All’interno dei servizi educativi e delle scuole per l’infanzia è sempre più dibattuto il tema delle modalità di progettazione/programmazione. Spesso ciò che viene definito “curricolo” si esplica in una rigida organizzazione didattica predeterminata; un modello didattico che rassicura l’adulto ma intrappola il bambino all’interno di percorsi frammentari, calati dall’alto e poco inclini all’ascolto dei bisogni e degli interessi del singolo e del gruppo. Questo comporta, di frequente, la frustrazione di insegnanti che si trovano a lavorare con bambini poco “motivati” nonostante siano “sovrastimolati” (ancora troppo spesso con schede, richieste standardizzate) che vorrebbero uscire da questa logica programmatoria svilente ma ancora troppo rassicurante.
Ritrovare la globalità e la significatività dell’esperienza educativa attraverso il pensiero progettuale che nasce sul campo e si modella nel tempo arricchendosi dello sguardo dei bambini, dei genitori e delle insegnanti in uno stretto e continuo dialogo, pensiamo possa essere una possibilità per restituire all’infanzia la giusta centralità, per garantire ai bambini il diritto di essere “ascoltati”, di poter dare forma alle loro esperienze ed essere, insieme agli adulti, co-costruttori della loro conoscenza
Questa tematica, ricca e articolata, sarà affrontata a partire da esperienze concrete di servizi 0/6 che, attraverso formazioni che hanno consentito di superare il modello didattico tradizionale per rinnovare la propria identità educativa e didattica, hanno ricercato consapevolezze, contribuendo a costruire una cultura dell’infanzia rinnovata.
Il percorso formativo, accompagnato dalla proiezione di slide, si articolerà in una danza continua tra teoria e pratica.