettare la loro esistenza.
Una volta fuori dal tunnel delle emozioni possiamo aiutare bambini e bambine a rielaborare e integrare le esperienze attraverso il dialogo e la narrazione.
L’obiettivo dell’educazione alle emozioni è trasmettere l’idea che nella vita non possiamo evitare, negare, rimuovere le emozioni spiacevoli. Impariamo a conviverci, a sostenere la portata dell’emozione spiacevole.
Educhiamo bambini e bambine ad avere fiducia e facciamo capire loro che possono attraversare i tunnel delle emozioni senza pretendere di aggiustare, rinnegare, rimuovere, cancellare, eliminare ciò che provano.
Viviamo i momenti in cui i bambini e le bambine provano le loro emozioni più intense come un’opportunità di crescita per loro e per noi e di consolidamento del sé.
Bibliografia per educare alle emozioni
A caccia dell’Orso. Ediz. illustrata – di Michael Rosen (Autore), Helen Oxenbury (Autore), Chiara Carminati (Traduttore). Mondadori.
Le emozioni dei bambini – di Isabelle Filliozat (Autore), Gloria Romagnoli (Traduttore). Pickwick.
Le emozioni dei bambini – di Silvia Iaccarino. E-book gratuito.