La comunicazione non verbale è la prima forma che il neonato possiede per porsi in relazione con l’ambiente esterno. Tuttavia, essa esaurisce rapidamente, in circa 18-24 mesi, la sua utilità, poichè necessita di venir integrata dalla comunicazione verbale. Il bambino, infatti, incrementa molto velocemente le sue necessità comunicative, in termini di quantità ma soprattutto di qualità.
Ciò significa che, affinchè lo sviluppo cognitivo, emotivo-affettivo, relazionale e sociale prosegua armonico, egli necessita di un canale comunicativo più potente, rapido ed economico: il linguaggio verbale.
Il bambino che accede alla Scuola dell’Infanzia arriva ancora in questa fase di transizione, ma in soli tre anni diventa abile utilizzatore del codice condiviso dalla sua comunità d’appartenenza. Addirittura, nell’ultimo anno, manifesta le abilità necessarie per impadronirsi entro breve anche del codice scritto.
Queste importanti tappe di sviluppo, da una comunicazione esclusivamente non verbale, ad un linguaggio prevalentemente verbale, alla possibilità di padroneggiare anche il codice scritto, sono evoluzioni da intendersi come un continuum di crescita, in cui ogni acquisizione precedente sostiene e favorisce quella successiva.
In questo senso gli e le Insegnanti della Scuola dell’Infanzia rivestono un ruolo fondamentale in quanto mediatori di crescita comunicativa e linguistica.