Inserimento al Nido: cinque consigli per regolare le emozioni

Educazione e sviluppo infantile, Genitori, Nido, Scuola dell'Infanzia
Inserimento al Nido ed emozioni – Percorsi Formativi 06

 

di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di Pf06

 

 

L’inserimento al Nido e alla scuola dell’infanzia è un momento molto delicato sia per i genitori, sia per bambine e bambini: per la prima volta ci separiamo da nostro figlio o figlia e non viviamo più insieme la maggior parte della nostra giornata.

Il tempo assume un significato diverso per tutta la famiglia, soprattutto quando il momento dell’inserimento al Nido riguarda il primo figlio, figlia.

Oltre a fornire a genitori e professionisti indicazioni pratiche sulla gestione dell’ambientamento al Nido e alla Scuola dell’Infanzia – come abbiamo già fatto in QUESTO articolo che ti invitiamo a leggere più tardi -, troviamo importante porre l’attenzione anche sul tema delle emozioni, argomento centrale per bambine e bambini (ma anche per i genitori).

Il focus di oggi è quindi “inserimento al Nido consigli per regolare le emozioni” durante il passaggio significativo da un ambiente protetto e conosciuto, la casa, a uno diverso dove i bambini e le bambine interagiscono con persone nuove.

L’inserimento al Nido: primo distacco

L’inserimento all’asilo Nido rappresenta per molti genitori il primo vero momento di distacco dal proprio bambino, dalla propria bambina.

Ci sono situazioni in cui, per vari motivi, durante i primi dodici mesi di vita i genitori trascorrono quasi tutto il loro tempo con i bambini e le bambine, e le separazioni sono brevissime: quanto diventa difficile accogliere il passaggio al Nido?

Possiamo ben immaginare che le emozioni in gioco in questa fase così fragile siano molto, molto, intense, sia per gli adulti sia per i bambini/e.

Come abituare il bambino, la bambina, al distacco dai genitori? Attraverso, tra le altre cose, la regolazione delle emozioni.

Imparare ad accogliere qualsiasi stato emotivo per favorire l’inserimento al Nido

C’è un aspetto rilevante da sottolineare: le emozioni sono tutte lecite, legittime e importanti. Non ci sono emozioni positive o negative, buone o cattive.

Senza dubbio, proviamo emozioni piacevoli o spiacevoli: ci sentiamo bene quando siamo felici e ci sentiamo male quando siamo spaventati, tristi, arrabbiati, preoccupati.

I nostri stati emotivi hanno una qualità cosiddetta edonica, tale per cui alcune emozioni sono per noi gradevoli mentre altre non le consideriamo così piacevoli.

È importante comprendere, nel momento dell’inserimento al Nido, che non ci sono emozioni giuste o sbagliate e, soprattutto, non possiamo gettare via le più sgradevoli: sono parte di noi.

Come esseri umani, abbiamo il diritto di provare qualsiasi sfumatura dell’ampia gamma di stati emotivi che possiamo attraversare in qualsiasi momento della nostra vita.

È anche fondamentale passare l’idea ai nostri figli e figlie, fin da piccoli, di non temere le emozioni, anche quelle spiacevoli.

Si tratta quindi di legittimare qualsiasi stato emotivo, in primis il nostro, e poi anche dei nostri bambini e bambine.

Quando legittimiamo le emozioni, per esempio durante l’inserimento al Nido, rendiamo il momento del distacco più lieve, in modo che l’inserimento stesso diventi un passaggio naturale.

 

Inserimento al Nido: 5 consigli pratici

Cosa significa legittimare le emozioni, anche quelle che temiamo, per favorire l’inserimento al Nido?

Nel momento in cui durante il passaggio al Nido i nostri figli e figlie dovessero piangere, disperarsi, protestare, arrabbiarsi o mostrare altri atteggiamenti di rifiuto, dovremmo essere pronti a comprendere che si tratta di stati emotivi legittimi: è normale per bambini e bambine dire di NO.

In questo frangente è importante normalizzare tali stati emotivi dicendo per esempio ai bambini e alle bambine:

Giovanni, Lucia, capisco che tu sia arrabbiato, arrabbiata: non vorresti che io me ne andassi. È normale. Sai, anche a me piacerebbe tanto stare con te, ma ho bisogno di andare a lavorare. Ci vediamo più tardi e mi dirai di tutte le cose belle che hai fatto qui”.

 

Consiglio numero uno: normalizzare le emozioni

Facciamo capire al bambino, alla bambina, che sta provando qualcosa di legittimo, che tutti possono attraversare.

Questo aspetto è molto importante perché a volte bambini e bambine non vengono accompagnati/e ad attraversare quello che noi chiamiamo il tunnel delle emozioni.

I genitori hanno il compito di far comprendere ai figli e alle figlie che sono in buona compagnia, non sono da soli, c’è qualcuno di affidabile e saldo – una presenza solida -, al loro fianco che non ha paura delle emozioni e li può prendere per mano durante l’inserimento al Nido (e non solo), momento in cui attraversano un tunnel che può intimorirli.

Il concetto da cui partire è semplice: tutte le emozioni sono lecite, è normale sentirsi tristi nel momento del distacco, ma possiamo superarlo insieme.

 

Consiglio numero due: esprimere sicurezza e infondere fiducia

Quando un bambino, una bambina, sperimenta nella quotidianità più e più volte la possibilità di entrare e uscire dal tunnel delle emozioni – e di uscirne sano/a e salvo/a -, ecco che quel bambino, quella bambina sviluppa nel tempo fiducia in sé stesso, in sé stessa e padronanza nel regolare le emozioni stesse.

Nel momento in cui un bambino, una bambina, cresce accompagnato/a con solidità da un adulto consistente ed empatico, ecco che può acquisire fiducia in sé stesso, in sé stessa.

Fiducia intesa, in questo caso, come la capacità e la padronanza di regolare nel tempo le proprie emozioni senza aver paura di esserne sovrastati, schiacciati o annichiliti.

Consiglio numero tre: costruire le competenze emotive

Siccome l’inserimento al Nido è un momento in cui i bambini e le bambine, così come noi adulti, attraversano un turbinio di emozioni spesso spiacevoli e connesse al distacco, diventa fondamentale imparare a regolare le emozioni, per sviluppare le nostre competenze emotive.

La regolazione delle emozioni è la chiave che consente di superare i momenti più complessi della nostra vita e svolge un ruolo più importante dell’intelligenza stessa (del QI, per intenderci).

Quando si tratta di superare degli ostacoli nella vita, il quoziente emotivo ha un peso più significativo del quoziente intellettivo.

 

Consiglio numero quattro: raccontare la nostra esperienza

Quando gestiamo il momento delicato dell’inserimento al Nido, avere cura delle emozioni dei bambini e delle bambine – e ovviamente delle nostre -, significa legittimare e normalizzare i loro stati d’animo con parole di conforto.

Luca, Giulia, è normale che ti senta così, può succedere a tutti, capita. Certo. Guarda, anch’io da bambina, anch’io da bambino provavo queste stesse cose e mi ricordo quella volta in cui…”

Ai bambini piace molto quando raccontiamo le nostre esperienze di quando eravamo bambini/e. I nostri figli e figlie trovano un riscontro e si sentono meno soli. In questo modo possono comprendere quanto ciò che stanno attraversando – l’inserimento al Nido, il distacco, la paura -, sia una normale esperienza umana che non li distruggerà, non li annichilirà.

Come scriveva Cesare Pavese “Non ci si libera di una cosa evitandola, ma solo attraversandola”.

 

Consiglio numero cinque: attraversare le emozioni

È proprio attraversando le emozioni che queste possono essere digerite e integrate nell’esperienza, diventando mattoncini importanti per la costruzione del sé di ciascun bambino e bambina.

Possiamo accogliere le emozioni, normalizzarle, rispecchiare le nostre, infondere fiducia: attraversare le emozioni significa camminare con coraggio nel tunnel delle emozioni e uscirne più sicuri. Grazie all’esperienza, nel tempo, bambini e bambine si sentiranno accompagnati/e dagli adulti e svilupperanno la capacità di regolare le proprie emozioni in modo efficace nella quotidianità, compreso l’inserimento al Nido (o scuola dell’infanzia).

 

Un approfondimento sul quoziente emotivo utile per l’inserimento al Nido

Un alto quoziente intellettivo, se non è accompagnato da un altrettanto consistente quoziente emotivo, potrebbe portare ad alcuni disagi lungo il percorso di crescita e in adultità, soprattutto nell’ambito relazionale.

Al contrario, un alto quoziente emotivo consente di potercela fare, di avere successo nella vita in termini di benessere, inteso come benessere complessivo della persona in chiave sociale, relazionale, affettivo ed emotivo.

Un buon quoziente emotivo offre a bambini e bambine la possibilità di attraversare le emozioni senza paura e, in particolare, di vivere il momento del distacco e dell’inserimento al Nido con maggiore confidenza.

Il bambino, la bambina può avere certamente dei timori o altre emozioni in questo momento delicato, ma può non sviluppare la paura della tristezza, della rabbia, dell’ansia, dell’angoscia o della disperazione perché riesce ad attraversare le sue emozioni, a fianco del caregiver, non in solitudine.

 

Inserimento al Nido: rendiamolo soffice, non è un trauma

Nel momento in cui bambini e bambine mostrano tristezza, protesta, o disperazione in questo momento di delicato passaggio al Nido (o scuola dell’infanzia), saremo lì pronti ad accoglierli/le.

Noi adulti possiamo essere a nostra volta confidenti nel fatto che le emozioni spiacevoli non traumatizzeranno i nostri figli e figlie: nella nostra esperienza di lavoro insieme a tanti genitori (e anche nel confronto con le colleghe e i colleghi professionisti nei nidi, nelle scuole dell’infanzia) riscontriamo che spesso essi temono gli stati emotivi provati dai bambini/e e li interpretano come traumatici.

Anche l’inserimento al Nido potrebbe essere interpretato come un trauma, soprattutto se i genitori vedono i bambini, le bambine, piangere in modo disperato.

Facciamo chiarezza: siamo soggetti a traumi già prima di venire alla luce, a ben guardare, e questi momenti sono parte dell’esperienza umana.

Però sfatiamo l’idea che ogni singola esperienza spiacevole – come potrebbe essere, all’inizio, l’inserimento al Nido -, sia di per sé un trauma.

Come umani siamo senza dubbio vulnerabili ma l’inserimento al Nido non è, di default, un momento che può generare un trauma in bambini e bambine.

Nel caso in cui il bambino o la bambina dovesse mostrare un momento di difficoltà e piangere senza accennare a fermarsi, rimaniamo vicino a lui, a lei e confortiamo senza negare l’emozione.

Giovanni, Lucia sei tanto triste, disperato, preoccupato/a? Ti capisco. Sai, è successo anche a me. Io sono qui con te, non sei da solo/sola ad affrontare questo momento. Tra poco andrà meglio, vedrai che passa”.

Teniamo il bambino o la bambina in braccio, consoliamo, accarezziamo.

Le esperienze dolorose, impegnative e faticose possono non lasciare traccia, ma sciogliersi come neve al sole nel momento in cui il bambino, la bambina è accompagnato e accompagnata da un adulto consistente che rassicura, supporta, non lo/la fa sentire da solo/a.

Riflettiamo quindi sulle frasi più utili da dire durante l’inserimento al nido.

 

Inserimento al Nido e regolazione delle emozioni: siamo la prima generazione di adulti a poterle regolare con consapevolezza

Ai tempi dei nostri genitori non era presente una cultura educativa come quella attuale, non c’era attenzione nel curare gli aspetti emotivi della nostra esperienza come figli.

In molti casi, noi abbiamo dovuto lavorare sulle nostre capacità e competenze emotive già in età adulta per essere più confidenti con le molteplici dimensioni emotive del nostro essere.

Oggi abbiamo, invece, una consapevolezza e una conoscenza maggiori grazie a numerosi studi e ricerche: rispetto ai nostri genitori, partiamo avvantaggiati.

Come spesso ci piace affermare, siamo la prima generazione di adulti nella storia dell’umanità ad avere a disposizione una quantità e qualità di informazioni sullo sviluppo umano che nessuno ha mai avuto prima di noi.

Siamo quella generazione di adulti che può veramente svoltare nell’ambito dell’educazione e del benessere complessivo dei bambini e delle bambine di cui ci prendiamo cura, che saranno poi gli adulti di domani.

A volte il nostro sguardo è viziato dalle chiavi di lettura, dai filtri, dalle emozioni, dalle paure, dalle preoccupazioni, dai tasti dolenti della nostra esperienza di vita, che riportiamo su bambini e bambine.

Se abbiamo ferite non risolte rispetto alla nostra infanzia rispetto al distacco, alla separazione, al senso di abbandono, potremmo sentirci straziati dall’inserimento al Nido di nostro figlio/figlia anche quando i nostri bambini e bambine non lo sono così tanto, perché non hanno avuto un vissuto intenso come il nostro.

E allora è veramente importante prenderci cura di noi stessi e lavorare sulle nostre emozioni per accudire quella bambina o quel bambino interiore che è ancora vivo dentro di noi e abbracciarlo/la per alleggerire il momento di passaggio e di inserimento al Nido.

Prendiamoci cura di noi stessi e delle nostre emozioni perché, quando lo facciamo, ci prendiamo cura anche dei nostri bambini e bambine.

Vorresti approfondire l’argomento? Ascolta la puntata del nostro podcast Insieme per educare

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