di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06

Le regole per bambini e bambine sono uno degli strumenti più importanti per crescere.

Se preferisci non usare la parola regole perché pensi sia troppo forte, possiamo trovare dei sinonimi: norme di comportamento, limiti, confini.

Noi le chiamiamo paletti, e nel corso dell’articolo ti spieghiamo il motivo.

Il neuroscienziato statunitense Daniel Siegel afferma: “Definire i limiti, delineando chiaramente i confini dei comportamenti accettabili e offrendo un sistema di riferimento, significa fornire ai bambini esperienze importanti, che li rendono capaci di costruire un senso di fiducia e di sicurezza[1].

Vediamo insieme perché dare regole ai bambini e alle bambine è importante e i nostri diciotto suggerimenti per trasformare le regole in opportunità e occasioni di sviluppo e crescita.

 

Indice dell’articolo

A cosa servono le regole per i bambini?

Bambini e regole, che fatica!

Come educare i bambini alle regole: 18 consigli di PF06

Regole per bambini, emozioni e amore incondizionato

 

A cosa servono le regole per i bambini?

Quali funzioni hanno regole e limiti in educazione? Condividiamo un estratto di uno scritto del pediatra americano T.B. Brazelton che sintetizza con efficacia il ruolo delle regole per i bambini e le bambine:

Fra tutto ciò che un genitore dona al proprio figlio, la disciplina è seconda per importanza solo all’amore. Il senso di sicurezza che il bambino trova nella disciplina è fondamentale, perché senza di essa non ci sarebbero limiti. Il bambino, invece, ha bisogno di limiti e ne trae conforto. Quando un genitore si preoccupa di fargli dono della disciplina, il bambino sa di essere amato. La disciplina è insegnamento, non punizione. Certo non si impara da un giorno all’altro: ci vogliono ripetizione e pazienza. Lo scopo che i genitori si prefiggono nel tempo con la disciplina è di instillare nel loro bambino la capacità di autocontrollo, in modo che egli sia in grado, un giorno, di porsi da solo dei limiti[2].

 

Le regole sono fonte di sicurezza

Le regole rappresentano una fonte di sicurezza per il bambino/a: durante le consulenze con i genitori le paragoniamo spesso ai paletti che delimitano un terreno.

Il mondo è un ambiente troppo vasto per il piccolo che, in particolare nei primi anni di vita, ha bisogno di un ambito limitato entro il quale muoversi in sicurezza.

Le regole che trasmettiamo noi adulti definiscono il territorio e significano “In questo spazio ti puoi muovere sicuro, al resto pensiamo noi grandi”. Spazio che diventa terreno da coltivare nella quotidianità per far fiorire le competenze di bambini e bambine.

I paletti non sono fissi: li sposteremo in armonia con il percorso di crescita e sviluppo del bambino e della bambina che, nel tempo, aumenta la sua competenza di muoversi nel mondo.

 

Le regole sono fonte di prevedibilità

Le regole forniscono prevedibilità, elemento fondamentale per i bambini/e che hanno bisogno di rassicurazione: ciò che è prevedibile e abitudinario li conforta.

Avere regole chiare, coerenti e ferme rende il mondo comprensibile e prevedibile ai piccoli, e consente loro di costruire schemi mentali sul funzionamento della realtà che li circonda.

Grazie a questa dinamica sviluppano nel tempo la capacità di comprendere le conseguenze delle loro azioni, pianificare il comportamento, sviluppare l’autoregolazione.

Scrive sempre Siegel: “Il nostro ruolo di genitori comporta processi di definizione dei limiti; spesso dobbiamo dire ‘no’ ai nostri bambini, specialmente dopo il loro primo anno di vita. (…) Quando definiamo limiti e regole, nel cervello del bambino entrano in funzione i freni che rallentano le attività del sistema accelerante. (…) Bambini che non hanno queste essenziali esperienze di definizione dei limiti possono non riuscire a sviluppare adeguatamente la loro frizione emozionale, che rappresenta un elemento costitutivo fondamentale della flessibilità di risposta”.

 

Le regole sono fonte di creatività

Attraverso le regole e i limiti i bambini e le bambine comprendono che non possono sempre avere o fare ciò che vogliono, un aspetto che li aiuta a:

 

Bambini e bambine sperimentano una condizione in cui devono cercare nuove strade per far fronte ai loro bisogni e desideri, ingegnandosi e attivando la creatività.

 

Le regole sono una fonte di protezione

Le regole per bambini e bambine rappresentano dei confini che servono a crescere in modo equilibrato. Sono una forma di contenimento: li proteggono, li rassicurano, rendono prevedibile il mondo e li portano, un po’ per volta, a imparare l’autoregolazione, tollerare e gestire la frustrazione e risolvere i problemi (capacità di problem solving essenziale nella vita).

Guarda il video “Le regole… per gestire le regole coi bambini

 

Bambini e regole, che fatica!

Nei contesti educativi e nelle famiglie sentiamo spesso dire che i bambini/e non hanno regole, non riconoscono l’autorità degli adulti già dall’età prescolare e si comportano come piccoli tiranni.

Da cosa derivano questi pensieri? I motivi sono molteplici, le sfaccettature diverse.

Noi qui ci focalizziamo su un aspetto in particolare: le informazioni sullo sviluppo di bambini e bambine – nuove, numerose e spesso discordanti – tendono a creare nei genitori confusione, disorientamento e il timore di traumatizzare i propri figli e figlie.

Nel contesto in cui viviamo è necessario considerare anche il frequente senso di colpa derivante dall’avere poco tempo da trascorrere col proprio bambino/a. Talvolta, di fronte alla frustrazione che i piccoli esprimono davanti ai limiti e ai no, tendiamo a cedere per paura di agire in modo scorretto o essere malvisti da loro.

Genitori che non vogliono essere considerati ‘cattivi’ spesso si sottraggono al compito di stabilire limiti e regole; così facendo non forniscono però ai figli esperienze essenziali per la loro crescita: il meccanismo di frizione dei bambini non matura in maniera sufficiente da consentire uno spostamento delle energie verso attività più costruttive.” spiega Siegel “I genitori devono invece cercare di favorire lo sviluppo della capacità di regolare l’equilibrio fra acceleratore e freni, rendendo i figli in grado di differire la soddisfazione dei loro desideri e di modulare i loro impulsi.”

Questa situazione, anziché preservare bambini e bambine, li pone nella condizione di non sentirsi guidati e contenuti, genera ansia e insicurezza: i bambini non devono approvare il nostro comportamento, ma hanno bisogno di riferimenti saldi, solidi, sicuri.

Noi genitori dobbiamo assumerci la respons-abilità – nel senso etimologico di abilità di risposta – di accompagnare i nostri figli e figlie nel corso del loro sviluppo. Quando un bambino cresce senza regole, senza punti di riferimento fermi e sicuri o con regole poco salde, potrebbe diventare il piccolo tiranno a cui abbiamo accennato prima ed esigere in continuazione di realizzare il suo volere.

Questa modalità, in realtà, evidenzia una fatica e la mancanza di una guida stabile e sicura.

Per usare le parole di Siegel, noi genitori abbiamo il compito di “essere capaci di tollerare la tensione e il disagio che i bambini in genere provano quando vengono loro imposti dei limiti.  Se un genitore non è in grado di sopportare il turbamento del figlio, è molto difficile che quest’ultimo impari a modulare le proprie emozioni”.

È fondamentale che i grandi facciano i grandi e che guidino bambini e bambine sulla strada della vita, anche attraverso le regole.

Impariamo ad accettare di poter suscitare, a volte, ostilità da parte dei figli e dimostriamo loro che ciò non distrugge la relazione: l’adulto è in grado di reggere la frustrazione.

 

Come educare i bambini alle regole: 18 consigli di PF06

Vediamo ora, dal punto di vista pratico, diciotto utili suggerimenti per gestire le regole in modo efficace.

 

  1. Trasformiamo i NO in SÌ: al posto di dire “non fare X” diciamo “fai Y”. Per esempio, evitiamo frasi come “mi raccomando, non strappare i giochi di mano a tua sorella!” e sostituiamo con “ricordatevi che i giochi si condividono”. Oppure piuttosto che dire “Non urlare!” meglio “Parliamo a bassa voce”. Esprimiamo i limiti al positivo per comunicare aspettative interessanti ed evitare di suggerire azioni negative.

 

  1. Comunichiamo le regole e i no guardando il bambino/a negli occhi, alla sua altezza. Evitiamo di dare indicazioni a distanza o mentre facciamo altro.

 

  1. Definiamo limiti chiari, precisi, sintetici e concreti, adeguati all’età dei piccoli, fermi e non troppo numerosi. Diamo indicazioni specifiche e sintetiche. Per esempio, la frase “metti in ordine la tua stanza” è un concetto troppo astratto per i piccoli. Meglio dire “Riponi le macchinine nella loro scatola”. Meglio ancora: “Dai, mettiamo le macchinine a nanna nel loro garage! Vediamo chi fa più veloce!”. Una modalità giocosa favorisce il coinvolgimento dei bambini e delle bambine e porta con facilità a seguire le nostre indicazioni.

 

  1. Da genitori è importante essere convinti che le regole proposte siano necessarie. Impariamo a essere congruenti e far convergere il linguaggio verbale e non verbale. Adeguiamo la postura, la mimica, i gesti, la voce al contenuto verbale che si esplicita. Quando siamo incongruenti i bambini/e sentono l’ambiguità e faticano a seguire ciò che chiediamo loro. Piuttosto, eliminiamo o sostituiamo le regole in cui non crediamo del tutto con altre più rispondenti al nostro stile genitoriale.

 

  1. È bene che i genitori siano coerenti tra loro nel dare le regole. Se non siamo d’accordo con il partner discutiamone tra noi e mai in presenza del figlio/a.

 

  1. Motiviamo al bambino/a il perché delle regole in modo sintetico e comprensibile. La motivazione aumenta la probabilità che lui/lei ci segua.

 

  1. Mostriamo in modo concreto, quando serve, l’azione che ci aspettiamo da lui o lei: “Guarda Giovanni, Lucia, puoi fare così!”.

 

  1. Rendiamo esplicite le regole (sia quelle già date che le nuove), in modo che il bambino/a abbia chiaro che cosa vorremmo da lui o lei. E non stanchiamoci di ripeterle più e più volte. I piccoli hanno bisogno di molte ripetizioni prima di imparare qualcosa di nuovo.

 

  1. Comunichiamo in anticipo al bambino, alla bambina, cosa sarebbe meglio fare e cosa vorremmo nelle diverse situazioni, soprattutto quelle nuove.

 

  1. Se concediamo di trasgredire a una regola, spieghiamo sempre che si tratta di un caso particolare, sottolineiamo le condizioni che permettono di sgarrare. Per esempio: “Stasera puoi andare a letto un po’ più tardi perché sono venuti a trovarci i nonni”.

 

  1. Mostriamo come gestiamo la frustrazione. Il modo in cui noi adulti regoliamo le emozioni fa da modello a bambini e bambine.

 

  1. Sottolineiamo i comportamenti caratterizzati dal rispetto di limiti e regole: “Ho visto che hai messo le costruzioni nella loro scatola, bene!”. Se dobbiamo fare un richiamo, focalizziamoci sempre sul comportamento e NON sulla persona. Evitiamo espressioni come: sei un monello, ma descriviamo le azioni che reputiamo inadeguate.

 

  1. Evitiamo i ricatti, sono poco educativi. I bambini/e imparano poi a ricattare gli adulti. Non diciamo “Se mangi tutto quello che hai nel piatto dopo ti lascio guardare i cartoni”. Piuttosto “Quando hai finito di mangiare, puoi guardare i cartoni”.

 

  1. In caso di trasgressione è importante fare leva sul rimedio a danni ed errori: se il bambino/a rovescia dell’acqua sul tavolo, invitiamo ad asciugare dove è bagnato. In questo modo impara quali sono le conseguenze dei suoi comportamenti. “Hai rovesciato l’acqua sul tavolo. Puoi asciugare con la spugnetta o con lo straccio. Cosa preferisci usare?”. Così forniamo la possibilità di scegliere e alleniamo il cervello superiore di bambini e bambine, dando la possibilità di sentirsi soggetti attivi.

 

  1. Evitiamo le punizioni: intaccano il rapporto di fiducia adulto-bambino e l’autostima del piccolo. Innumerevoli e recenti ricerche evidenziano che le punizioni producono effetti opposti a quelli desiderati.

 

  1. Forniamo sempre un’alternativa adeguata ai comportamenti inadeguati: non questo ma quello, non adesso ma dopo, non qui ma lì. Possiamo dare l’alternativa anche rispetto al modo in cui il bambino/a regola le sue emozioni spiacevoli. Per esempio: “Ti sei arrabbiato con tuo fratello e l’hai picchiato. Picchiando fai male. Quando tuo fratello ti infastidisce, diglielo con le parole: ‘lasciami stare’”.

 

  1. Se i figli hanno età diverse, è normale che vi siano regole differenti in accordo con la tappa evolutiva di ciascuno. Ai piccoli potrebbero sembrare ingiuste perché non hanno ancora le capacità per comprendere le differenze, è normale. Armiamoci di tanta pazienza e ribadiamo quanto stabilito per ognuno, spiegando che a età diverse corrispondono possibilità e limiti differenti.

 

  1. Creiamo dei rituali condivisi con il bambino, la bambina, magari divertenti, per aiutare a rispettare le regole. Come usare un timer per fare a gara a chi si veste prima!

 

Guarda il webinar gratuito Le regole, che fatica!

 

Regole per bambini, emozioni e amore incondizionato

Non possiamo aspettarci che bambini e bambine accettino sempre i limiti di buon grado. Anche a noi adulti non piace non poter fare ciò che vogliamo o ricevere dei no.

Anche se abbiamo usato buone modalità per comunicare le regole con adeguatezza, è normale che il piccolo possa non accoglierle.

È importante accettare la sua frustrazione e rispecchiare i suoi sentimenti. Si arrabbia, ne ha diritto e ha il diritto di esprimersi: il bambino/a ha bisogno di vedere che i suoi sentimenti scomodi non distruggono gli adulti, ma possono essere accettati e contenuti.

Potremmo accogliere l’emozione del bambino in questo modo: “Capisco che sei arrabbiato perché non ti permetto di fare questo. È difficile non poter fare ciò che si vuole… Appena ti sarai calmato, potremo giocare insieme con le costruzioni”.

Forniamo un contatto fisico, se gradito, per rassicurare i piccoli della nostra presenza e del nostro immutato amore.

Esplicitiamo al bambino, alla bambina, che gli vogliamo bene lo stesso, anche se non ha rispettato una regola. Per i piccoli non è scontato che noi adulti vogliamo loro bene anche quando siamo arrabbiati.

Impariamo a mantenere il limite o il no e accettiamo le emozioni del bambino, della bambina. Accogliere le sue emozioni e contenerle – anche con il contatto se serve – non significa acconsentire a priori alle sue richieste. Vuol dire supportare il piccolo a maneggiare il suo stato emotivo in modo che non ne venga sopraffatto.

Uno dei compiti dell’essere genitore è fornire al bambino e alla bambina gli strumenti per gestire e superare le inevitabili frustrazioni della vita e non quello di evitare sempre le situazioni spiacevoli.

 

Alcuni approfondimenti per insegnare le regole ai bambini

 

[1] D. Siegel/m. Hartzell “Errori da non ripetere. Come la conoscenza della propria storia aiuta a essere genitori” ed. Cortina

[2] T .B.Brazelton/J.Sparrow “Il tuo bambino e…la disciplina” ed. Cortina

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