Consigli pratici per fare i complimenti ai bambini

Educazione e sviluppo infantile, Genitori, Insegnanti ed educatori
Come fare i complimenti ai bambini - Percorsi Formativi 06

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06

Sei davvero un bravo bambino, una brava bambina!”. Lo esclamiamo senza pensarci troppo, perché abbiamo la convinzione che sia la frase migliore da dire per fare i complimenti ai bambini e alle bambine. Ne siamo sicure, sicuri?

Il complimento al bambino, alla bambina – inteso come lode – è una prassi che in genere viene utilizzata da noi adulti con l’obiettivo di sostenerne l’autostima. Crediamo che quel bravo/brava sia l’apprezzamento migliore da fare per lodare un comportamento positivo.

Spesso, però, noi educatrici, educatori e insegnanti ci interroghiamo rispetto all’utilità e all’opportunità dell’uso della lode (o complimento) nella relazione educativa e cerchiamo di supportare i genitori lungo il percorso di crescita dei loro figli e figlie con suggerimenti pratici.

Oggi vediamo insieme in che modo possiamo lodare i bambini, le bambine e come fare i complimenti per valorizzare la loro autostima con efficacia senza compromettere la percezione che hanno di sé stessi, sé stesse.

P.S. Questo è un articolo del 2016 rivisto e aggiornato.

 

Indice dell’articolo

Complimenti ai bambini: quali sono i problemi?

Tre limiti delle lodi e dei complimenti ai bambini

Quattro consigli per fare i complimenti ai bambini con consapevolezza

I complimenti ai bambini e la differenza tra osservare e giudicare

Esiste la lode perfetta, il complimento perfetto?

Suggerimenti per fare complimenti ai bambini

Accogliere nuove prassi educative

 

Complimenti ai bambini: quali sono i problemi?

Da parecchio tempo le ricerche scientifiche focalizzano l’attenzione sulle modalità per fare i complimenti ai bambini/e e supportano i genitori sull’uso di un comportamento e un linguaggio consapevoli.

Alcune ricerche, come quelle condotte da B. A. Bailey, evidenziano alcuni limiti delle lodi. Nel libro Facili da amare, difficili da educare l’autrice mostra quanto sia controproducente educare i bambini e le bambine attraverso l’uso della ricompensa, della lode, del complimento.

Bailey propone un’alternativa – in linea con il pensiero di PF06 – basata sull’adulto come guida amorevole. Sì, l’adulto-guida di cui spesso ti parliamo.

 

Tre limiti delle lodi e dei complimenti ai bambini

Quali sono le modalità migliori per lodare i bambini e le bambine quando agiscono un comportamento che riteniamo adeguato? Ci sono tre aspetti rilevanti da ricordare.

 

  1. Evitare un numero elevato di lodi troppo generiche

Per esempio, quando diciamo “sei sempre così bravo/intelligente/generoso/dolce” questi aggettivi possono opprimere i bambini/e e facilitare l’interiorizzazione di un’idea di sé che rischia di spingerli verso standard troppo elevati. Standard che, se non raggiunti, possono generare frustrazione e svalutazione. Oppure, al contrario, bambini e bambine possono rifiutare queste etichette eccessive e – in modo inconsapevole – voler dimostrare di non essere come gli altri li definiscono, arrivando anche a comportamenti negativi e oppositivi.

 

  1. Evitare troppe lodi fondate su giudizi di valore

Per esempio, la tipica frase “che bravo bambino che sei” trasmette a bambini e bambine un messaggio rischioso: quando compiacciono gli adulti sono accettati e benvoluti.

Di conseguenza, si ritengono cattivi e sbagliati quando compiono azioni non desiderate da noi adulti.  C’è dell’altro: lodi eccessive di questo tipo possono portare i bambini e le bambine a ricercare continuamente conferma e rassicurazione, chiedendo spesso agli adulti: “Sono bravo? Ho fatto giusto? Va bene?”.

Una dinamica simile accade quando noi adulti lodiamo il bambino/a per i suoi buoni comportamenti o risultati. Se un genitore dice “Sono contento quando porti a casa dei bei voti”, sta inducendo il bambino/a a credere di essere benvoluto solo quando fa ciò che piace ai grandi.  Tra l’altro, se lodiamo i risultati e non lo sforzo e l’impegno, svalutiamo molta parte del lavoro dei bambini e delle bambine e insegniamo loro, senza volerlo, che contano solo i risultati. Non è certo ciò che noi adulti desideriamo trasmettere.

 

  1. Evitare lodi fondate sui paragoni

Questo tipo di complimento promuove la competizione. Ecco un esempio classico: “Tu sì che sei bravo, non come tuo fratello…” oppure “Hai visto che brava la tua amica? Perché non fai come lei?”. Sono commenti da evitare in quanto generano conflitto e in famiglia, tra fratelli, esacerbano gelosie, rivalità e senso di ingiustizia.

Ora, la domanda sorge naturale: per evitare queste forme di complimenti, dobbiamo smettere di lodare i bambini e le bambine? No, non è necessario.

Possiamo però modificare il modo in cui usiamo le lodi e porre attenzione al linguaggio, all’approccio, al tono di voce, allo stile.

Un approfondimento per te: Costruire l’autostima nei bambini, un processo lungo una vita

 

Quattro consigli per fare i complimenti ai bambini con consapevolezza

Le lodi non sono tutte uguali e, soprattutto, non sono tutte efficaci. Per fare i complimenti ai bambini e alle bambine con consapevolezza e diventare le guide amorevoli di cui abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, possiamo seguire questi quattro consigli.

 

  1. Usiamo le lodi e i complimenti quando è davvero necessario e non per ogni minimo atteggiamento. Se iniziamo a utilizzarle spesso, infatti, perdono di senso e di utilità.

 

  1. Le lodi efficaci sono sincere e sono mirate a sollecitare anche l’autovalutazione del bambino/a. Per esempio: “Mi piace il tuo disegno, soprattutto questo albero. E tu sei soddisfatto di quello che hai disegnato?”

 

  1. Le lodi efficaci sono dirette all’impegno, allo sforzo, più che alle caratteristiche del bambino/a. Lodare un bambino solo perché è intelligente, bravo, bello e simili potrebbe portarlo, in caso di fallimento, a considerarsi stupido, incapace, brutto. Invece, quando sosteniamo l’impegno del bambino, della bambina con frasi come “Ci sei riuscito! Ti sei impegnato molto e ce l’hai fatta! Puoi essere orgoglioso di te!”, lui/lei impara a collegare i suoi risultati all’impegno.

Di conseguenza impara una cosa importantissima: se una volta non è riuscito/a a raggiungere il suo obiettivo, la successiva può farcela impegnandosi di più. Il messaggio chiave che trasmettiamo con una lode diretta all’impegno ha un valore: la cosa importante nella vita è mettercela tutta, facendo il meglio che possiamo in quel contesto.

 

  1. Trasformiamo le lodi valutative in lodi descrittive, come le definiscono A. Faber & E. Mazlish nel loro utilissimo libro Come parlare perché i bambini ti ascoltino & come ascoltare perché ti parlino.

Le lodi descrittive, come suggerisce il termine, osservano e descrivono ciò che il bambino/a fa: restituiscono e riconoscono le sue azioni. Non si basano su giudizi di valore, di merito, o su paragoni, ma su ciò che è possibile osservare nella concretezza dei gesti, delle azioni.

Le lodi descrittive rappresentano un incoraggiamento – più che un complimento come lo intendiamo di solito – e hanno l’obiettivo di far sentire il bambino visto e riconosciuto.

Il bisogno di sentirsi visti e riconosciuti ha una importanza significativa per noi umani, a tutte le età ma ancora di più da piccoli, in quanto i bambini/e costruiscono il loro senso di sé a partire dal rispecchiamento che gli arriva dal mondo circostante, adulti in primis.

Non a caso, una delle frasi più utilizzate dai bambini è “Mamma/papà/maestra guardami…”.

 

I complimenti ai bambini e la differenza tra osservare e giudicare

Sai cosa dice B. A. Bailey?

“I bambini chiedono di essere visti, non giudicati. (…) Osservare i bambini è un modo eccellente per incoraggiarli. Descrivete a vostro figlio ciò che vedete e lasciatelo libero di fare una valutazione personale dei suoi sforzi o traguardi”.

Durante le consulenze con i genitori e le supervisioni nei servizi educativi mettiamo sempre in luce l’importanza dell’osservazione, un gesto con il quale noi adulti possiamo risolvere diverse situazioni. Parliamo di un’osservazione attiva, partecipata e attenta.

 

Esiste la lode perfetta, il complimento perfetto?

La perfezione è utopia: noi umani siamo e saremo sempre imperfetti. Possiamo comunque, come adulti, lavorare sullo stile educativo che agiamo nei confronti di bambine e bambini. Faber & Mazlish nel loro libro offrono un suggerimento per costruire una lode efficace.

Gli autori scrivono che “La lode utile si presenta in due parti:

  • l’adulto descrive con apprezzamento ciò che vede o prova;
  • il bambino, la bambina, dopo aver sentito la descrizione, è in grado di lodare sé stesso”.

Osservare e descrivere ai bambini e alle bambine le loro azioni li aiuta a diventarne consapevoli e a integrare gli apprendimenti insiti nelle diverse situazioni che sperimentano nella quotidianità, al nido e alla scuola dell’infanzia.

Condividiamo un paio di esempi di lodi descrittive:

  • al posto di “Bravo Giovanni, finalmente hai riordinato la tua camera” potremmo dire “Giovanni, vedo che hai sistemato le costruzioni nella loro scatola, le macchinine nella cesta e riposto i peluche nell’armadio. Ora penso che riuscirai a trovare e usare i tuoi giochi più in fretta quando ti servono”.
  • al posto di “Che bella scivolata!” potremmo dire “Ce l’hai fatta! Lo scivolo è molto alto e tu sei riuscito a salire fino in cima e a scendere giù veloce. Sei stato coraggioso”, oppure semplicemente “Wow! Guarda che scivolata che hai fatto!”.

Queste modalità offrono a bambini e bambine una descrizione delle loro azioni che deriva dall’osservazione di ciò che è accaduto nella realtà.

 

Suggerimenti per fare complimenti ai bambini

Noi adulti – per essere guide amorevoli – possiamo ispirarci alle indicazioni condivise da Faber & Mazlish nel loro libro per migliorare l’approccio alla lode e al complimento.

Li riportiamo qui in sintesi affinché tu possa avere una guida pratica a portata di mano (salva il link a questo articolo eh!).

  • Descrivete quello che vedete. Per esempio: “Vedo un pavimento pulito, un letto ben fatto e i libri allineati in ordine sullo scaffale”.
  • Descrivete ciò che provate. “È un piacere entrare in questa stanza!”.
  • Riassumete in una parola il comportamento degno di lode del bambino. “Hai diviso i tuoi Lego, le macchinine e gli animali della fattoria, mettendoli in scatole separate. È quella che io chiamo organizzazione”.

Possiamo ispirarci anche a ciò che, in modo simile, suggerisce B. A. Bailey.

  • Aprire la frase con tu o il nome del bambino, della bambina o “guardati” o “ce l’hai fatta”.
  • Descrivere il comportamento, l’azione.
  • Chiudere con ciò che l’autrice definisce etichetta come, per esempio, “sei stato di aiuto”, “bene”, “sei stato premuroso/coraggioso/determinato/gentile/ben organizzato”.

A suo avviso – come diciamo spesso anche in PF06 – le etichette non sono necessarie, ma servono più che altro a noi adulti per abituarci a questa nuova modalità di fare elogi. Siamo talmente abituati a fare i complimenti, che sbarazzarcene è piuttosto faticoso. Quando aggiungiamo i commenti in coda, veniamo incontro alle nostre esigenze ed evidenziamo in prima battuta al bambino, alla bambina, la descrizione e il riconoscimento delle sue azioni.

 

Complimenti da fare ai bambini e alle bambine
Complimenti da fare ai bambini e alle bambine

Accogliere nuove prassi educative

Concludiamo con una nota personale. È senz’altro importante che educatrici, educatori, insegnanti, genitori e le persone che entrano in contatto con bambini e bambine integrino nuove informazioni e prassi educative.

Allo stesso tempo, siamo consapevoli di quanto sia difficile acquisire modalità di comunicazione così diverse da ciò che abbiamo imparato fin da bambini e da bambine come figli e figlie, esperienze piuttosto lontane da quella che la nostra cultura educativa attuale e la nostra quotidianità ci presenta.

 

Ti suggeriamo di tenere presente le indicazioni fornite in questo articolo, sia le nostre, sia quelle degli autori e autrici citati, ma senza interpretarle in modo rigido.

Per il bene e il benessere dei bambini e delle bambine, impegniamoci certo ad accogliere nuove modalità educative e modificare il nostro modo di fare i complimenti ai bambini e alle bambine, ma senza sentirci inadeguati quando diremo un “Bravo!” o “Sei grande/fantastico/speciale” rivolto ai nostri figli, figlie o ai bambini, bambine di cui ci prendiamo cura al nido e alla scuola dell’infanzia.

 

Bibliografia

 

Qualche suggerimento di lettura…

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