Parlando di valutazione della qualità, gli Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia hanno posto l’accento sulla funzione formativa dell’autovalutazione del contesto, il cui obiettivo non è verificare la performance dei bambini o degli operatori, né tantomeno dare un “voto” al nido, ma stimolare nel gruppo di lavoro confronto, dialogo, riflessione e consapevolezza pedagogica, alimentando un costante processo di ricerca, finalizzato all’individuazione delle criticità e alla progettazione di azioni migliorative.
Ma come si realizza l’autovalutazione in chiave formativa del contesto educativo di un nido d’infanzia?
Gli studi compiuti in tale ambito raccomandano l’adozione di strumenti di autovalutazione dei processi educativi che consentono di salvaguardare, in un rapporto circolare e ricorsivo, la coerenza tra quanto è stato dichiarato in fase progettuale e l’agire quotidiano degli operatori, garantendo la qualità delle proposte e degli interventi rivolti a bambini e famiglie. Si tratta di strumenti elaborati per spingere l’educatore a soffermarsi sui vari aspetti della vita del nido, portandolo a riflettere su “come e perché faccio quello che faccio” e ad analizzare prassi, regole e attività di quella “pedagogia latente” che induce inconsapevolmente ad azioni ripetitive non investite di senso. Il processo di autovalutazione va accompagnato da un formatore o da un coordinatore pedagogico che, assumendo la responsabilità dell’intero percorso valutativo, ne garantisce lo svolgimento attraverso modalità democratiche, dialogiche e maieutiche.
Il percorso formativo proposto è di tipo teorico-pratico, interattivo e partecipato. Oltre ad un approfondimento sul tema della valutazione, il programma prevede la presentazione e le modalità di utilizzo dello strumento di autovalutazione della qualità “Id.E.A.”, elaborato nell’ambito di un progetto promosso dall’Università di Padova.