di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06
C’è qualcosa che non va: tuo figlio è un bambino arrabbiato, tua figlia è una bambina arrabbiata. Te ne rendi conto dalla sua postura, da come ti guarda, da come agisce.
Il suo atteggiamento causa un enorme dispiacere e provi un senso di inadeguatezza come genitore. In mente hai mille domande:
- perché mio figlio è arrabbiato?
- Cosa posso fare per calmare la sua rabbia?
- Perché manifesta crisi di rabbia?
Sono domande che pongono moltissimi genitori durante le consulenze: questi dubbi non li hai solo tu.
Il tema della rabbia e dell’aggressività infantile è delicato perché relazionarsi con un bambino arrabbiato, una bambina arrabbiata, che agisce in modo aggressivo è spesso faticoso.
Di fronte a una manifestazione di rabbia nei nostri figli e figlie, possono attivarsi forti emozioni anche in noi adulti. E, questa dinamica, a volte impedisce di gestire la situazione in modo efficace.
In questo articolo facciamo chiarezza sul tema della rabbia nei bambini e nelle bambine perché spesso notiamo che i genitori fanno confusione tra rabbia, aggressività e violenza.
Vediamo insieme perché il bambino è arrabbiato e i motivi che possono scatenare l’aggressività.
Indice dell’articolo
Rabbia, aggressività, violenza nei bambini
Che cos’è la rabbia e a cosa serve
E il bambino arrabbiato? Che cosa significa?
Perché il bambino è arrabbiato?
Sette motivi per cui un bambino può essere arrabbiato
Ecco perché è giusto che il bambino sia arrabbiato
Rabbia, aggressività, violenza nei bambini
Sai qual è il problema? Molte persone pensano che la rabbia e l’aggressività siano qualcosa da eliminare. Di rado prendiamo in considerazione l’aspetto evolutivo e le innumerevoli chiavi di lettura con cui possiamo interpretare queste emozioni e comportamenti. Iniziamo a fare alcune importanti distinzioni per capire i bambini arrabbiati.
Che cos’è la rabbia e a cosa serve
La rabbia è un’emozione dallo scopo adattivo. Serve agli esseri umani per diversi fini.
- La sopravvivenza, intesa come difesa dalle minacce, lotta.
- Il raggiungimento degli obiettivi e l’autoaffermazione: a livello fisiologico, questa emozione stimola nel nostro organismo un surplus di energia – circa il 30%, tantissima – che usiamo per superare gli ostacoli o lottare.
- La comprensione di un disagio: la rabbia è un campanello di allarme perché indica che sta succedendo qualcosa ai nostri bisogni.
- L’affermazione del Sé: la rabbia è la nostra paladina interiore, se non ci arrabbiassimo mai saremmo soffocati in continuazione dalla volontà altrui.
“La rabbia non è solo inevitabile ma necessaria. La rabbia serve a mettere in guardia contro i pericoli, fornendo l’energia necessaria per reagire, ed è anche una chiara espressione di sé come individui. La rabbia è anche un modo per affermare la propria autonomia. (…) I sentimenti di rabbia servono perché costituiscono un segnale che ci avverte di una minaccia, reale o immaginaria, che proviene dall’esterno o dall’interno” scrivono T.B. Brazelton e J.Sparrow nel libro “Il tuo bambino e l’aggressività”.
C’è un aspetto rilevante da conoscere. Nei bambini piccoli la rabbia è pre-programmata biologicamente: serve da deterrente rispetto all’allontanamento del caregiver. Quando l’adulto di riferimento si allontana o prova ad allontanarsi, l’espressione di rabbia del bambino, della bambina, serve a dissuaderlo dalla separazione.
La rabbia è un’emozione utilissima alla sopravvivenza e all’evoluzione della specie umana in generale e del singolo individuo.
Non è necessario rimuoverla, reprimerla o negarla. La rabbia è da gestire perché l’emozione in sé, come tutte le emozioni, non è né buona né cattiva ma dipende dall’uso che ne facciamo, ovvero dalla sua espressione e dal comportamento che ne consegue.
Che cos’è l’aggressività
La rabbia è un’emozione, l’aggressività attiene al comportamento. Valutiamo la radice etimologica della parola: deriva dal latino ad-gredior che significa andare verso.
Vista da questa prospettiva, l’aggressività è una forza vitale, sana e naturale, una potenzialità al servizio dell’adattamento che serve per mettere in atto azioni che ci aiutino a imparare, progredire, creare, realizzare, affermarci, raggiungere obiettivi.
Senza aggressività non potremmo soddisfare i nostri bisogni o muoverci per raggiungere ciò che ci serve.
Facciamo un esempio semplice: ogni volta che apriamo il frigorifero per mangiare qualcosa quando siamo affamati, stiamo mettendo in atto un comportamento aggressivo utile a soddisfare un nostro bisogno.
Apprezzata sotto questa luce, l’aggressività non ha nulla a che fare con la violenza, con la quale è spesso confusa, tanto che i due termini sono spesso utilizzati come sinonimi.
Che cos’è la violenza
La violenza è distruttiva: non si muove verso l’altro o verso la crescita e la costruzione, ma attiene alla distruzione.
La violenza – che possiamo definire anche distruttività – deriva da eventi traumatici non rielaborati, rimossi, negati, risultato del fallimento dell’accudimento. La psichiatra e psicoanalista Felicity De Zulueta parla di attaccamento andato male.
Nei bambini piccoli – prendiamo in considerazione i contesti 06 – non possiamo mai parlare di violenza poiché siamo in una condizione di assenza dell’intenzionalità al fare male.
Scrive Daniele Novara “… occorre ricordare che prima dei 7 anni non è possibile parlare di intenzionalità dell’atto violento: non è presente la violenza perlomeno nei termini in cui la intendono e percepiscono gli adulti. Certo, nei conflitti tra bambini è indubbiamente presente una buona dose di fisicità dato che la verbalizzazione non è ancora sufficiente ad esprimere le emozioni”.
E il bambino arrabbiato? Che cosa significa?
L’aggressività dei bambini piccoli è il prodotto della loro immaturità, in primis del cervello e del sistema nervoso.
Il cervello dei piccoli non è ancora sviluppato come quello degli adulti, ma ha bisogno di tempo per costruire le connessioni tra i neuroni e crescere in tutte le sue parti. I bambini e le bambine faticano a regolare le emozioni intense in modo autonomo ed efficace.
In pratica tuo figlio, tua figlia, a causa della sua immaturità fisiologica, è come accecato dalla rabbia (cosa che a volte accade anche a noi adulti!) e scarica l’emozione attraverso i comportamenti aggressivi perché non riesce a contenere la tempesta ormonale che si scatena a livello chimico nel suo organismo.
Ecco spiegato il motivo per cui, in alcune situazioni, sei di fronte a un bambino arrabbiato, una bambina arrabbiata.
Perché il bambino è arrabbiato?
Vediamo ora insieme quali sono i motivi principali che possono scatenare la rabbia e l’aggressività nei bambini e nelle bambine. La lista non è esaustiva, ma offre una visione dei fattori che possono influenzare l’aggressività dei bambini.
- Il temperamento
I bambini e le bambine che nascono con un temperamento intenso tendono a essere più sensibili e reattivi agli stimoli, faticano ad adattarsi ai cambiamenti e hanno una soglia di irritabilità più bassa rispetto ai piccoli con un temperamento facile.
Di conseguenza, bambini e bambine con tale temperamento potrebbero manifestare comportamenti aggressivi come reazione alla difficoltà nel reggere agli stimoli dell’ambiente.
Come possiamo aiutare a mitigare questa predisposizione? Con:
- una buona sintonizzazione affettiva con gli adulti di riferimento,
- cure calde, accoglienti, sensibili e responsive,
- un accudimento attento e gentile.
- Lo stress
Hai presente quando esci tardi dall’ufficio e ti trovi imbottigliato nel traffico cittadino senza speranza di muoverti? Oppure quando il sabato pomeriggio vorresti fare spesa in tutta velocità ma il supermercato è affollato come prima di Natale? Ci troviamo in una condizione di stress che rende piuttosto irritabili, per cui basta uno stimolo anche minimo per farci arrabbiare.
Anche i bambini e le bambine sono soggetti allo stress, più degli adulti perché sono vasi piccoli che si riempiono in fretta.
Quando un bambino, una bambina, è stressato per i motivi più svariati – ha dormito poco, ha fame, non sta bene, è stanco, gli manca la mamma/il papà, è nato un fratellino, è frustrato perché non è riuscito a incastrare i pezzi del Lego come voleva – tende a essere più irritabile e, di conseguenza, potrebbe comportarsi in modo aggressivo ed essere arrabbiato con maggiore facilità.
- I pattern di attaccamento
L’insicurezza o la disorganizzazione dell’attaccamento potrebbero innescare nei piccoli comportamenti aggressivi causati dall’insicurezza del legame con l’adulto di riferimento.
- Lo stile di accudimento
Possiamo scegliere uno stile di accudimento ad alto o basso contatto fisico. Le ricerche dell’etnopediatria evidenziano che le culture a basso contatto fisico creano individui più aggressivi.
Meno contatto fisico potrebbe significare bambini e bambine più arrabbiati.
- Lo stile educativo dei caregiver
Molte ricerche mostrano che lo stile autoritario dell’adulto genera bambini e bambine più aggressivi. Se adottiamo uno stile educativo autorevole e diventiamo adulti-guida, offriamo ai piccoli l’opportunità di crescere con meno rabbia.
- Vissuti di abuso, maltrattamento, traumi e perdite.
Quando un bambino, una bambina, vive situazioni traumatiche e/o cresce in un contesto disfunzionale, il dolore provato, la paura, il senso di solitudine e disagio possono elicitare forti rabbie e comportamenti aggressivi.
Sette motivi per cui un bambino può essere arrabbiato
Quando tuo figlio, tua figlia si trova nella fascia 03 e manifesta rabbia e aggressività, adesso sai che questo comportamento dipende dall’aspetto di maturazione del cervello ed è fisiologico.
Ecco un articolo per approfondire questo aspetto: L’aggressività infantile al Nido
Possiamo osservare le manifestazioni di rabbia anche in altri modi per capire quali sono le cause che le scatenano e quali strategie educative agire.
- I bisogni di riconoscimento
“Ogni bambino che viene al mondo chiede solo amore e risposte ai propri bisogni che comunica come può. Niente di più. A qualsiasi età, i bisogni dei bambini non vanno mai ignorati ma interpretati, perché prima della rabbia espressa c’è sempre un sentimento non ascoltato o riconosciuto” scrive Alessandra Bortolotti.
Quando i nostri bisogni non sono soddisfatti, di solito ci arrabbiamo. Questo aspetto può suscitare nei bambini e nelle bambine comportamenti aggressivi.
Se tuo figlio o tua figlia si comporta con aggressività, chiediti prima di tutto se può avere dei bisogni insoddisfatti come il bisogno di attenzione, di struttura/contenimento, di riconoscimento, di contatto fisico, di autoaffermazione.
Rispetto ai bisogni di attenzione e riconoscimento non dobbiamo mai dimenticare quanto siano vitali per l’essere umano, a maggior ragione per i piccoli. Il bambino ha bisogno di essere visto.
- I bisogni fisiologici e le paure
Un bambino può essere arrabbiato perché è stanco, ha fame, prova frustrazione, gli mancano alcune informazioni, è in una situazione di sovraccarico sensoriale o scarsità di stimoli. La rabbia può essere anche una reazione alla paura e all’angoscia o l’espressione di un disagio causato da emozioni dolorose non rielaborate. Con l’osservazione costante possiamo capire la causa della rabbia e intervenire per regolarla.
- L’ambiente e il contesto
Secondo lo psicologo canadese Albert Bandura gli esseri umani possono apprendere il comportamento aggressivo dall’ambiente circostante (teoria dell’apprendimento sociale). Bandura ha utilizzato il termine modellamento (modeling) per identificare il processo che si attiva quando un soggetto osserva e acquisisce il comportamento di un altro individuo che ha la funzione di modello, imitandolo. È importante che noi adulti trasferiamo a bambini e bambini modelli di comportamento adeguati: i bambini e le bambine potrebbero essere arrabbiati e comportarsi in modo aggressivo perché lo hanno appreso da noi.
- La richiesta di aiuto
Un bambino arrabbiato, una bambina arrabbiata ha bisogno del nostro aiuto. La rabbia è quindi un messaggio che abbiamo il compito di decodificare. Il bambino aggressivo mostra la sua difficoltà e chiede aiuto come può. Preoccupiamoci quando i nostri bambini e bambine non si arrabbiano mai: potrebbero aver imparato a soffocare le emozioni.
- La relazione con l’adulto
Bambini e bambine possono essere arrabbiati perché esprimono la loro difficoltà a relazionarsi con l’adulto di riferimento. Quando i piccoli vivono il rapporto con la mamma, il papà, il caregiver come precario sul piano affettivo, potrebbero dirottare l’emozione verso i pari, o i fratelli. Le conseguenze più evidenti sono le manifestazioni di aggressività al nido o a scuola attraverso morsi e graffi.
Questo percorso ti aiuta: Comportamenti “aggressivi” nei bambini: morsi, graffi e litigi
L’aggressività con i pari può anche essere l’espressione della difficoltà di far fronte a una situazione nuova: la nascita di un fratellino o una sorellina, l’ambientamento al nido o a scuola, un trasloco, un lutto in famiglia, la malattia di un genitore o la separazione dei genitori.
- I pregiudizi di educatrici, educatori e insegnanti
Hai già sentito parlare dell’effetto Pigmalione?
Leggiamo su Wikipedia: “L’effetto Pigmalione, noto anche come effetto Rosenthal, deriva dagli studi classici sulla “profezia che si autorealizza” il cui assunto di base può essere così sintetizzato: se gli insegnanti credono che un bambino sia meno dotato lo tratteranno, anche inconsciamente, in modo diverso dagli altri; il bambino interiorizzerà il giudizio e si comporterà di conseguenza; si instaura così un circolo vizioso per cui il bambino tenderà a divenire nel tempo proprio come l’insegnante lo aveva immaginato”.
Pensare che un bambino, una bambina, sia aggressivo non è un’azione descrittiva ma un giudizio di valutazione e risonanza emotiva che porta ad avere un atteggiamento sbilanciato nei suoi confronti.
Cosa possiamo fare per evitare questo effetto? Spesso è sufficiente modificare lo sguardo sul bambino perché egli modifichi e migliori il suo comportamento. È anche importante non esprimere giudizi morali, non attribuire cattiveria o intento negativo al bambino e alla bambina: rischiamo di stigmatizzare il piccolo e diminuire la sua autostima. Col tempo potrebbe aumentare l’aggressività.
- Le fatiche sociali e ambientali
Un bambino, una bambina può arrabbiarsi quando non riesce a esprimere cosa prova, a causa della scarsa padronanza del linguaggio o del lessico emotivo. Il bambino usa il corpo per dire ciò che sente.
La rabbia può essere anche la conseguenza dell’impatto dello spazio, del contesto, del rumore, della qualità dei materiali di gioco e delle proposte educative, del clima relazionale, della qualità delle nostre cure al nido o alla scuola dell’infanzia.
Prestiamo attenzione anche all’invasione dello spazio del bambino, della bambina: qualsiasi animale, uomo compreso, può rispondere con rabbia a un’invasione territoriale.
Ecco perché è giusto che il bambino sia arrabbiato
La rabbia, l’aggressività e la litigiosità in età prescolare fanno parte della naturale tappa evolutiva dei bambini e delle bambine. Attraverso i conflitti i piccoli apprendono innumerevoli competenze cognitive, emotive, sociali che possono acquisire solo all’interno delle relazioni orizzontali.
I litigi a casa, al nido o a scuola sono una palestra per:
- apprendere a gestire le proprie forze, energie e misurare quelle degli altri,
- affrontare positivamente ed efficacemente i contrasti,
- imparare a tollerare impotenza e frustrazione,
- imparare a sbagliare e a rimediare agli errori,
- distinguersi dagli altri e individuarsi,
- imparare a stare nelle relazioni,
- imparare l’empatia,
- conoscere sé stessi,
- incontrare limiti.
Per approfondire il tema del bambino arrabbiato, della bambina arrabbiata, ti invitiamo a scaricare questo e-book gratuito a cura di Silvia Iaccarino:
Che rabbia! Bambini, rabbia, aggressività
Bibliografia sul bambino arrabbiato
Il tuo bambino e l’aggressività, di T.B.Brazelton/J.Sparrow – edizione Cortina
Dal dolore alla violenza. Le origini traumatiche dell’aggressività, di Felicity De Zulueta – Raffaello Cortina Editore, 2009
Litigare per crescere. Proposte per la prima infanzia, di Daniele Novara – Edizioni Erikson, 2010
E se poi prende il vizio? di A. Bortolotti – Edizioni Il Leone Verde, 2010