I bambini cittadini – ma non solo -, inciampano (è il caso di dirlo) in un problema molto serio: vivono circondati dai muri di casa e purtroppo anche dai muri di scuola.
A questo proposito risultano molto incisive le parole di Roberto Farnè (Università di Bologna) quando parla di “bambini agli arresti domiciliari”.
Cosa possiamo fare?
Outdoor e spazi aperti difficili da ripensare nelle città
Durante il corso dedichiamo attenzione al popolo bambino che vive nelle grandi città tra muri e palazzi.
Se da un lato, per fortuna negli ultimi anni si stanno facendo strada innovazioni, ed esperienze che arrivano dal nord Europa come asili-scuole nel bosco o agri-nido, dall’altro non tutto è così roseo e semplice per migliaia dei nostri piccoli.
Ci riferiamo alle realtà più povere e difficili perché è qui che urge cominciare a seminare progetti finalizzati ad aiutare questo grande numero di bambini e bambine che le abitano per molte ore al giorno e per molti giorni.
Quando ci troviamo a lavorare in queste condizioni diventa necessario fermarsi a pensare.
A pensare al possibile lì, nel nostro cortile asfaltato, brutto, poco invitante e povero, nel nostro giardino terroso con erbacce o nel nostro terrazzo molto vuoto e spoglio.
Ogni realtà ha il suo “possibile”. Ci soffermiamo anche su un diverso tipo di presenza che l’adulto dovrebbe conquistare se vuole favorire buone esperienze all’aperto per bambini e bambine anche in città.
Sei un’educatrice o un educatore e lavori in un asilo nido o in una scuola dell’infanzia in città? Scopri insieme a noi come ripensare le esperienze outdoor.