di Adriano Capoccia, Asilo Nido La Caracolita – Roma
“ Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi, l’energia, l’allegria per strapparti ancora sorrisi”
R. Zero
Il nostro progetto di educazione tra generazioni nasce dall’ispirazione illuminante che ci ha dato il Centro intergenerazionale di Piacenza, dove un asilo nido, un centro diurno e una casa di riposo condividono la stessa struttura e ,citando la Cooperativa unicoop, si superano le barriere tra la generazione dell’esperienza e la generazione dell’energia.
Alla base di questo progetto intergenerazionale vi è la certezza che anziani e bambini possano stare bene insieme e possano essere ricchezza gli uni per gli altri. Per i bambini il giovamento viene dal fatto di incontrare figure adulte al di fuori della loro famiglia, mentre per gli anziani il contatto con i bambini fa “rivivere” e restituisce loro una dimensione progettuale volta al futuro.
I bambini, a differenza degli adulti, sono ancora in una fase di ascolto attivo, gli anziani si mettono nuovamente in gioco, qui l’incontro nasce spontaneamente come poli opposti che si uniscono. Questo un po’ per contrastare la tendenza a creare contesti esclusivamente monogenerazionali in cui i bambini stanno solo con i bambini , gli adulti con gli adulti e gli anziani spesso ghettizzati in luoghi destinati ad essere dimenticati.
Gli anziani con i loro tempi più “lenti” sono più in sintonia con i bambini e gli stessi bambini si abituano alla disabilità dell’anziano, non sviluppando pregiudizi e imparando a vedere l’altro in quanto persona, mentre dall’altra parte i nonni si sentono ancora utili e hanno una nuova prospettiva nell’attesa dell’incontro.
Altro esempio di questo progetto è la Providence Mount st. Vincent , scuola dell’infanzia di Seattle alla quale si è ispirata il film “Present Perfect” www.presentperfectfilm.com realizzato dalla cineasta Evan Briggs.
La casa di riposo ospita circa 400 anziani sui 90 anni e con una assidua necessità di assistenza, mentre i bambini iscritti sono 125, con età che vanno dai 3 ai 5 anni. Di norma gli insegnanti organizzano i loro gruppi e li portano ai piani residenziali per visitare gli anziani. Le attività durano 20 minuti per i bambini più piccoli o 60 minuti per quelli più grandi. Anziano e bambini sono inseriti in attività programmate comuni come la musica, la danza,l’arte, l’ascolto, la lettura e la narrazione ma , in alcuni momenti, interagiscono spontaneamente e liberamente come tra nonni e bambini. Si pranza tutti insieme , alla pari di una grande famiglia.
Vorrei ora raccontarvi il nostro progetto “I bambini del melograno”, che nasce dalla collaborazione con il Dott. Domenico Giuseppe Bozza coordinatore della Casa Famiglia “Il Melograno” presente nel X municipio di Roma.
Il progetto pilota ha previsto tre incontri di circa 50 minuti, dove i bambini della sezione dei grandi dell’asilo nido convenzionato con il Comune Di Roma “ La Caracolita “ coordinato da Adriano Capoccia e con la presenza degli educatori Lorenzo Sisto, Diana Guiducci e Silvia Germani, hanno visitato la Casa Famiglia portando con loro dei libri e dei giochi per passare la mattinata insieme ai nonni.
Il risultato è stato al di sopra delle nostre aspettative, specialmente per gli anziani del centro , che ogni venerdi aspettavano impazienti i piccoli visitatori, ma anche per i bambini che si sono messi in relazione con loro attraverso il gioco.
Uno degli aspetti che ha colpito molto noi e gli operatori coinvolti nella casa famiglia, è stato constatare che gli anziani erano rinvigoriti alla presenza dei nostri piccoli, e con loro contenti a partecipare ai ricchi banchetti finali allestiti dalla guida del centro Gabriella Bianchi, perchè come lei stessa dice “ qui ogni giorno cerchiamo di festeggiare qualcosa di nuovo”
Questa esperienza mi ha donato tanto anche dal punto di vista umano, ricordo con commozione ciò che mi ha detto uno di questi nonni all’ultimo incontro quando ci siamo salutati “ No vi prego no….non andate via…restate qui” , non potrò mai dimenticare il calore che mi ha trasmesso questo luogo nonostante il dolore e la sofferenza che questi anziani possono provare.
Il nostro obiettivo ora è di istituzionalizzare questi incontri e aprirli anche alle sezioni dei medi, in modo tale da poter rendere questo metodo una colonna portante del nostro progetto di outdoor education. Oltre questo riteniamo importante divulgare questo materiale in modo tale che molte altre realtà lo possano applicare e replicare.