Regolare la rabbia

Educazione e sviluppo infantile

di Silvia Iaccarino, formatrice e psicomotricista

 

A volte pensiamo che la catarsi sia utile e suggeriamo ai bambini, quando sono arrabbiati, di indirizzare la loro energia nel colpire un oggetto come un cuscino, un pupazzo, o simile.

Per quanto sia relativamente diffusa quest’idea, non sembra sia supportata dalla ricerca. In particolare, uno studio di Brad Bushman ha evidenziato come coloro che “sfogano” la loro rabbia su un oggetto, non ne traggano un reale beneficio. 

“In questo studio, i partecipanti arrabbiati hanno colpito un sacco da boxe e hanno pensato alla persona che li aveva fatti arrabbiare. Un altro gruppo di partecipanti arrabbiati ha colpito il sacco da boxe pensando di allenarsi per rinforzare la muscolatura. C’era anche un gruppo di controllo senza sacco da boxe. Le persone del primo gruppo si sentivano più arrabbiate delle persone nel secondo gruppo o nel gruppo di controllo. Le persone del primo gruppo erano anche le più aggressive. Non fare nulla era più efficace che sfogare la rabbia. Questi risultati porterebbero quindi a contraddire l’idea che la catarsi sia utile.”

https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0146167202289002

Guardandola da un punto di vista neurofisiologico, colpire un oggetto mantiene alta l’energia del sistema di lotta, invece che aiutare la persona a regolare l’attivazione fisiologica verso “il basso”, verso uno stato più calmo e centrato. 

Il nostro compito come adulti sarebbe auspicabile fosse un aiuto ai bambini e alle bambine per recuperare la calma in modo non aggressivo, per riportare la neurofisiologia in una condizione di maggiore equilibrio. 

Nel video troviamo alcune indicazioni che possono aiutare bambini e bambine a regolarsi in modo più favorevole. In merito all’angolo della calma, possiamo mettere a disposizione, per esempio: albi illustrati; pasta manipolabile; oggetti da seriare, catalogare, ordinare; carta e forbici per ritagliare; chiodini; semplici puzzle; incastri; costruzioni; etc (chiaramente in base all’età dei bambini). 

 

 

Un altro utile aiuto, in modo indiretto e non contingente, possiamo fornirlo noi adulti verbalizzando ad alta voce come agiamo per regolare la nostra rabbia. Per esempio, potremmo raccontare: “Oggi mi sono arrabbiata con un collega in ufficio, per calmarmi sono andata in bagno e mi sono lavata le mani e il viso con l’acqua fredda, e mi sono sentita meglio”. 

E lo stesso potremmo fare “in diretta”, mettendo a parte il bambino/a dei nostri processi interni.

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