Purtroppo non è ancora prassi consolidata quella di progettare il proprio intervento didattico con il fine di far emergere gli stili individuali. 

Per far emergere questo “stile ”c’è un’età magica (quella dei due/tre anni) e c’è anche un tipo di produzione grafica che è particolarmente preziosa: il disegno spontaneo. E’ però fondamentale non disturbare, come dice A. Stern, il gioco del bambino che cerca di rappresentare il mondo: 

“Il bambino gioca con le immagini/oggetti. Gioca con le sue immagini. E questo gioco è vero, è forte. Il gioco è disturbato non appena l’adulto sostituisce alle immagini tipiche delle immagini artificiali, quelle che egli insegna, che provengono dal suo modo di guardare le cose. Che cosa sono le immagini tipiche? Sono i segni di un repertorio comune a tutti i bambini e che si sviluppano secondo leggi proprie. Ma è sempre più difficile al bambino dedicarsi a questo gioco. Staccarsi dal ragionevole, lasciarsi andare ad un piacere non spettacolare, contrasta con i modi ai quali spingono i condizionamenti della nostra società.”

Chi è interessato a non disturbare l’apparire ed il consolidarsi delle “immagini tipiche” deve imparare, innanzi tutto, a controllare l’ansia che lo porta a desiderare che i bambini approdino, quanto prima, sulle più comprensibili e conosciute spiagge del disegno figurativo.

Durante la formazione saranno presentati numerosi percorsi grafici dei bambini da cui si potrà evidenziare lo stile di ognuno: tutti diversi e tutti straordinariamente affascinanti.  Solo l’ascolto, l’osservazione, l’accoglienza e la documentazione rendono possibili queste “nascite”.

Obiettivi

  • Riflettere sulle origini dei segni
  • Riscoprire o scoprire l’importanza del non figurativo
  • Scoprire l’importanza del disegno libero, senza tema
  • Proporre una forma di documentazione in grado di far emergere gli stili diversi
  • Capire che dall’evoluzione dei segni liberi si arriva egualmente ad un figurativo molto evoluto