di Silvia Iaccarino, formatrice, psicomotricista, fondatrice di PF06
Nella quotidianità della relazione con bambini e bambine sono innumerevoli le situazioni complesse che, come adulti, abbiamo bisogno di affrontare. Tra le tante, una di quelle più sfidanti per genitori e professionisti accade quando i bambini ridono in faccia quando vengono “sgridati”.
Abbiamo trattato il tema qualche tempo fa durante una diretta Instagram e, siccome ha destato curiosità e sono scaturite diverse domande, l’ho ripreso in un video e lo proponiamo qui sul nostro blog per condividere la spiegazione dell’atteggiamento che a volte anche i più piccoli/e hanno nei nostri confronti, oltre a qualche suggerimento su come relazionarsi alla “mancanza di rispetto” da parte dei bambinie/e.
Costruire una relazione positiva con bambini e bambine, a prescindere dalla loro età, può essere complesso: le problematiche aumentano in età adolescenziale, ma rimaniamo nel nostro campo e teniamo in considerazione la fascia di età 0-6 anni, sebbene ciò che scriviamo sia valido anche per comprendere le situazioni con bambini e bambine più grandi perché le dinamiche relazionali si ripetono.
I bambini ridono in faccia a genitori e insegnanti: l’origine del “problema”
La situazione tipica – Noi genitori, educatrici, educatori, insegnanti, riprendiamo il bambino o la bambina per un comportamento che reputiamo “scorretto” e lui o lei, in risposta al nostro atteggiamento, reagisce con una risata o un sorriso.
Il modello interpretativo classico che portiamo con noi da anni ci fa pensare “Ecco, vedi: io lo/la sgrido e lui/lei cosa fa? Mi ride in faccia, mi manca di rispetto, mi sfida e mi provoca, mi prende in giro come se io non avessi autorità”.
La chiave di lettura – Fermiamo i pensieri: questo modo di interpretare la risata/il sorriso è un modello che abbiamo ereditato dalle pratiche educative vissute quando eravamo bambini e bambine.
A nostri tempi – mi riferisco soprattutto alla generazione dei Boomer – i genitori o gli adulti che si occupavano di noi avevano una visione viziata nei confronti di bambini e bambine. Era radicata nelle loro menti l’idea che da parte nostra fosse sempre presente una presa di posizione intenzionale, una mancanza di rispetto e uno scarso riconoscimento dell’autorità dell’adulto.
Di conseguenza, abbiamo assorbito un copione educativo che ha plasmato il modo di interpretare la risata dei bambini/e come un atteggiamento irrispettoso nei nostri confronti: lo abbiamo assimilato tale e quale, senza mettere in discussione ciò che gli adulti pensavano di noi.
Come possiamo superare questa visione contaminata dai modelli educativi del passato?
I bambini ridono in faccia a genitori e insegnanti: il cambio di sguardo
I bambini in età prescolare fanno molta fatica a trovare le parole opportune per dire, ad esempio, “Non ti sto mancando di rispetto. Ora ti spiego perché mi sono comportata/o così”.
Non potevamo dirlo noi, non possono dirlo i nostri bambini e bambine. Sta a noi provare a cambiare prospettiva.
Durante gli anni di lavoro con genitori, educatrici, educatori, insegnanti, l’esperienza e lo studio ci hanno insegnato a guardare il bambino/a con occhi diversi. Al posto di pensare che rida di noi e ci stia mancando di rispetto, cerchiamo di andare oltre questa lettura – retaggio della nostra cultura educativa – e proviamo a dare un’interpretazione differente avvalendoci anche del supporto delle neuroscienze.
La mancanza di rispetto e il sistema di coinvolgimento sociale
La reazione che consideriamo irrispettosa dei bambini e delle bambine avviene nel momento in cui noi li riprendiamo con le parole o anche attraverso la comunicazione non verbale: uno sguardo di rimprovero, il dito indice alzato.
In particolare, la teoria polivagale ci aiuta a comprendere meglio questo atteggiamento: l’essere umano funziona in modo differente a seconda delle diverse situazioni che attraversa.
Il sistema di coinvolgimento sociale è una modalità di funzionamento del nostro sistema nervoso autonomo che ci permette di entrare in una relazione favorevole con un’altra persona (o con un altro animale) quando ci sentiamo al sicuro: è un sistema universale, che funziona in tutti gli umani, a tutte le età, che ci consente di connetterci gli uni con gli altri. E’ anche un sistema che, a fronte di rotture relazionali, ci aiuta anche nel provare a riconnetterci.
Analizziamo cosa accade: l’adulto riprende il comportamento “non adeguato” di un bambino/a. Per trasmettere il disappunto:
- agiamo con la prosodia vocale e cambiamo il tono della voce, la velocità dell’eloquio, il volume;
- modifichiamo la mimica facciale e diventiamo seri in viso,
- ci irrigidiamo nel corpo.
Il bambino/a, che nasce programmato per leggere le sfumature infinite della comunicazione non verbale, capisce subito che non siamo contenti di quello che ha detto o fatto.
Percepisce e vede che si sta verificando una rottura nella relazione, nella connessione tra noi e lui/lei e mette in atto in modo intelligente il suo sistema di coinvolgimento sociale per cercare di recuperare la situazione, per riconnettersi a noi.
E cosa fa il bambino o la bambina? Sorride, perché ha già vissuto situazioni o esperienze in cui ridendo/sorridendo ha ricevuto in cambio un sorriso da un adulto.
Mancanza di rispetto? No, tentativo per recuperare la relazione
Sin da piccoli i bambini e le bambine sperimentano millemila situazioni in cui, quando sorridono a un adulto, ricevono un sorriso in cambio.
Siccome i bambini/e sono intelligenti, quando sentono la rottura della relazione, quando perdono la connessione con l’adulto cercano, il prima possibile, di ripristinare la connessione sociale.
Il sorriso dei bambini/e, quello che leggiamo come “riderci in faccia”, non è una mancanza di rispetto, una provocazione o una sfida nei nostri confronti, ma è una risposta intelligente, istintiva e intuitiva per provare a ricollegarsi, a riconnettersi, a ripristinare una relazione favorevole.
Ecco, quindi, il cambio di prospettiva a cui abbiamo accennato prima: impariamo a guardare questi atteggiamenti non come una manipolazione nei nostri confronti, ma come un tentativo per riparare la rottura sociale. Da questo punto di vista, tutto cambia.
Nel sorriso e nella risata dei bambini/e non c’è alcuna malevolenza o volontà di manipolazione, c’è solo il desiderio di connessione e di riparare una situazione di rottura.
Cosa fare quando i bambini “ridono in faccia” ai genitori/insegnanti
La teoria polivagale ci aiuta a capire meglio il comportamento dei bambini e delle bambine di fronte a un atteggiamento di disappunto dell’adulto, ma ciò non significa che allora non daremo i necessari confini al loro comportamento.
Cosa possiamo fare quando i bambini ci “ridono in faccia” dopo un rimprovero?
- Usciamo dalla logica del “mi manca di rispetto”, della sfida e della provocazione.
- Stabiliamo dei confini chiari rispetto ai comportamenti desiderati.
- Mostriamo i comportamenti socialmente adeguati e contestualizziamo le situazioni.
- Guardiamo al loro sorriso/risata come a un tentativo per recuperare la relazione.
Il suggerimento che ci sentiamo di dare è quello di osservarsi nella propria realtà quotidiana per comprendere con maggiore chiarezza gi atteggiamenti dei bambini: quante volte anche a noi adulti è capitato di ridere dal nervosismo, per alleggerire un momento di tensione? Anche noi adulti ricorriamo al sistema del coinvolgimento sociale in modo istintivo e automatico per cercare di recuperare una situazione di disagio.
Ti lasciamo con un invito: la prossima volta in cui il bambino o la bambina – in famiglia o nei contesti educativi – ride o sorride di fronte al rimprovero di un comportamento, prova a ricordarti che non ti sta mancando di rispetto, ma sta cercando di ricollegarsi, di riconnettersi con te e di recuperare la vostra qualità relazionale.
Senti la necessità di gestire meglio le relazioni con i bambini e le bambine?
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