“Se l’osservazione è un lavoro a pieno titolo, deve essere pianificato” (Fontaine, 2017)
Una delle difficoltà più rilevanti per chi lavora all’interno dei servizi rivolti alla prima infanzia riguarda la capacità e la possibilità di tradurre in modo operativo quel legame indissolubile che unisce l’osservazione alla progettazione educativa. Spesso, inoltre, si fatica a riconoscere l’osservazione come pilastro fondamentale della progettazione stessa e della professione educativa in generale. Eppure … l’esperienza ci insegna come sia, in realtà, impossibile indirizzare il proprio agire educativo senza un’osservazione sistematica e costante del bambino (ben diversa dal semplice “guardare” o “vigilare”), del suo comportamento così come del contesto nel quale è inserito. L’osservazione è ciò che ci permette di conoscere il bambino ed è proprio la conoscenza approfondita di quest’ultimo che rende possibile una relazione educativa veramente efficace.
Ma cosa significa osservare, come è possibile tenere traccia di ciò che si osserva, come si analizza e interpreta quanto registrato e come lo si traduce nella progettazione educativa? Come sempre nel lavoro educativo sono i bambini che, inconsapevolmente, ci guidano in questo percorso, insegnando a tutta l’équipe educativa a interrogare la realtà dal loro punto di vista. Il gruppo di lavoro, infatti, è necessario che si muova compatto: l’esigenza di progettare percorsi o interventi educativi al nido nasce proprio dalla percezione di situazioni ritenute potenzialmente problematiche o critiche.
Per comprendere se esiste un reale problema, se una situazione viene considerata effettivamente critica da tutti, è necessario che ci sia una riflessione condivisa su ciò che si osserva e su ciò che, nell’osservazione, ci si aspetta di rilevare. Si tratta di delineare un percorso che dalla definizione comune di obiettivi porti, una volta effettuata l’osservazione e registrati i dati, ad un’analisi condivisa di quanto rilevato: occorre, dunque, un metodo di lavoro strutturato che permetta al personale educativo di lavorare in autonomia e di organizzare l’osservazione tenendo anche conto della routine e degli impegni nei confronti dei bambini.
Il corso si propone, dunque, di offrire strumenti pratici (a partire dall’Observation Projet di Anne Marie Fontaine) per la pianificazione di una osservazione che pone il bambini al centro, nella registrazione dei dati e nella rilettura di quanto rilevato ai fini della progettazione educativa e ai fini della definizione di obiettivi educativi che guidino l’agire consapevole del professionista.
Obiettivi
- sottolineare il ruolo dell’osservazione nella progettazione educativa
- offrire strumenti pratici per la pianificazione dell’osservazione a partire da domande che pongano al centro il bambino/i bambini
- rileggere i dati raccolti dall’osservazione all’interno dell’équipe di lavoro
- pianificare interventi educativi a partire da quanto rilevato attraverso l’osservazione.